Z
- Ultima lettera dell'alfabeto latino e dell'italiano, che corrisponde alla ζ dell'alfabeto greco. Il posto che questo segno occupa nella serie latina è dovuto al fatto che esso non esisteva fino al tempo di Cicerone, quando fu introdotto per trascrivere il suono greco. Nell'alfabeto greco primitivo ebbe la forma di I, sostituita dall'attuale per facilità di scrittura.
La forma paleografica non subì notevole modificazione, tranne che, per maggiore chiarezza, fu allungato in giù il tratto orizzontale inferiore, dando origine alla forma ʒ, che si usa accanto all'altra nella scrittura corsiva. La cediglia (dallo spagnolo cedilla "piccola zeta") era in origine appunto una piccola z scritta sotto la c a indicare il suono sibilante.
In italiano la z indica due suoni assibilati: quello che i fonetisti indicano con ts - cioè un suono dentale sordo con inizio occlusivo ed esito spirante, che acusticamente è percepito come semplice - che è il suono di zio, e il corrispondente suono sonoro indicato con dz, come in zero; i tentativi per distinguere graficamente i due suoni, iniziati già da G. G. Trissino, sono falliti, non ostante che l'esistenza di parole in cui la differenza di pronunzia della z è significativa, come in razza con z sorda "popolo" e razza con z dolce "pesce del genere. Raja", e simili renderebbe una tale distinzione desiderabile.
Nelle lingue moderne, la z ha pronunzia molto varia: in francese indica la s sonora, e questo stesso suono ha negli alfabeti latinoslavi; in inglese, oltre che il suono della s sonora, talvolta indica il suono della j francese, cioè della sonora corrispondente al nostro sc; in tedesco indica invece il suono assibilato di ts; in spagnolo è una fricativa dentale, simile al th sordo inglese; nelle lingue scandinave è pronunziata s sorda; in ungherese rappresenta il suono della s sonora, ma ha anche un valore di segno diacritico nei gruppi sz che indica s sorda e zs che indica il suono della j francese; in polacco, accanto a z uguale a s sonora, si ha ż pari a j francese, ź che è s sonora palatalizzata e inoltre i gruppi rz, pronunziato j francese, e sz, pronunziato sc italiano di scena; l'alfabeto croato e cecoslovacco ha z col suono di s sonora e ž con quello di j francese.