PIGNONI, Zanobi di Francesco
PIGNONI, Zanobi di Francesco. – Stampatore, libraio e musico attivo in Firenze nella prima metà del Seicento; non si conosce né il luogo né la data di nascita (presumibilmente negli anni Ottanta).
Cantava nel coro della Cattedrale di Firenze: in una petizione del 1615 indirizzata al Granduca si definisce «Musico di Cappella di Vostra Altezza Serenissima» (Archivio di Stato di Firenze, Regio Diritto, 18, c. 479r). Fu un castrato, ma non si hanno altre notizie di lui come cantante.
La prima notizia certa è l’immatricolazione all’Arte dei Medici e degli Speziali, dove è indicato come Zanobi di Francesco di Antonio Pignoni, il 15 novembre 1607. Al tempo lavorava nella stamperia degli eredi Marescotti, diretta fino al 1611 da Cristofano e poi da Domenico Magliani, marito di Caterina Marescotti, figlia di Cristofano. In seguito alla fuga di Magliani, accusato dell’omicidio d’uno dei suoi collaboratori e del ferimento di un altro, la direzione della stamperia passò a Pignoni, che certamente continuò la collaborazione con Margherita, vedova di Cristofano e legittima titolare dell’azienda, fino a metà 1614, quando i due divisero la società. Pignoni acquistò dalla vedova gran parte del materiale della stamperia, compresi i caratteri musicali e probabilmente anche la sede: nell’ottobre 1614 il tipografo è infatti incluso in una lista di tipografi e librai fiorentini e definito «stampatore et librario alla condotta» (Archivio di Stato di Firenze, Regio Diritto, 18, cc. 64r, 65v), vale a dire in via della Condotta, dove i Marescotti avevano bottega. Anche se non riuscì a ottenere una privativa per la stampa dei bandi e dei decreti granducali, concessa in precedenza per due anni alla vedova Marescotti e poi non rinnovata, stampò molti atti pubblici.
Nel periodo 1614-1615 Pignoni pubblicò sei edizioni musicali: Il secondo libro dei madrigali di Giovanni Del Turco (Firenze 1614), le Nuove musiche e nuova maniera di scriverle di Giulio Caccini (Firenze 1614), i Varii esercitii di Antonio Brunelli (Firenze 1614), le Missae et sacrarum Cantionum sex decantandarum vocibus di Marco da Gagliano (Florentiae 1614), Le varie musiche a una due tre voci per cantare nel clavicembalo et chitarrone di Raffaello Rontani (Firenze 1614) e Il primo libro di madrigali a cinque voci di Domenico Visconti (Firenze 1615); almeno tre di esse uscirono nello spazio di un mese. Si può trovare una spiegazione di questo avvio fortunato e produttivo nel contratto di società in accomandita, del 18 luglio 1614, nel quale tre finanziatori fiorentini, Giovanni Del Turco, Lodovico Arrighetti e Giovanni Battista Gagliano (probabilmente per conto di Cosimo Del Sera), tutti implicati nella produzione musicale in veste di mecenati e compositori, dilettanti o professionisti, consegnarono 300 scudi a Pignoni per stampare sotto la sigla «Zanobi Pignoni & C.». Il contratto avrebbe bensì dovuto durare tre anni, ma dopo un anno scarso, il 15 giugno 1615, la società fu sciolta. Alcuni studiosi hanno collocato questo primo anno di attività di Pignoni entro una precisa strategia, condotta da alcuni mecenati fiorentini per alimentare a Firenze una produzione musicale di qualità; la scelta di Pignoni come stampatore si sarebbe dunque giustificata in base alla sua esperienza di musicista e alla disponibilità dei caratteri musicali provenienti dalla ditta Marescotti. Il giorno prima di rescindere il contratto, il 14 giugno 1615, Pignoni aveva già fondato un’altra società in accomandita con lo zio, il libraio Pasquale d’Antonio Pignoni, il cui investimento iniziale, del valore di 440 scudi, era stato corrisposto in materiale per la stamperia. La collaborazione durò fino al 1° dicembre 1621.
Ricordato soprattutto per il contributo dato allo sviluppo delle edizioni musicali, fin dall’inizio Pignoni orientò la sua produzione anche su altri versanti: oltre la citata pubblicazione di bandi e manifesti, si ricordano, fra le prime edizioni uscite col suo nome di stampatore le Considerazioni ... sopra ’l discorso di Galileo Galilei intorno alle cose che stanno in su l’acqua e che in quella si muovono (1613) di Vincenzio di Grazia, oppositore di Galileo. Notevole anche per l’apparato iconografico è la Guerra di bellezza, festa a cauallo fatta in Firenze per la venuta del serenissimo Principe d’Urbino l’ottobre del 1616 di Andrea Salvadori, poeta e drammaturgo fiorentino, con 5 tavole incise da Jacques Callot, incisore francese attivo a Firenze sotto la protezione di Cristina di Lorena.
Con la chiusura dell’accomandita con i tre finanziatori, Pignoni si allontanò gradatamente dalla produzione musicale; per il 1617 rimangono tre edizioni di questo genere, per il 1618 una, e due per il 1619. Spiccano Le varie musiche di Jacopo Peri (1619), dedicate a Ferdinando Saracinelli, poeta, drammaturgo e cameriere segreto del granduca e balì di Volterra; in apertura Pignoni scrive di aver deciso di riproporre l’edizione del 1609 (apparsa per i tipi di Cristofano Marescotti) con molte aggiunte per soddisfare alle «continue dimande» dei lettori. In seguito le edizioni musicali diminuirono sia di numero sia di qualità, come si osserva nella stampa della partitura della Flora di Marco da Gagliano (1628). Nell'edizione del Cespuglio di varii fiori, ovvero intavolatura de chitarra spagnola di Giovanni Battista Abbatessa (1637) Pignoni utilizza la sigla editoriale di «Stamperia vecchia».
Negli anni successivi la produzione editoriale del Pignoni si diversificò, anche se rimase legata a due grandi filoni (oltre quello musicale), ossia i bandi e decreti e le poesie d’occasione (epitalami, componimenti per feste da ballo e celebrazioni ecc.). Non mancarono però opere importanti come la terza edizione, riveduta e accresciuta, del trattato Della lingua toscana di Benedetto Buonmattei (1643), accademico della Crusca e lettore di lingua toscana dapprima all’Università di Pisa, indi presso lo studio fiorentino: l’opera, dedicata al granduca, reca il privilegio di stampa e, nella parte finale, le approvazioni della censura ecclesiastica. Buonmattei si era già rivolto a Pignoni nel 1632 per la stampa delle Descrizioni delle feste fatte in Firenze per la canonizzazione di Santo Andrea Corsini: l’edizione, con frontespizio inciso, reca una premessa in cui Pignoni si scusa con i lettori per il ritardo nell’uscita del volume, dovuto all’epidemia di peste, e ringrazia Dio per averlo preservato «da tanti mali». Lo stesso stampatore aveva anche pubblicato, in materia medica, il Discorso sopra de mali contagiosi pestilenziali di Antonio Pellicini (1630).
Morì l’8 settembre 1648. Le circostanze della morte sono riportate da un cronista fiorentino: «Zanobi di Francesco Pignoni castrato e grandissimo bevitore, oltre all’adornamento della musica che aveva era applicato all’esercizio del libraio. Occorse che la sera del dì 8 di settembre 1648 tonandosene a casa cotto, e credendo salire la scala per andarsene in camera, cascò dalla scala della volta che era contigua alla scala che saliva, e perché stava solo in casa, non lo vedendo comparire a bottega, apersero per forza la sua casa e lo trovarono morto nella volta, con il capo tutto infranto» (Firenze, Biblioteca nazionale, G. Capponi 273: Diario di cose domestiche, c. 71r). Nel Libro dei morti dell’Arte dei Medici e degli Speziali la data riportata è il 9 settembre è indicata la sepoltura in S. Apollinare.
Fonti e Bibl.: Firenze, Biblioteca Nazionale, G. Capponi 273: Diario di cose domestiche, c. 71r (anche in Firenze, Archivio di Stato, Manoscritti 165, numero 437; Arte dei Medici e Speziali, 258, c. 389r).
C. Sartori, Dizionario degli editori musicali italiani: tipografi, incisori, librai-editori, Firenze 1958, p. 121; T. Carter, Music-printing in late sixteenth- and early seventeenth-century Florence: Giorgio Marescotti, Cristofano Marescotti and Zanobi Pignoni, in Early Music History, IX (1989), pp. 54-60; G. Guarducci, Annali dei Marescotti tipografi editori di Firenze (1563-1613), Firenze 2001, ad ind.; R.L. Bruni, Tipografia fiorentina del Seicento: le edizioni Marescotti, in La Bibliofilia, CV (2003), pp. 294-303; M. Caso Chimenti - L. Papini, La legislazione medicea nelle raccolte dell’Archivio di Stato di Firenze, 1532-1737, Napoli 2009, ad ind.; The New Grove Dictionary of music and musicians, London 2001, XIX, p. 739; T. Carter - R.A. Goldthwaite, Orpheus in the marketplace: Jacopo Peri and the economy of late Renaissance Florence, Cambridge 2013, ad ind.