DAL POZZO, Zaccaria (Zacharias de Feltre, Zacharias de Puteo)
Nacque a Feltre (Belluno) intorno al 1425, come si deduce dal suo curriculum studii, da "ser Zaniacobus".
Il padre si trasferì molto presto a Padova, dove è indicato come abitante "de contrada Sancti Leonardi" (Biasuz, 1964, p. 17); l'intera famiglia, compreso il fratello Battista, rimase legata - come è tradizione nei gruppi da poco trapiantati in nuove sedi - a cittadini di origine feltrina, a quanto risulta possibile constatare dai testimoni presenti nei vari documenti.
Il D. intraprese lo studio presso la facoltà delle arti; in qualità di "scolaris in artibus" era presente il 17 febbr. 1446 al dottorato di "Petrus Fentius de Conegliano" (Actagraduum n. 1998); conseguì, dopo l'"examen temptativum" (ibid., n. 2 116), il dottorato "in artibus" l'11 genn. 1447 (ibid., n. 2117); proseguì gli studi in medicina sotto la guida del famoso medico Bartolomeo da Montagnana e da questo ricevette le insegne dottorali il 29 marzo 1449 (ibid., n. 2316).
Anni non facili seguirono per il D., che probabilmente incontrò non pochi ostacoli prima di iniziare la carriera di insegnante presso la stessa università di Padova: infatti nel 1422 la Repubblica di Venezia aveva stabilito per questa università che il Collegio dei fisici non superasse il numero di venti e che i professori fossero originari di Venezia o di Padova. Nel 1450 il D., a quanto si deduce dal documento di licentia in medicina di "Franciscusnicolaus de Carreria" dell'i i febbraio, dove figura come testimone, svolgeva le funzioni di vicegerente del vicario Bonaventura de Brocardis (ibid., n. 2393); nel, 1453 sostituiva "Ioannes de Fornacibus"; ancora nel 1455, con una petizione del 29 maggio, chiedeva di essere ammesso al Collegio di arti e medicina (Kibre, p. 73); seguì poco dopo un intervento del doge Francesco Foscari, che il 3 giugno e il 4 luglio 1455 ne sollecitò l'ammissione.
Le sue condizioni economiche, a quanto si deduce da due contratti, dovettero essere, anche se non agiate, di un certo livello: il 2 apr. 1454 egli dà "ad usum socide" a Iacomino de Trezo una "vacha plena" del valore di diciotto lire; il 25 nov. 1455. insieme con il fratello Battista, concede in affitto a e Nicolaus et Menegatius Mondinus" un appezzamento sito presso la "Vila de le Cha Nove" (Biasuz, 1964, p. 17). Il D. fece anche parte del Consiglio comunale della città per un periodo inferiore a cinque anni (De Sandre, p. 33). Ebbe rapporti, come è ovvio, con quanti studiavano ed insegnavano a Padova: il 24 luglio 1451 è tra i testimoni della laurea di Panfilo Castaldi, anch'egli nato a Feltre (cfr. M. Gaggia, Documenti inediti su Panfilo Castaldi, Feltre 1935, p. 14; T. Gasparrini Leporace, in Miscellanea in onore di G. Praga..., Venezia 1950, p. 47); il 22 luglio 1458 è testimone all'atto di vendita con il quale Ludovico Podocataro compra da "lacob hebreus" un codice di Orazio, l'attuale Laur. 34,1 della Biblioteca Laurenziana di Firenze, il famoso Orazio appartenuto al Petrarca. Probabilmente il D. fu anche maestro del beato Bernardino da Feltre, ma nessun elemento preciso, ne dà conferma. Ebbe un figlio, Giovanni Iacopo, il quale divenne professore presso lo Studio di Padova e nel 1480-82 ebbe come discepolo Giovanni Pico della Mirandola (G. Biasuz, Il filosofo G. J. Dal Pozzo, in Arch. stor. di Belluno, Feltre e Cadore, XXXVI [1965], pp. 136-139).
Il D. morì il 18 dicembre 1458 a Padova, a quanto si deduce dai versi che il riminese Bolza Tracalo gli indirizzò qualche tempo dopo la morte (ms. Monacensis lat. 78 della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco, f. 207: "Trachalus Ariminensis ad Zachariam. Fel. medicum et vatem, qui mortuus est die Iovis post festum sancte Lucie ea die qua scripsi carmina"). Vanno quindi respinte, perché in coatrasto con i documenti, le date del 1442 come inizio dell'insegnamento di medicina e del 1456 come anno di morte. Le antiche storie di Feltre attribuiscono la morte ad una accidentale caduta o da un solaio o dalle mura della città di Padova. Al momento della morte il D. lasciò interrotta la trascrizione del Collectorium artis medice di Nicola Bertuccio a quanto risulta dalla nota della Bibl. Jagiellonska di Cracovia, ms. Univ. 786, f. 238v: "Defectus est hic propter obitum colligentis, videlicet excellentissimi ac famosissimi arcium ac medicinae doctoris magistri Zachariae de Feltre" (Colophonsdes manuscrits occidentaux..., V,Fribourg 1979, P. 546, n. 18.930).
La morte precoce, da un lato, e il periodo relativamente breve di insegnamento, dall'altro, hanno di fatto condizionato la fortuna e la circolazione delle sue opere. Il De urinis, infatti, è variamente assegnato al D. e al suo maestro Bartolomeo da Montagnana: nel Vat. lat. 5378, della Biblioteca Apostolica Vaticana, copiato a Bologna nel 1465 su istanza di un altro famoso professore dello Studio padovano, Giovanni Marcanova, risulta anonimo; nel ms. di Oxford, Bodl. canon. misc. 524, è assegnato a Zacharias Feltrinus, mentre nei mss. Palatini lat. 1228 della Biblioteca Apostolica Vaticana e 988 della Herzog-August Bibl. di Wolfenbtittel il colophon registra in alternativa ("alias ut fertur") i due autori. Anche l'edizione di quest'opera, stampata a Padova il 17 febbr. 1487 dal "magister Matheus Cerdonis de Vindischgrecs" (Hain, 11553), riporta la doppia attribuzione. È probabile che il D. svolgesse le funzioni di raccoglitore-editore delle lezioni del famoso Bartolomeo. Il trattato De urinis è infatti un'opera destinata alla scuola: sulla scorta di Avicenna e di Isaac Iudaeus (che aveva composto un De urinis, tradotto in latino da Costantino Africano) essa si articola in una serie di regole (tutte rivolte all'osservazione pratica) ed in alcuni consigli ("cautelae medicorum") per l'esercizio della professione.
Il D. compose inoltre alcuni Opuscula, conservati nel ms. di Cambridge, Trinity College 1239, ed anche Quaestiones tres de naturali philosophia (Lat. 6562 della Bibliothèque Nationale di Parigi).
Fonti e Bibl.: Acta graduum academicorumGymnasii Patavini ab anno 106 ad annum 1450, a cura di C. Zonta-I. Brotto, 1, 2, Padova 1970, pp. 226, 251 s., 296, 300 s.; I. Facciolati, FastiGymnasii Patavini, II, Patavii 1757, p. 128; A. Cambruzzi, Storia di Feltre, II, Feltre 1873. p. 140; Epist. di Guarino Veronese, a cura di R. Sabbadini, III, Venezia 1919, pp. 511 s.; E. Rostagno, L'Orazio laurenziano già di Francesco Perrarca, Roma 1933, pp. 6 s.; M. Gaggia, Notizie geneal. delle famiglie nobili di Feltre, Fel tre 1936, pp. 291-295; P. Kibre, Scholarly Privileges in the Middle Ages, London 1961, pp. 73 s., 344; L. Thorndike-I. Kibre, A Catalogueof incipits of mediaeval scientific writings in Latin, London 1963, coll. 197, 862 s., 1285, 1292; G. Biasuz, Maestro Z. D., senior, in Arch. stor. diBelluno Feltre e Cadore, XXXV (1964), pp. 15 ss.; Id., Appunti d'arch…, Z. D., senior, ibid., XLI (1971), p. 78; G. De Sandre, Dottori, Università, Comune a Padova nel Quattrocento, in Quaderni per la storia dell'Università di Padova, I (1968), pp. 33 s., 41; L. Bertalot, Versi latinidi Bolza Tracalo da Rimini, in Studien zum italienischen und deutschen Humanismus, I, Roma 1975, pp. 373 s.; T. Pesenti, Professori e promotori di medicina nello Studio di Padova dal 1405 al 1509. Repertorio bio-bibliogr., Padova 1984, pp. 101 s.; P. O. Kristeller, Iter Italicum..., II, p. 393.