ZAIRITI (o Zīrīti)
Dinastia musulmana berbera, che regnò sulla Tunisia e parte dell'Algeria dalla fine del sec. IV dell'ègira alla metà del VI (X-XII d. C.). Le sue origini risalgono alle lotte sostenute dal capostipite Zīrī (o Zairī) ibn Manād contro i berberi Zenātah, nei monti del Tiṭṭarī, che gli valsero il favore dei Fāṭimidi di al-Mahdiyyah. Allorché questi con al-Mu‛izz nel 973 lasciarono il Maghrib per l'Egitto, designarono al governo, in loro nome, dell'Ifrīqiyah (Tunisia) il figlio di Zīrī, Bulukkīn (o Buluqqīn, pron. Buluggīn con g dura), con cui s'iniziarono le vere fortune della dinastia zīrīta. Bulukkīn (972-983), il figlio al-Manṣūr (984-995) e il nipote Bādīs (996-1015) estesero il loro dominio a gran parte del Maghrib, e benché sotto Bādīs l'Algeria andasse perduta per gli Zīrīti, essendosene impadroniti i Ḥammāditi della Qal‛at Banī Hammād, il regno del principe zīrīta al-Mu‛izz (1016-1062) segna l'apogeo della prosperità economica e culturale della Tunisia sotto gli Zīrīti. Ma il tentativo di al-Mu‛izz di svincolarsi dal vassallaggio verso i Fāṭimidi d'Egitto, ripudiando anche le dottrine sciite mal viste nel Maghrib, portò i Fāṭimidi, per rappresaglia, a scatenare contro l'Africa settentrionale le tribù arabe beduine dei Banū Hilāl e Banū Sulaim (1052), allora stanziate nell'Alto Egitto, per le cui devastazioni andò rovinata la floridezza economica e culturale del Maghrib fin quasi al Marocco. Dinnanzi all'invasione, al-Mu‛izz dové abbandonare la capitale al-Qairawān, e rifugiarsi ad al-Mahdiyyah (1057). Il figlio di al-Mu‛izz, Tamīm (1062-1108), e i successori di questo, mentre dovettero da un lato lottare contro gli Arabi invasori e contro i Ḥammāditi di Algeria, che insidiavano il retroterra tunisino, dall'altro lato tentarono una politica navale contro i Normanni di Sicilia, sforzandosi di contendere loro il dominio del Mediterraneo occidentale. Ma il tentativo, condotto con mezzi insufficienti e sistemi più che altro di pirateria, fallì. Nel 1148 al-Mahdiyyah era occupata dai Normanni di Ruggiero II, mentre l'emiro zīrīta al-Ḥasan si rifugiava a Bona e poi ad Algeri. Reinsediato poco dopo nella sua capitale dall'almohade ‛Abd al-Mu'min, era di nuovo costretto dopo pochi anni ad abbandonarla definitivamente, e i territorî zīrīti, come tutto il Maghrib, erano incorporati nell'impero almohade.
Un altro ramo dei medesimi Zīrīti Ṣanhāgiah, passato dall'Africa in Spagna dopo una rivolta sfortunata contro la linea regnante, e affermatosi al servizio degli ‛Āmiridi di Valenza (2a metà del secolo X d. C.), riuscì, allo smembramento del califfato omayyade di Cordova, a stabilire un principato a Granata. Ivi si mantennero per tutto il sec. XI, fino a che non furono spodestati dagli Almoravidi.
Bibl.: E. de Zambaur, Manuel de chronologie et généalogie pour l'histoire de l'Islam, Hannover 1927, p. 70; G. Marçais e E. Lévy-Provençal, in Encycl. de l'Islam, ed. franc., IV (1934), pp. 1299-1301.