Allégret, Yves
Regista cinematografico francese, nato ad Asnières, Hauts-de-Seine, il 13 ottobre 1907 e morto ivi il 21 gennaio 1987. Il suo cinema sembra riflettere l'ambiguità del gauchisme francese postbellico: quella mescolanza di tradizione (che in A. è il richiamo al noir degli anni Trenta) e di ideologia marxista ed esistenzialista, in cui un desiderio individuale di innocenza perduta (pervasa però da un languore decadente) si coniuga con una volontà di riscatto sociale. Lavorò come aiuto regista del fratello Marc, di Augusto Genina e di Jean Renoir, dirigendo contemporaneamente una serie di cortometraggi di un certo rilievo (Ténériffe, 1932; Prix et profits, 1934; Le gagnant, 1935; Jeunes filles de France, 1938). Dopo aver collaborato con Léo Joannon, esordì come regista realizzando nel 1941 Les deux timides (1943; remake dell'omonimo film di René Clair del 1928) interpretato da Pierre Brasseur e Jacqueline Laurent, al quale seguirono il drammatico La boîte aux rêves (1945; Lo scrigno dei sogni) e il film di guerra Les démons de l'aube (1946) con Simone Signoret, divenuta sua moglie nel 1947; a lei e allo sceneggiatore Jacques Sigurd, A. deve gran parte del suo successo: lavorarono infatti insieme in Dédée d'Anvers (1948), nel quale l'attrice interpreta una dolente, indimenticabile entraîneuse di un bar d'Anversa, quindi in Une si jolie petite plage (1949; La via del rimorso) e in Manèges (1950; Intrighi di donne). In questi film A. ricreò la suggestiva atmosfera del realismo noir (eredità del cinema di Marcel Carné), riproponendo le tipiche ambientazioni di maniera con porti, caffè fumosi, prostitute e malviventi di una già mitica Pigalle, ma anche introducendo accenti satirici, a volte sferzanti, contro l'ipocrisia borghese e il dominio del denaro. Nei film successivi ripropose i temi e le atmosfere cupe delle opere degli anni Quaranta, anche se in maniera meno originale e convincente. Alternando generi diversi, realizzò tra gli altri film La jeune folle (1952; Amanti nemici), un dramma ambientato durante la rivolta irlandese del 1922; Les orgueilleux (1953; Gli orgogliosi), il più riuscito del periodo, sceneggiato da Jean-Paul Sartre e interpretato da Michèle Morgan e Gérard Philipe; l'avventuroso ed esotico Oasis (1955; Oasi); il drammatico La meilleure part (1956; Gli anni che non ritornano), ancora con Gérard Philipe; fino all'emblematico Germinal (1963; La furia degli uomini) tratto dall'omonimo romanzo di É. Zola. In tutte queste opere la prospettiva ideologica (il pacifismo e il trotzkismo) non risulta adeguatamente tradotta sul piano narrativo e stilistico. Dopo aver realizzato il poliziesco Johnny Banco (1967), si dedicò prevalentemente all'attività televisiva.
M.-E. Léger, "Les orgueilleux" de Yves Allégret et l'expression symbolique sacrée, Paris 1954.