Città del Myanmar (fino al 1989 Rangoon; 4.090.000 ab. nel 2007), ex capitale dello Stato. Sorge alle pendici meridionali dei Monti Pegu, che dividono in due parti la grande pianura centrale del paese, e sulla riva sinistra del fiume omonimo (lungo 40 km), congiunto per mezzo di canali ai rami che innervano il delta dell’Irrawaddy. In tal modo Y. domina le vie (linee ferroviarie, strade, vie fluviali) che lungo i fiumi Irrawaddy e Sittang portano nel cuore del Myanmar. Y. è il principale mercato del paese, con uno dei porti più importanti dell’Asia meridionale e con una popolazione eccezionalmente mista, composta di Birmani, Indiani, Cinesi ed Europei. Esporta riso, oli minerali, piombo, zinco, rame, argento, legname (in prevalenza tek). L’industria riguarda essenzialmente la metallurgia, la raffinazione del petrolio e la petrolchimica, e si distribuisce anche nei centri vicini, sulla riva opposta del fiume (a Dalla: segherie per i legnami fluitati, lavorazione del riso coltivato sul delta) o più a valle (a Syriam: dove termina l’oleodotto di 480 km da Yenangyaung). Negli ultimi anni si sono affermate le funzioni commerciali e finanziarie, legate al forte interesse suscitato presso gli investitori stranieri dalle prospettive di sviluppo birmane. La città è capoluogo dell’omonima divisione (10.171 km2 con 6.056.000 ab. nel 2002). Nel 2005 è stata designata come nuova capitale la città di Naypyidaw, costruita ex novo al centro del paese.
Fondata nel 6° sec., Y. acquistò importanza solo nel 18°, quando il re Alaungpaya la ricostruì col nome di Yan Kon («fine della guerra»), da cui il nome inglese e quello birmano moderno. Fu presa dagli Inglesi nel 1824, poi definitivamente occupata nel 1852. Ebbe gravi danni durante la Seconda guerra mondiale (conquista giapponese nel marzo 1942; bombardamenti inglesi tra il 1943 e il 1945; riconquista inglese nel maggio 1945).
Y. è il centro della vita religiosa birmana: famosa è la pagoda Shwe Dagon, alta 113 m e costituita dalla camera delle reliquie sormontata da una grande cupola a forma di campana (dagoba) tutta rivestita di lamine d’oro dello spessore di 3 mm.