YŌḤĀNĀN ben Zakkay
Dottore ebreo del sec. I d. C. Discepolo di Hillēl, fu in Gerusalemme, prima della catastrofe dell'anno 70, capo dell'accademia farisaica e, a quanto pare, uno dei più autorevoli membri del Sinedrio. Abituato a considerare i valori religiosi come il bene supremo del popolo giudaico e a non dare grande importanza alle forme di vita politica purché esse fossero tali da garantire la piena libertà della vita religiosa secondo la legge, egli fu tra gli oppositori dell'indirizzo nazionalista che condusse la rivolta contro i Romani nell'anno 66; e anche dopo lo scoppio della guerra appartenne al partito che tendeva alla conciliazione con i Romani. Quando vide che ormai la sorte di Gerusalemme stretta d'assedio era segnata, volle compiere un supremo tentativo per cercare di salvare dall'imminente sfacelo dello stato quei valori spirituali che gli stavano a cuore sopra ogni altra cosa, e nei quali vedeva la base per la continuazione della vita del popolo giudaico nel futuro. Riuscito con un sotterfugio a farsi trasportare fuori delle porte di Gerusalemme nonostante la vigilanza dei nazionalisti, si presentò al campo romano per rendere omaggio a Tito e per chiedergli la concessione di fare della città di Yabneh (Jamnia) la sede di un'accademia. Il racconto che di quest'episodio ci è tramandato dalle fonti talmudiche è colorito con particolari leggendarî, e forse contaminato con i ricordi dell'analogo colloquio che con Vespasiano ebbe Giuseppe Flavio; ma nella sostanza deve corrispondere alla realtà storica. Fatto sta che a Yabneh egli costituì un'accademia di dottori della legge che fu in un certo senso la continuazione del Sinedrio di Gerusalemme e divenne il centro spirituale del giudaismo, salvando dalla distruzione la tradizione religiosa giudaica, e creando un nuovo sistema di vita religiosa indipendente dall'esistenza dello stato, del santuario, e del culto sacrificale, sì da dare al giudaismo la possibilità di perpetuarsi nell'avvenire, nonostante la dissoluzione della sua compagine nazionale. Il capo dell'accademia di Yabneh, insignito del titolo di Rabban, era altresì in pari tempo, forse già a cominciare da Yōḥānān ben Zakkay, o forse solo a cominciare dal suo successore Gamaliel, Nāsī (Patriarca), cioè magistrato supremo degli Ebrei dell'impero romano e loro rappresentante di fronte al governo imperiale.
Bibl.: H. L. Strack, Einleitung in Talmud und Midraš, 5ª ed., Monaco 1921, p. 122, e bibliografia ivi citata.