YARIM TEPE
Sito archeologico nella vallata del Sinğar, nella zona nord-occidentale dell'Iraq; dal 1969 al 1980 è stato scavato da una missione sovietica. L'attività degli archeologi sovietici si è concentrata su numerosi siti preistorici: un interesse dovuto anche al fatto che nella Transcaucasia è ampiamente evidenziata una cultura di ispirazione Ḥalafiana. Scavi approfonditi, la cui pubblicazione è ancora in corso, sono stati effettuati a Y. T. su tre tell, che sorgono presso lo wādī Ğubara Diyariyasi e recano testimonianze delle culture di Ḥassūna, Sāmarrā, Ḥalaf e 'Ubayd.
Considerata la cronologia ancora fluttuante di queste fondamentali fasi della preistoria mesopotamica, specie per quanto riguarda la loro reciproca posizione, gli scavi di Y. T. presentano particolare interesse, soprattutto perché si è operato su ampie superfici e fino al suolo vergine. Ciò ha permesso di accertare che le fasi Ḥassūna-Sāmarrā sono precedenti alla fase Ḥalafiana, e che c'è un momento di transizione Ḥalaf-'Ubayd.
Il monticolo di Y. T. I ha restituito una sequenza Ḥassūna-Sāmarrā, con resti di una necropoli Ḥalafiana soprastante; Y. T. II è interamente Ḥalafiano, anche se sorge su un livello Ḥassūna; Y. T. III, che è il tell più imponente, reca tracce di insediamenti di epoca Ḥalaf e 'Ubayd e sorgeva probabilmente su un livello Ḥassūna.
Yarim Tepe I. - Sorge a E dello wādī, ha un diametro di 100 m; lo spessore totale dell'insediamento è di 6 m con una elevazione di 4,5 m sul livello attuale della pianura, sotto il quale la stratificazione archeologica prosegue per 1,5 m. Gli inizî dell'insediamento dovrebbero essere datati alla metà del VI millennio a.C. (datazione al radiocarbonio).
Sono stati riconosciuti dodici livelli di costruzione (1-12 dall'alto). Sulla sommità sono stati scavati pozzi e un centinaio di tombe, dal periodo di Ḥalaf all'età islamica.
Il livello 5 è il primo a dare un quadro completo, con undici gruppi di 150 case; anche il livello 6 è densamente abitato, ma dal livello 7 in poi c'è un progressivo rarefarsi dell'insediamento e le abitazioni possono essere più semplici, anche di un solo ambiente. Le case avevano stanze rettangolari, le mura massicce (spesse fino a 50 cm) erano costruite con blocchi d'argilla cruda legati con una malta d'argilla; i pavimenti erano intonacati con argilla, paglia e spesso con una alta percentuale di gesso; sotto alcuni pavimenti erano poste stuoie intrecciate. Anche i tetti erano costruiti con strati di paglia, argilla e gesso. L'accesso era prevalentemente dal tetto. Ampî spazî aperti si alternavano alle abitazioni, che erano ricostruite successivamente sui resti precedenti. Sin dai livelli superiori si nota al centro dell'insediamento una sorta di «piazza» quadrata attorno alla quale erano costruite le case.
Particolare interesse riveste la presenza, già nei livelli più antichi, di strutture rotonde, di carattere non domestico ma rituale/funerario. Nel livello 8, in un'area già rituale, c'è una struttura definita monumentale: una stanza rettangolare molto ampia e con mura doppie, rinforzate con pilastri, contenente una sepoltura d'infante e depositi votivi. Fin dai livelli più antichi, «pilastri» (una tipica componente dell'architettura sumerica) caratterizzano numerose costruzioni. Sono state trovate in gran numero piattaforme per asciugare il grano e forni di vario tipo. Particolarmente evoluti sono i forni su due piani, trovati dal livello 10, in cui la camera di cottura è separata dalla camera di alimentazione mediante un pavimento forato.
All'esterno, verso il fianco della collina, le strutture erano rinforzate con piattaforme e mura, creando così una sorta di difesa. Vi sono numerosi esempî di sepolture rituali di adulti e molte sepolture di infanti, spesso intramurali, in ampî recipienti: ma si suppone che la necropoli vera e propria fosse esterna all'insediamento.
La sequenza ceramica offre un parallelo preciso con quella di Tell Ḥassūna: all'inizio si trovano ceramiche rozze di tipo Ḥassūna Ia, e l'impiego di ornamenti a rilievo richiama la tradizione più antica di Tell Sotto e Umm Dabaghiya, mentre ceramiche dipinte di tipo Ḥassūna Arcaica, presenti già nel livello 12, si affermano successivamente. Il livello 7 rappresenta una fase di transizione, in quanto compaiono le ceramiche di tipo Ḥassūna-Standard, sia dipinte che incise e dipinte-e-incise, con semplici motivi geometrici, che predominano nei sei livelli superiori; la fase finale vede la diffusione della ceramica di Sāmarrā.
Per quanto riguarda le forme, si nota la persistenza del tipico vassoio ovale con fondo corrugato attraverso tutta la sequenza e l'evolversi di cinque tipi fondamentali nei cinque livelli inferiori: rozze giare da immagazzinaggio prevalgono nei livelli 12-10; anfore di vario tipo, a impasto sia rozzo che fine, si trovano in tutti i livelli; recipienti aperti con basi piatte si trovano nei livelli 12-8, dipinti con disegni geometrici sempre più complessi; recipienti alti, a impasto sia rozzo che fine con pareti arrotondate o diritte: nei livelli 12-11 sono presenti decorazioni applicate; ampî bacili con base piatta sono caratterizzati nei livelli 12-10 da impressioni rotonde e in quelli successivi da rozzi corrugamenti.
Sono state trovate numerose figurine femminili d'argilla. Alcune di tipo molto semplice trovano raffronti in materiali da Ḥassūna, Umm Dabaghiya, Maṭarra; altre, tipiche di Y. T., hanno un'acconciatura allungata e una gonna «drappeggiata».
L'industria su selce locale e su ossidiana proveniente dall'Anatolia orientale è relativamente povera; l'industria su osso è modesta; nel livello 10 è stata trovata una scapola bovina con segni incisi, forse utilizzata per calcoli. Sono stati rinvenuti numerosi pesi per fuso in terracotta e in pietra, e quattordici tipi di grani, fatti con pietre semipreziose, ma anche con ossidiana, osso e conchiglia; tra il materiale vi è anche un frammento di bracciale di pietra. Dai livelli inferiori provengono frammenti di vasi in pietra. Sono stati trovati inoltre numerosi sigilli-pendenti in pietra, dapprima rettangolari, poi rotondi, con semplici motivi incisi e con un occhiello sul retro. Particolare interesse presenta l'evidenza di una precoce metallurgia, testimoniata da frammenti di minerale di rame e pendenti di rame. Un braccialetto di stagno trovato sul suolo vergine, sotto l'angolo di una costruzione, costituiva forse una deposizione votiva.
Yarim Tepe II. - Sorge sulla riva dello wādī (che lo ha «dimezzato», da cui il nome Yarιm); il diametro doveva essere di oltre 120 m.
Sono stati identificati nove livelli di costruzione, che vengono definiti interamente halafiani; di questi i due superiori erano gravemente alterati da tombe e pozzi di età assira ed ellenistica. Nei rimanenti sette livelli le abitazioni consistono in case rotonde monocellulari, o thòloi, con coperture a volta o più raramente piatte, il cui diametro va da 3 a 5 m; strutture minori, di 1 o 2 metri di diametro erano destinate a magazzini e ad altri usi. Più rare sono le strutture rettangolari, anche queste interpretate come magazzini.
Sin dai livelli più antichi si nota un orientamento delle costruzioni secondo un asse N-S. I muri, in blocchi di argilla, sono intonacati con argilla e gesso e talvolta dipinti in rosso; eccezionale è l'impiego di mattoni crudi. Le thòloi sono talvolta costruite su piattaforme d'argilla e possono presentare pareti doppie e partizioni interne. Sotto alcuni pavimenti sono stati trovati depositi di fondazione, con ceneri, ossa animali, vasi ritualmente infranti e altri oggetti.
Le abitazioni consistono all'inizio in thòloi monocellulari, alle quali nei livelli tardi si associano stanzette rettangolari. Vi sono strutture più elaborate, come un complesso cruciforme, costruito al centro dell'insediamento nel livello 6, che presenta una thòlos accompagnata da quattro strutture rettangolari, orientate secondo i punti cardinali; il tutto è cinto da una serie di stanze rettangolari (circa ventidue).
Sono state scavate una sessantina di sepolture in varî livelli; particolarmente interessante, perché unica nella Mesopotamia preistorica (si veda tuttavia Tell Sabī 'Abyad), la testimonianza di sepolture a cremazione accompagnate da riti che includono la rottura di vasi, nei livelli più antichi. Sono state trovate ulteriori testimonianze di incinerazione rituale, che fanno pensare ai depositi votivi, più tardi, di Kissonerga Mosphilia (Cipro): in un pozzetto contenente ceneri e ossa animali fu rinvenuto tra l'altro un vaso antropomorfo acefalo, di eccezionale fattura; in un altro un vaso zoomorfo, di un tipo noto anche da Tell Arpačiya.
Sono stati trovati numerosi vasi di pietra e sigilli di pietre varie. Un sigillo di rame, il più antico che sia stato trovato, fu deposto sotto il pavimento di una thòlos.
La ceramica Ḥalafiana è fatta a mano e comprende tre varietà, di cui ci vengono date le proporzioni limitatamente ai livelli più antichi.
Circa il 40% è rappresentato dal tipo dipinto, con impasto finissimo; le decorazioni si dispongono generalmente su tutta la parete esterna e spesso anche su quella interna; accanto alla monocromia (con dipinto che varia dal marrone al nero) più comune, è testimoniato anche, nei livelli più tardi, l'impiego di pittura bicroma (marrone e bianco). Le forme includono giare globulari, bacili con base piatta e pareti divelte leggermente estroflesse, bacili di vario tipo. La ceramica fine non dipinta prevale con un 55-60%, presenta impasto più grossolano, ed è ingubbiata e lisciata o brunita; prevalgono recipienti profondi a base piatta; gli esemplari più fini presentano becchi e prese forate. Il tipo rozzo, che contiene pesanti inclusioni vegetali, è relativamente raro, e rappresenta lo 0,15% dei trovamenti.
I disegni sono prevalentemente geometrici, ma motivi naturalistici, come figure umane, «fiori e capanne», quadrupedi e uccelli, sono ben documentati. Tra le figurine d'argilla, talune più peculiari presentano una stilizzazione a triangolo appiattito, con linee incise che separano trasversalmente i vertici, testa e gambe a moncherino; è presente il tipo della figura seduta con natiche enfatizzate, ben documentato in altri siti halafiani.
Yarim TepeIII. - È il Tell più grande, con diametro di oltre 200 m e depositi che superano i 12 m dal suolo vergine; sorge sullo wādī accanto a Y. T. II, di cui rappresenta praticamente una continuazione. Lo scavo principale è stato effettuato in cima alla collina; su un'area di 600 m2 sono stati scavati livelli di costruzione 'Ubayd per uno spessore di 3-4 m, e si è proseguito su un'area di c.a 400 m2 per ulteriori 2,5 m in livelli tardo-halafiani.
L'insediamento superiore 'Ubayd, che è disturbato da tombe ellenistiche e islamiche, comprende tre o quattro livelli di costruzione, nei quali la tradizione 'Ubayd domina completamente. Le abitazioni, otto grandi case con più di novanta stanze di pianta rettangolare, sono costruite in mattoni crudi. Alcune strutture principali, restaurate, rimasero immutate per tutta la durata dell'insediamento: vi sono muri alti 2 e 3 m. Sei sepolture a inumazione furono trovate negli edifici, sotto i pavimenti o nei riempimenti, talvolta accompagnate da vasi ubaydiani e da grani in pietra e conchiglia.
Le ceramiche ubaydiane non presentano mutamenti da un livello all'altro, e sono identiche a quelle dei corrispondenti livelli di Tepe Gawra; sebbene più rozze delle halafiane, esse denotano con quelle una certa continuità per quanto riguarda la presenza di taluni motivi: bucrani, felini, croce maltese. In effetti il primo insediamento 'Ubayd fu impiantato senza discontinuità su quello halafiano preesistente, dove peraltro l'influsso 'Ubayd era già avvertito nell'architettura e nelle forme transizionali della ceramica. Nei precedenti livelli halafiani sono presenti grandi thòloi con divisioni interne. Nel terzo livello si hanno due esemplari eccezionali; la thòlos 137, che è la più ampia con c.a 6 m di diametro interno, presenta una pianta cruciforme con quattro contrafforti/ripostigli angolari simmetrici, privi di accessi (può essere paragonata a quella di un modellino votivo, assai più tardo, da Mari).
Nei riempimenti furono trovate numerose figurine d'argilla, sia antropomorfe che zoomorfe, e moltissimi «calculi» d'argilla cruda. La 138 presenta invece un corridoio centrale con due porte coassiali e due suddivisioni laterali prive di accessi: con due pareti concentriche, rispettivamente in argilla grigia e rossa, e breve intercapedine, raggiunge i 7 m di diametro esterno.
I ritrovamenti ceramici includono strumenti di vario tipo, un sigillo-pendente, figurine zoomorfe e antropomorfe. Queste ultime includono esemplari stilizzati a cono e figurine sedute con braccia al seno e con dettagli dipinti, del tipo già noto da livelli tardo-halafiani di altri siti. Le forme comprendono giare globulari con collo pronunciato, ciotole con base piatta di vario tipo; le decorazioni sono prevalentemente geometriche, ma non mancano disegni zoomorfi: quadrupedi, uccelli, bucrani.
Bibl.: Notizie degli scavi (a cura di N. 0. Bader, V. A. Bašilov, O. G. Bol'šakov, Α. V. Kouza, Ν. Ja. Merpert, R. M. Munčaev), in SovArkh, 1971, 3, pp. 141-169; 1980, 1, pp. 106-129; 1982, 4, pp. 133-149; Sumer, XXV, 1969, pp. 125-132; XXVII, 1971, pp. 9-22; XXIX, 1973, pp. 3-16; XXXII, 1976, pp. 25-61; XXXIII, 1977, pp. 65-104; XXXIV, 1978, pp. 27-51; XXXVI, 1980, pp. 43-64; XXXVII, 1981, pp. 22-54. - Studi: N. Ja. Merpert, R. M. Munčaev, Early Agricultural Settlements in the Sinjar Plain, Northern Iraq, in Iraq, XXXV, 1973, pp. 99-113; iid., Earliest Agricultural Settlements of Northern Mesopotamia. Investigations of Soviet Expedition to Iraq, Mosca 1981; iid., The Earliest Levels at Yarim Tepe I and Yarim Tepe II in Northern Iraq, in Iraq, XLIX, 1987, pp. 1-36.