YELEŚWARAM
Sito indiano dell'Andhra Pradesh, fino a qualche decennio fa sulla riva sinistra del fiume Krishna, di fronte a Nāgārjunakoṇḍa (v.), attualmente sommerso dalle acque a seguito della costruzione di una diga. L'attestazione di sporadici materiali litici lavorati presupporrebbe una frequentazione del sito sin dal Paleolitico.
Gli scavi condotti tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 hanno messo in evidenza sei periodi di occupazione. Per il primo, pertinente al periodo megalitico e datato al I-II sec. a.C. circa, non è attestata alcuna traccia di abitato, ma solo tumuli funerarî e tombe, alcune delle quali indagate e distinte in diverse tipologie: tomba a cista litica bipartita longitudinalmente e orientata lungo l'asse N-S, con una coppia di adulti in un comparto e un fanciullo di circa tre anni nell'altro; tomba a cista, orientata N-S, con un'apertura (port-hole) sull'ortostata Ν (all'interno della cista ne è stata ricavata una di minori dimensioni appoggiata all'ortostata O); tombe a fossa entro circolo megalitico, una delle quali, contenente due scheletri affiancati - un uomo e una donna, associati a un ricco corredo ceramico, materiali metallici e diverse ossa di cavallo - è stata interpretata come sepoltura di un personaggio di rango; tomba a fossa con semplice deposizione e urna di ceramica rossa chiusa da una ciotola capovolta e con una lastra litica come coperchio tombale. Le tombe sono in genere di seconda deposizione, con i resti scarnificati dei defunti (v. monumento funerario: India). La popolazione maschile presenta tipi cranici brachicefali, simili a quelli attestati nell'altopiano iranico, dove si trovano anche analoghe sepolture megalitiche (Tepe Siyalk). Sulla base di tali analogie è stata ipotizzata un'immigrazione di genti centroasiatiche dal Nord-Ovest al Deccan meridionale; l'ipotesi ha incontrato un certo seguito nell'ambito delle indagini riguardanti la formazione della cultura megalitica nell'India peninsulare.
I materiali associati alle sepolture sono ceramica rossa con una spessa ingubbiatura (urne, ciotole e giare), Ceramica rossa e nera (Black and Red Ware - ciotole, coperchi, ecc.), ceramica nera (scaldavivande a imitazione di modelli metallici: piatto con coperchio conico e piedistallo forato con triangoli e rettangoli, vaso piriforme su piedistallo a clessidra, ecc.) e materiali di ferro (armi, attrezzi agricoli, lampadarî, ecc.).
Il secondo periodo è relativo al periodo storico antico o pre-Ikṣvāku (I-II sec. d.C.), in cui si ebbe un'intensa attività edilizia: l'insediamento doveva apparire come una cittadella racchiusa entro mura di pianta rettangolare, innalzate con un nucleo in argilla pressata e rivestite da mattoni cotti; sul lato N, in corrispondenza di una porta urbica a doppio vestibolo, pavimentata in pietra, sono stati osservati i resti di una cyma recta·, le abitazioni, fornite di canaletti per il drenaggio delle acque, erano costruite su fondazioni in ciottoli con muri in cotto e copertura di tegole fissate con chiodi metallici; sarebbero infine comparse due grandi strutture di pubblica utilità in questo periodo: le scale monumentali (ghaṭ), fornite di balaustre, sulla riva del fiume, sia per l'approvvigionamento idrico sia per motivi rituali, e una struttura ipostila per le riunioni pubbliche (maṇḍapa), le cui dimensioni erano di 15x40 m circa. Tra i materiali sono attestati ceramica rossa, vaghi di pietre dure, bracciali di vetro, monete dei Sātavāhana e figurine di terracotta caratteristiche del c.d. periodo āndhra.
Durante il terzo periodo (III-IV sec. d.C.), sotto il dominio degli Ikṣvāku, sono eretti due stūpa e un chaitya buddhisti. L'impianto urbanistico appare ora più regolare, le abitazioni con bagni e latrine sembrerebbero connesse a un sistema di drenaggio e di fognature coperte. I materiali attestati sono ceramica rossa (tra cui risaltano le brocche ad alto e stretto collo); vaghi in corniola con decorazioni applicate entro incisioni, o in cristallo, agata, diaspro, corallo, conchiglia, terracotta, ecc.; bracciali (vetro, conchiglia); figurine di terracotta; impronte di sigilli con nomi personali, di ufficiali in servizio, di corporazioni. Un vaso romano decorato a bande nere e un aureo di Settimio Severo si inseriscono tra i diversi materiali dei primi secoli dell'era volgare che documentano i rapporti commerciali con il mondo mediterraneo.
Un tesoretto di 49 monete della dinastia dei Viṣṇukuṇḍin, ritrovato nelle vicinanze dei due stūpa, attesta . l'egemonia di questa dinastia anche sulla valle di Y., e fornisce l'orizzonte cronologico per il quarto periodo (IV-V sec. d.C.). La ceramica rossa viene gradualmente rimpiazzata da quella grigia; oltre alle figurine in terracotta, vaghi di collana e bracciali di vetro, è notevole una scultura di Viṣṇu, dal modellato austero - acefala e mutila delle estremità inferiori - a due braccia, con lancia nella mano destra e conchiglia nella sinistra.
Per i periodi quinto e sesto, relativi a epoca tardoantica e medievale, l'importanza del sito è attestata come centro cultuale hindu (Tempio di Yeleśwaradeva, il dio di Y.).
H. Sarkar è dell'opinione che un'attività edilizia intensa non poté aver inizio prima del controllo della valle da parte degli Ikṣvāku (primo quarto del III sec. d.C.), e che è difficile attribuire a epoca pre-Ikṣvāku la monumentalizzazione dei ghaṭ, tanto più che su alcune lastre sono incise iscrizioni in caratteri telugu. Lo studioso inoltre non è d'accordo con l'identificazione delle strutture «buddhiste», in quanto considera Y. un insediamento di carattere esclusivamente brahmanico, senza tuttavia presentare alcuna prova definitiva.
Bibl.: IAR, 1957-58, pp. 9-10; 1958-59, p. 11; 1959-60, p. 12; 1960-61, p. 3; 1961-62, pp. 2-3; 1962-63, pp. 2-3; 1963-64, p. 4; 1964-65, p. 4; P. Gupta, P. C. Dutta, Human Remains Excavated from Megaliths at Yeleswaram, in Man in India, XLII, 1962, pp. 19-34; A. W. Khan, A Monograph on Yeleśwaram Excavations, Hyderabad 1963; P. Singh, Burial Practices in Ancient India, Benares 1970; L. S. Leshnik, South Indian «Megalithic» Burials. The Pandukal Complex, Wiesbaden 1974, pp. 130-131, 164 ss., 226 ss., 264, 281; H. Sarkar, in A. Ghosh (ed.), An Encyclopaedia of Indian Archaeology, Nuova Delhi 1989, p. 468 s., s.v. Yelleswaram.