ARAFāT, Yāsir
Uomo politico palestinese, nato il 24 agosto 1929 a Gerusalemme ove il padre commerciante si era trasferito. Alla morte della madre, che era imparentata con la famiglia Ḥusaynī, visse presso uno zio; a 17 anni era attivo nel movimento indipendentista palestinese. Dopo il 1948, esule a Gaza e al Cairo, studiò ingegneria; nel 1952-57 fu presidente dell'organizzazione degli studenti palestinesi in Egitto. Laureatosi, si recò per lavoro nel Kuwait dove con alcuni giovani avviò la formazione del gruppo che assumerà il nome di al-Fataḥ (sigla al rovescio di al-Ḥaraka li-taḥrīr Falasṭīn, "Movimento per la liberazione della Palestina") che guiderà il 1 gennaio 1965 nella prima azione militare contro Israele.
Con la sconfitta del 1967 e il travaglio che sconvolse gli ambienti palestinesi, al-Fataḥ divenne il principale dei movimenti di riscossa e 'A. l'esponente più popolare, venendo eletto nel febbraio 1969 alla presidenza del Comitato esecutivo dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Capo militare, dirigente politico e diplomatico, riuscì a gestire la crisi del ''settembre nero'' in Giordania nel 1970, apparve ai vertici della comunità internazio nale con il discorso all'ONU del 13 novembre 1974, condusse l'OLP a superare l'assedio israeliano di Beirut nel 1982, tentò nel 1985-86 l'accordo con re Husayn di Giordania.
Grazie agli estesi collegamenti mantenuti con la popolazione della Cisgiordania e della striscia di Gaza, 'A. ha saputo cogliere l'occasione dell'intifāḍa per un rilancio della causa palestinese, ottenendo in modo unitario il 15 novembre 1988 la proclamazione dell'indipendenza quale punto d'arrivo di un processo di accettazione dell'obiettivo dei due stati in Palestina, l'uno arabo e l'altro ebraico, in aderenza alla risoluzione dell'ONU del 29 novembre 1947. Pur persistendo difficoltà e problemi, la direzione di 'A. ha saputo conseguire un recupero dell'identità nazionale, non solo ottenendo l'appoggio dei paesi arabi, dei non-allineati e del campo sovietico, ma intrecciando un'utile collaborazione con l'Europa occidentale e iniziando contatti con gli Stati Uniti in vista di una convergenza sul ''piano di pace'' messo a punto nell'aprile 1989 dal segretario di stato J. Baker.
Avviata un'opera di collaborazione con Baghdād, ῾A. si è trovato in difficoltà in seguito all'interruzione, nel giugno 1990, dei colloqui fra Stati Uniti e OLP. Risultato vano il suo impegno personale per una mediazione fra Arabia Saudita e ῾Irāq nell'agosto, ῾A. è stato costretto di fatto ad assumere le difese dell'῾Irāq nei confronti dell'intervento armato e, all'indomani del conflitto, ha tentato di rilanciare sul terreno diplomatico il problema palestinese.
Bibl.: G. Konzelmann, Arafat destino o speranza, trad. it., Milano 1983; A. Hart, Arafat terrorista o pacifista?, trad. it., ivi 1985.