Rabin, Yitzahak
Generale e politico israeliano (Gerusalemme 1922-Tel Aviv 1995). Nato in una famiglia di immigrati di origine russa, si diplomò presso la Scuola agraria di Kaduri a Kfar Tabor nel 1940. L’anno successivo entrò nelle file della Palmach, corpo speciale dell’Haganah, organizzazione paramilitare ebraica. Partecipò ad azioni contro i francesi in Siria e Libano, nell’ambito delle operazioni militari durante la Seconda guerra mondiale, e successivamente prese parte ad azioni terroristiche contro gli inglesi, in conseguenza delle quali subì un periodo di detenzione di sei mesi (1946). Negli anni seguenti compì una rapida carriera militare: comandante di brigata nel 1948, fu nominato colonnello e rappresentò le forze armate israeliane nei negoziati del 1949 con gli egiziani; capo reparto dello stato maggiore (1960-63), fu poi capo di stato maggiore delle forze armate israeliane (1964-68), e in questa veste diresse le operazioni militari durante il conflitto del giugno 1967. Ambasciatore negli USA (1968-73), rientrò quindi in Israele e nel dicembre 1973 venne eletto alla Knesset come deputato laburista. Ministro del Lavoro dal marzo all’aprile 1974, sostituì G. Meir alla guida del governo nel giugno dello stesso anno, dopo la crisi seguita alla sconfitta militare dell’ottobre precedente. Dimessosi per uno scandalo finanziario nel 1977, fu in seguito ministro della Difesa (1984-90) di due successivi governi di unità nazionale e diresse la repressione dell’ scoppiata nel 1987 nei territori occupati. Subentrato a S. Peres alla presidenza del Partito laburista (febbraio 1992), si presentò alle elezioni politiche del giugno 1992, grazie alla reputazione di durezza ottenuta negli anni precedenti, come garante delle esigenze difensive, particolarmente sentite in seguito all’avvio dei negoziati di pace con i Paesi arabi (1991). Dopo la vittoria elettorale formò un governo di coalizione; di fronte alla recrudescenza della tensione e ai gravi disordini registrati nei territori occupati, nel dic. 1992 ordinò la deportazione in Libano di 413 palestinesi, accusati di essere sostenitori del Movimento di resistenza islamica (Hamas): essi, non accolti dal Libano, rimasero accampati nella terra di nessuno compresa fra il territorio libanese controllato dalle forze israeliane e l’area controllata da Beirut, rientrando a scaglioni in Cisgiordania e Gaza entro il dicembre 1993. Nella stasi dei negoziati ufficiali R. firmò, con Y. ‛Arafat, una Dichiarazione di principi (settembre 1993) che implicava il riconoscimento reciproco fra OLP e Israele e prevedeva l’avvio di una fase transitoria di autonomia palestinese nei territori occupati. Per questa volontà di pacificazione gli fu conferito nel 1994, assieme ad ‛Arafat e Peres, il premio Nobel per la pace, mentre sul piano interno la politica di dialogo con i palestinesi suscitava una crescente opposizione tra i nazionalisti di destra. Dopo gli accordi del sett. 1995 sul ridispiegamento delle forze israeliane in Cisgiordania, R. cadde vittima di un attentato da parte di estremisti di destra (4 novembre).
Nasce a Gerusalemme
Rappresenta le forze armate israeliane nei negoziati con gli egiziani
Capo di Stato maggiore, dirige le operazioni militari durante il conflitto del giugno 1967
Ambasciatore negli USA
Eletto alla Knesset come deputato laburista
Ministro del Lavoro, sostituisce G. Meir alla guida del governo
Si dimette per uno scandalo finanziario
Ministro della Difesa
Dirige la repressione dell’intifada
Contribuisce allo sviluppo dei negoziati di pace fra Israele, Siria, Libano, Giordania e una rappresentanza palestinese
Presidente del Partito laburista, vince le elezioni tornando alla guida del governo
Firma con Y. ‛Arafat, una Dichiarazione di principi che implica il riconoscimento reciproco fra OLP e Israele
Ottiene insieme ad ‛Arafat e a Peres il premio Nobel per la pace
Viene ucciso a Tel Aviv