YPRES
(fiammingo Ieper; Ipre, Ipere, Ypra, Ypera, Villa Iprensis nei docc. medievali)
Città del Belgio, nella provincia delle Fiandre occidentali, capoluogo di distretto giudiziario e amministrativo. Nel Medioevo fu parte della contea delle Fiandre e della diocesi di Thérouanne, oggi in Francia. Il centro della città è situato, come in passato, nella valle dell'Yperlée e sui suoi fianchi e pianori, fortemente erosi.Fino al 1914 Y. aveva uno dei più ricchi archivi civici del Medioevo occidentale, ma durante un bombardamento della prima guerra mondiale andò completamente bruciato. Fortunatamente però alcuni importanti documenti - quali i libri contabili degli anni 1267-1329 - erano già stati editi.L'intera città fu devastata durante la prima guerra mondiale: solo di pochi edifici storici sono rimasti brani di muratura e inoltre, dopo gli eventi bellici, non sono state condotte ricerche archeologiche. Per ricostruire l'aspetto degli edifici medievali che, fino al 1914, mostravano ancora in gran parte il loro aspetto originale, occorre consultare la vasta collezione di quadri, disegni, piante, fotografie e cartoline, principalmente dell'Ottocento (Ypres, Stedelijke Arch.; Stedelijke Mus.). Tra le testimonianze va ricordata la pianta della città di J. Thevelin e J.M. Destrée, xilografia del 1564 - di cui si conserva una ristampa, leggermente modificata, del 1815 -, che costituisce la fonte iconografica più antica per molti edifici (Hosdey, 1887).L'origine della città risale con molta probabilità a un feudo carolingio o reale. Eccetto che per alcuni studiosi, le parti più antiche sono da individuare nei due nuclei formatisi intorno alla cattedrale di S. Martino (Sint Maarten) e a S. Pietro (Sint Pieter), che nel corso del sec. 12° si congiunsero lungo la Zuidstraat (od. Rijselstraat), la cui prima menzione è del 1208. Alla fine del sec. 12° una residenza comitale sorgeva sull'od. Zaalhof. Tuttavia non è da escludere la possibilità che la corte del conte delle Fiandre fosse in origine vicina a S. Martino.Dell'andamento e dell'aspetto delle mura primitive di Y. si sa assai poco. Solo per il periodo che va dal sec. 14° al 16° si conosce il percorso della cinta muraria, che si è conservato quasi intatto fino all'Ottocento. Per ciò che riguarda le fortificazioni medievali, nel 1302 fu presa la decisione di inglobare anche i quartieri esterni in una nuova cinta. Per quanto nel 1305 fosse stata stabilita la demolizione delle abitazioni nelle zone interessate dai lavori, essa non fu portata a termine. Il progetto della nuova cinta fu ripreso nel 1325 e terminato nel 1328. Quasi subito però, nel 1329, seguì una parziale demolizione, per permettere, a partire dal 1331, una ripresa dei lavori su un'area più vasta (ha 500 ca.), circondata da un fossato (lungo km 7,6; largo m 18 ca.; profondo m 1,75) che fiancheggiava dall'esterno il terrapieno. Le porte civiche, munite di chiuse per il fossato, erano costruite in laterizio. Il complesso risultò peraltro insufficiente a proteggere Y. nel 1381, quando fu assediata dagli inglesi e dagli abitanti di Gand. A seguito di ciò, il conte delle Fiandre, insieme alla classe dirigente del Comune, decretò che nei quartieri esterni, ormai distrutti, non si potessero più costruire abitazioni. Abbandonata la cinta esterna, si cominciarono a rinnovare energicamente le primitive mura. Questa cinta, un terrapieno anulare dal perimetro di km 4,5, fu murata e rafforzata con torri semicircolari sui lati e circolari, fortemente sporgenti, sugli angoli. Le due torri della Rijselpoort risalgono probabilmente a questo periodo. I vani sotterranei di due delle torri semicircolari, la Leeuwentoren e la torre presso il convento dei Domenicani, sono stati recentemente scoperti e restaurati. Al contempo fu mantenuto il sistema difensivo costituito dal fossato esterno.Il principale edificio religioso è la cattedrale di S. Martino. Alla fine del sec. 11° è documentato un Capitolo secolare che, con atto di fondazione del 1° ottobre 1102, fu trasformato in un Capitolo di canonici regolari, per volere del vescovo Jan van Waasten, sostenitore della riforma gregoriana. Prima della quasi completa distruzione nel 1914-1918, il monumentale aspetto dell'edificio, risultato di tre secoli di lavori, testimoniava l'importanza di questa fondazione. Il coro, a cinque campate con abside poligonale e due cappelle angolari poste all'incrocio con il transetto, fu costruito in pietra fra il 1221 e il 1280, nel tipico vocabolario stilistico dello Scheldegotiek. Il transetto, costruito in pietra e in laterizio, è asimmetrico, contando tre campate nel braccio meridionale, e due nel braccio settentrionale. La campata d'incrocio fu iniziata nel 1250 ca. nello stile dello Scheldegotiek, mentre il resto, eretto verso il 1400, si avvicina piuttosto al Gotico francese. Il corpo longitudinale, basilicale, a sei campate e perlopiù in laterizio, fu costruito fra il 1320 ca. e il 1370, sempre nelle forme dello Scheldegotiek. Nel sec. 15° le navate laterali furono ampliate in forme gotiche locali. Il campanile, in corso di costruzione nel 1370, crollò nel 1433, forse non ancora compiuto, ma già nell'anno seguente si diede inizio alla sua ricostruzione, sotto la guida dell'architetto Martin van Utenhove. Ciò comportò l'introduzione del Gotico brabantino nella regione di Ypres. Il campanile venne compiuto, tuttavia, solo nel 1470. Dalla devastazione della guerra si sono salvati soltanto un frammento del portale meridionale e il fusto del campanile. A N della chiesa erano collocati gli edifici del Capitolo, fra cui la sala capitolare e il dormitorio. Del chiostro costruito poco dopo il 1400 resta oggi solo una parte, tuttora in rovina, utilizzata come lapidario per i frammenti scultorei raccolti nella città distrutta.In S. Martino si trova tuttora una serie di opere medievali: il c.d. Sint Andriespelder, con i nomi e gli stemmi dei nove scabini uccisi il 29 novembre 1303 (fortemente restaurato nel 1628 e nel 1954); un cofanetto del sec. 14° (forse un falso); due chiavi di volta in quercia, una del sec. 14° con il Volto Santo e una del 15° con l'Elemosina di s. Martino; una statua lignea di S. Lorenzo, del sec. 15°; un trittico con Adamo ed Eva, del 1525 ca., nell'abside centrale e la tomba di Louise de Laye (m. nel 1552).Sempre nel documento del 1102 viene menzionata come dipendente da S. Martino la chiesa di S. Pietro. Di quest'ultima va ricordato innanzitutto il Westbau romanico, sopravvissuto alla guerra relativamente intatto, che consiste in una torre centrale affiancata da due massicce ali laterali. La parte più antica, risalente a prima del 1200, è in arenaria ferrosa. Il secondo livello della torre è in laterizio, ma ancora in stile romanico, quindi costruito prima del 1250. Nel 1300 ca. esso fu compiuto in stile gotico e reca torricini angolari. La chiesa romanica, a pianta cruciforme a tre navate, poco dopo il 1300 fu trasformata in una chiesa 'a sala' gotica, a partire dal transetto. Il corpo longitudinale a tre campate fu rifatto nel sec. 15°, infine, il coro fu ricostruito nella prima metà del sec. 16°, salvo la prima campata, portata a termine fra il 1300 e il 1350. Dopo la guerra, la chiesa è stata reintegrata con precisione. Notevoli i capitelli con mostri del portale. Recentemente è emerso da uno scavo un rilievo con un mostroguardiano.Le altre chiese medievali di Y. sono: S. Giacomo (Sint Jacob), del 1139; S. Giovanni (Sint Jan), del 1200; S. Maria di Brielen (Onze Lieve Vrouw ten Brielen) e S. Nicola (Sint Niklaas), del 1220; S. Michele (Sint Michiel), del 1235; Santa Croce (Sint Kruis), del 1278. La struttura architettonica di S. Giacomo, che non è mai stata oggetto di un preciso esame filologico, è stata restaurata nel suo aspetto gotico sulla base della citata pianta di Thevelin e Destrée. Edificio di origine romanica della metà del sec. 12°, oggi esso si presenta come un vano basilicale 'a pseudo-sala', con alta navata centrale; il coro risale al 14°, il corpo longitudinale, di stile tardogotico, alla fine del 15° secolo. Scavi condotti nel 1971-1972 per l'impianto di riscaldamento hanno rivelato alcuni dati interessanti: la chiesa primitiva aveva un coro piatto, un transetto e un corpo longitudinale basilicale a cinque campate. Il portale occidentale era quasi identico a quello di S. Pietro: piuttosto ben conservate appaiono le basi delle colonnette in pietra di Tournai. Dalla navata centrale sono state recuperate ca. trenta piastrelle della pavimentazione originaria, decorate in rosso-marrone, nonché rari frammenti di vetrate a grisaille, della fine del 13° secolo.Tra i più importanti monumenti del patrimonio artistico di Y. spicca la Lakenhalle, sede del mercato delle stoffe, detto anche Grote Markt, con la torre civica (beffroi). Questo complesso, con una facciata di m 132, una superficie totale di m2 2473 e un'altezza di m 70, costituisce uno dei più grandi e imponenti esempi d'architettura civile del Medioevo nell'Europa occidentale e testimonia la fama internazionale di Y. come centro di esportazione di tessuti pregiati nel Duecento. La Lakenhalle, anch'essa in gran parte distrutta, ingloba nell'od. ricostruzione (la torre del 1934, il mercato del 1957) alcune parti originali: la base della torre, la Donkerpoort e la parte meridionale della facciata occidentale. L'unità stilistica risulta dal fatto che il progetto originario fu rigorosamente mantenuto attraverso tutto il periodo di edificazione, breve e senza interruzioni. Il primo nucleo dell'edificazione del mercato sembra essere costituito dalla torre civica. Pressoché tutto il complesso mostra una forte affinità con il Gotico francese, segnatamente con quello dell'Ile-de-France, ma sempre con un substrato stilistico romanico. Derivati dallo Scheldegotiek sono invece i torricini angolari poligonali della lunga facciata meridionale. Sulla base delle differenze stilistiche, la torre va datata al 1250 ca., mentre la parte orientale del mercato, la Viesehalle, sede del mercato del pesce, fra il 1250 ca. e il 1285, e quella occidentale fra il 1285 ca. e il 1304. Come materiale fu utilizzata l'arenaria dell'Artesia, ma per i dettagli più sottili anche la pietra proveniente da Bray (grès de Bray).Il sotterraneo e il piano terreno della Vleeshalle o Vleeshuis, sede del mercato della carne, sono stilisticamente affini alla Lakenhalle, il che indica una datazione comunque non anteriore alla metà del 13° secolo. Anche in questo caso vennero utilizzati la pietra dell'Artesia e il grès de Bray. La Vleeshalle è rettangolare, con una facciata di m 15 e una profondità di m 20 e con due navate di sei campate. Durante il completo rinnovamento del 1529-1533, il secondo piano fu rifatto in laterizio con due navate di due campate. Dopo la guerra, l'architetto Jules Coomans ricostruì la Vleeshalle abbastanza fedelmente; l'edificio ha ospitato il museo civico di Y. fino al 1974.Nella città furono fondati diversi ospizi e ospedali: la cappella del Belle Godshuis, con una facciata tardogotica, inferiormente con portale gemino, del sec. 15°, fu ricostruita con perizia dopo la prima guerra mondiale. Il Sint Janshospitaal, fondato nel 1277 da Broederlam, la cui facciata posteriore è datata al 1551, è sopravvissuto relativamente bene alle distruzioni della guerra. Viceversa, nulla è rimasto dei due beghinaggi e dei diversi conventi degli Ordini mendicanti (i Francescani dal 1249; le Clarisse dal 1259; gli Eremiti di s. Agostino dal 1261; i Carmelitani dal 1265; il convento di Hemelsdale intorno al 1266-1270; i Domenicani dal 1268). La fonte più antica, oltre a immagini posteriori, è la pianta di Thevelin e Destrée (Hosdey, 1887).Neanche delle case private sono rimaste molte tracce. Un buon esempio di una dimora patrizia, che ha superato la prima guerra mondiale quasi intatta, è lo Hooghuis o Tempeliershuis ('magione dei Templari', od. palazzo delle Poste). La sua affinità stilistica con la Lakenhalle giustifica una datazione nella seconda metà del 13° secolo. Dopo la guerra è stata restaurata, mantenendo le quattro campate aggiunte prima del conflitto, dato che le tre campate antiche non dovevano comunque costituire l'intero edificio originale. Delle numerose costruzioni in legno una sola era conservata alla vigilia della guerra; essa, situata in Rijselstraat, nr. 204, è stata poi malamente ricostruita.Grazie agli scavi degli ultimi anni nella zona dei Verdronken Weiden è stata approfondita considerevolmente la conoscenza delle abitazioni medievali e delle botteghe. Cronologicamente importante al riguardo è l'ante quem del 1383, relativo alla vecchia parrocchia di S. Martino, che in quell'anno venne abbandonata pressoché definitivamente: fra i reperti archeologici rinvenuti si trovano soprattutto frammenti di ceramica, nonché oggetti di legno (per es. una porta), di cuoio, di metallo (monete, giocattoli, insegne di pellegrinaggio, armi), i quali, insieme ai rifiuti, costituiscono l'attestazione di alcune industrie locali, tra cui quelle del tessuto, del cuoio e del metallo.Il vecchio museo civico è andato interamente bruciato nel 1914 e quello nuovo è stato rifondato negli edifici antichi del Sint Janshospitaal. L'od. collezione contiene soltanto pochi oggetti di epoca medievale, fra cui alcune mensole di trave.Nel Mus. van het Belle Godshuis, fondato nel 1962 nell'excappella dell'ospizio, sono collocati alcuni oggetti tardomedievali: una lastra tombale policroma del sec. 15° di una bottega di Tournai, un frammento del coperchio in ottone della tomba di Pieter Lansaem (1487) e un singolare dipinto a tempera su tavola, raffigurante la Madonna con donatori, già erroneamente attribuito al pittore Melchior Broederlam, oggi riferito al Maestro del 1420, il quale è forse da identicare con Frans de Wichtere.Lo Hotel-Mus. Merghelynck ospita due codici miniati del sec. 15°, sigilli, monete e altri oggetti tardomedievali. Nella scuderia di questo museo è allestita una mostra permanente sugli scavi nei Verdronken Weiden.
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