Yaşar Kemal
Pseudonimo di Kemal Sadik Göğçelı, scrittore turco, nato nel villaggio di Hemite (Adana) il 20 aprile 1922. Fin dall'infanzia, che fu sconvolta dalla morte del padre, assassinato davanti ai suoi occhi, scoprì la propria vocazione di narratore ascoltando dalla voce dei cantastorie i racconti epici della tradizione popolare.
Compiuti gli studi elementari, si trasferì ad Adana dove frequentò la scuola secondaria, che fu costretto ad abbandonare dopo due anni per svolgere i mestieri più svariati. Avvicinatosi a gruppi di ispirazione marxista, subì arresti e prigionia. Nel 1951 si stabilì a Istanbul, dove cominciò a collaborare con il giornale Cumhuriyet (Repubblica), pubblicando articoli sulle tradizioni delle genti del Tauro, sua regione di origine, poesie e racconti brevi. Nel 1971 fu di nuovo arrestato per la sua attività nel Partito operaio turco. Nel 1995 ha preso pubblicamente posizione contro la politica del governo turco nei confronti del popolo curdo. Assai noto anche all'estero, grazie alle numerose traduzioni dei suoi romanzi, ha ottenuto diversi riconoscimenti internazionali (per es. a Udine il premio Nonino 'autore straniero' nel 1997) per la sua opera letteraria e per l'impegno nella difesa dei diritti umani. È membro dell'Académie universelle des cultures.
Conoscitore, raccoglitore e lui stesso autore, in gioventù, di testi della tradizione orale, Y. K. si è poi dedicato prevalentemente alla produzione narrativa in prosa, arricchendo la sua formazione con la lettura dei grandi romanzieri europei. Ma la profonda assimilazione dei temi e delle forme dell'oralità resta uno degli aspetti più significativi della sua opera narrativa. Benché ambientati prevalentemente nel mondo rurale della Turchia contemporanea, da cui attingono vicende e immagini, i suoi romanzi hanno un respiro che trascende l'ambito regionalistico, restituendoci, in una peculiare sintesi di mito e realtà, l'epos e la grazia delle grandi tradizioni leggendarie.
Nel 1955 ha pubblicato il suo primo romanzo, İnce Memed (trad. it. Il cardo, 1961; col titolo Memed il Falco, 1997): ambientato nella regione del Tauro, nella pianura della Çukurova, narra le vicende del giovane contadino Memed che, ribellatosi ai soprusi del capo villaggio e divenuto una sorta di 'bandito', lotta per ridare ai contadini le terre sottratte loro dalla prepotenza dei latifondisti. Il libro ha avuto un enorme successo e le avventure di Memed, simbolo di rivolta e di giustizia, hanno avuto seguito in un ciclo di romanzi: İnce Memed ii (1969; trad. it. Il ritorno di Memed il Falco, 1998); İnce Memed iii (1984); İnce Memed iv (1987). Non dissimili, per temi e ambientazione, sono: il romanzo Teneke (1955; trad. it. 1997); la trilogia costituita da Ortadirek (1960; trad. it. Al di là della montagna, 1996), Yer demir, gök bakir (1963; trad. it. Terra di ferro, cielo di rame, 1998) e Olmez otu (1969; trad. it. L'erba che non muore mai, 1999); l'epico Bin boğalar efsanesi (1971, Il canto dei mille tori).
Y. K. è anche autore di saggi, libri di viaggio e numerosi romanzi brevi, tra cui Yılanı öldürseler (1976; trad. it. Tu schiaccerai il serpente, 1993) e Kuşlar da gitti (1978; trad. it. Gli uccelli tornano a volare, 1994); questi ultimi, insieme con Teneke, sono stati ripubblicati in traduzione italiana nel volume Sogni (1998), che contiene anche alcuni racconti giovanili (Kalemler, 1952, Le matite; Beyaz pantalon, 1952, I calzoni bianchi; Çocuk, 1952, Il bambino), nonché scritti sull'autore di G. Grass, C. Magris e altri.
bibliografia
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