ZAID IBN ‛ALĪ ZAIN al-‛ĀBIDĪN
Famoso agitatore politico-religioso ‛alide, pronipote del quarto califfo ‛Alī (che regnò nel 35-40 eg., 656-661 d. C.), per la linea d'al-Ḥusain, quindi discendente da Fāṭimah, figlia di Maometto. Riprese il tentativo, già fatto vanamente nel 680 da suo nonno al-Ḥusain, di sottrarre il califfato agli omayyadi per trasferirlo alla casa ‛alide; ma anche questa rivolta, preparata e fatta scoppiare ad al-Kūfah, non riuscì, e Zaid cadde ucciso in combattimento nel primo mese del 122 eg. (dicembre 739-gennaio 740). Fu uomo dotto nelle scienze religiose e gli si attribuiscono alcuni scritti fondamentali della setta sciita moderata che da lui viene chiamata zaidita; ma pare indubbio che essi siano stati posteriormente rimaneggiati; principale il Maǵmū‛al-fiqh edito per la prima volta da E. Griffini (Corpus iuris di Zaid ibn ‛Alī, Milano 1919), e poi pubblicato indipendentemente da questa edizione al Cairo nel 1340 eg. (1922) e oggetto di ampio commento per opera d'as-Sayyāghī (morto nel 1221 eg., 1806) pubbl. al Cairo 1347-1349 eg. (1928-1931), voll. 5.
Bibl.: È indicata in R. Strothmann, s. v. Zaid b. ‛Alī, in Encycl. de l'Islām, ed. franc., IV (Leida 1933), pp. 1260-61.