ZANZARE (lat. scient. Culicidae; fr. moustiques; sp. mosquitos; ted. Stechmücken o Schnaken; ingl. gnats o mosquitoes)
Piccoli e delicati Insetti dell'ordine dei Ditteri, ben noti per le punture inflitte agli uomini e agli animali dalle femmine, punture che oltre ad essere moleste possono trasmettere alcune gravissime malattie. Lo sviluppo delle zanzare avviene sempre nell'acqua. Ne sono finora descritte quasi due migliaia di specie, diffuse in tutto il mondo e particolarmente nelle zone tropicali e subtropicali, per quanto zanzare di certe specie siano presentì a latitudini molto elevate dove pure compaiono, nelle brevissime estati, in numero sterminato.
Di colori scuri o smorti, bruni e ocracei (qualche specie dei generi Megarhinus, Sabethes, ecc., è ornata di squame metalliche vivacemente colorate: purpuree, azzurre, verdi e di altri colori), con fasce e macchie più chiare o bianche, le zanzare (che di rado superano il centimetro di lunghezza), si distinguono dagli altri Nematoceri (v.) affini per il corpo e le nervature e i margini delle ali ricoperti (fuorché nei Dixini) di squame (o di peli), per i grandi occhi composti che occupano quasi tutta la testa, per l'apparato boccale sporgente all'innanzi (meno che nei Caoborini e nei Dixini) come una lunga tromba diritta, per la speciale nervatura delle ali, per il lungo addome cilindrico, e per altri caratteri. I maschi differiscono (se si faccia eccezione dei Dixini) dalle femmine per le antenne lungamente piumose e per i palpi mascellari differentemente conformati, oltre che per la diversa dieta. Il suddetto apparato boccale consta, nelle femmine delle sottofamiglie Anophelinae, Aëdinae e Culicinae, di un lungo labbro inferiore fatto a tromba più o meno rigida (e terminata da due labelli) che accoglie in un solco anteriore lo stiliforme labbro superiore fatto a cilindro incompleto e completato dalle due setole mandibolari (terminate spesso a lancetta), da quelle mascellari (dentellate all'apice) e dalla filiforme prefaringe percorsa dal canale salivare; per questo scende l'irritante saliva che la zanzara inietta nella ferita; per il canale formato dal labbro superiore sale il sangue succhiato, mentre la tromba rimane, piegata, fuori della puntura. Nelle femmine di Culicidi che non pungono (es. Megarhinus), e in tutti i maschi, le setole mandibolari mascellari sono brevissime. I palpi mascellari, pluriarticolati, sono lunghi quanto la tromba nelle femmine degli Anofelini, molto più brevi in quelle dei Culicini e degli Aedini; i maschi hanno palpi molto varî. Nella sottofamiglia dei Dixinae la tromba è corta, non pungente, e i palpì lunghi e penduli; nei Chaoborinae questi sono corti, come la molle tromba.
Le uova delle zanzare differiscono molto da genere a genere. Quelle di Anopheles sono allungate e provviste sui lati di "galleggianti" più o meno sviluppati; sono deposte isolate e, galleggiando, si raggruppano a stella, a stria, ecc. Quelle di Culex e Theobaldia, tronco-coniche o fusiformi, fornite di un galleggiante stellato al polo più largo (che le tiene verticali), sono riunite in masserelle compatte, a navicella. Gli Aëdes depongono uova isolate che galleggiano o affondano o rimangono (se emesse fuori dell'acqua) all'asciutto fino alla prima piena del bacino che le ospita. A gruppi su piante acquatiche e fuori d'acqua sono deposte le uova delle Ficalbia, sott'acqua dai Mansonioides. Quelle dei Dixini e dei Caoborini vengono dalle femmine lasciate cadere nell'acqua in gruppi immersi in 1ma sostanza gelatinosa.
Le larve, molto caratteristiche, hanno una costituzione generalmente uniforme nella famiglia. Il capo, rotondeggiante, è bene distinto dal resto del corpo, e mobile; fornito di ocelli laterali semplici e poi degli abbozzi degli occhi composti, porta due antenne e un cospicuo apparato boccale masticatore, nel quale, oltre alle complicate mandibole, alle mascelle setolose e a una piastra triangolare labiale, sono vistosi un paio di ciuffi di setole del labbro superiore che, continuamente in movimento vorticoso portano alla bocca le particelle di cibo sospese nell'acqua. Il torace è fuso in un unico pezzo, largo (tranne che in Dixa), privo di zampe. L'addome, cilindrico, porta all'estremità due paia di lamine tracheobranchiali, dei ciuffi di setole e spesso (esclusi gli Anofelini, i Dixini e i Caoborini) un sifone tronco-conico al cui apice sboccano le trachee. Le larve dei caoborini sono trasparenti e lasciano vedere due paia di tipici sacchi aerei toracici e addominali che funzionano quali organi idrostatici. La pupa, in forma press'a poco di virgola, con il capo e il torace fusi in una massa ovale fornita al dorso di due cornetti respiratorî e con l'addome stretto e allungato, provvisto di quattro palette natatorie apicali, è molto mobile e più o meno vivace, ma naturalmente non prende cibo.
Giunta la pupa a maturità, la cuticola le si spacca sul dorso e l'adulto ne esce lentamente, estraendo gli arti dalla esuvia che ora, ripiena di aria, gli serve da galleggiante. Induriti i tegumenti, la zanzara si leva a volo e va subito in cerca di cibo. I maschi sono sempre glicifagi e trovano alimento specialmente nei fiori; le femmine invece (a eccezione dei Dixini e dei Caoborini, nonché dei Megarhinus) si portano sugli animali (mammiferi, rettili e uccelli e, pare, anfibî e certi pesci, oltre ad alcuni granchi terricoli) per succhiarne il sangue; le singole specie dimostrano spesso una spiccata preferenza per determinati ospiti (si parla, per es., di specie zoofile e di specie antropofile). Eccezionalmente anche le femmine si alimentano soltanto di sostanze zuccherine e di altri liquidi (l'Aëdes fasciatus è stato visto succhiare la sierosità di ulcere), ma il sangue è generalmente necessario (se non proprio indispensabile) alla regolare maturazione delle uova; in alcune forme "autogene" l'ematofagia e l'assunzione di cibo in genere sono abolite. Vi sono anche certe specie mirmecofile, come la curiosissima Harpagomyia splendens di Giava, la quale sollecita dalle sue formiche (Cremastogaster difformis) il rigurgito di goccioline di miele che avidamente succhia, e per moltiplicarsi usa i nidi della stessa formica abbandonati e riempiti d'acqua.
I pasti avvengono in varie ore del giorno o della notte, a seconda delle specie o anche, nella medesima specie, a seconda della stagione, delle condizioni metereologiche del momento, ecc. Specialmente l'umidità atmosferica è necessaria all'attività succhiatrice. Il volo di alcune (es. Anopheles) è oscillante e circospetto, mentre altre (es. Aëdes) volano diritte sulla vittima. Il caratteristico acuto ronzio è prodotto dalle ali. Il volo porta alcune specie (in particolare le domestiche come l'Aëdes fasciatus, il Culex pipiens, ecc.) poco lontano dal luogo di nascita, mentre altre si allontanano per chilometri e decine di chilometri, spesso in sciami immensi, a trovare il cibo, aiutate o no dai venti.
La durata normale della vita delle zanzare adulte è molto variabile, particolarmente in ragione della temperatura, in estate, se non fa molto caldo, può raggiungere un paio di mesi; ma le forme ibernanti (nascoste in ogni rifugio, spessissimo in quelli offerti dall'uomo) sopravvivono anche per molti mesi. Le generazioni possono susseguirsi numerose nel corso della buona stagione, oppure le specie si riproducono una sola volta nell'anno. L'inverno (o la stagione sfavorevole in genere, secca) può essere passato, oltre che allo stato adulto in quello di larva o di uovo.
L'accoppiamento ha luogo generalmente in volo, sia durante le "danze nuziali" che grandi sciami di maschi intraprendono alla sera e alle quali si uniscono le femmine (e allora si parla di specie eurigame, che necessitano di molto spazio e di movimento), sia (specie stenogame) isolatamente e in spazio anche ristretto; in alcune forme l'unione avviene da fermo. Le femmine, nutrite e fecondate, e che abbiano maturato le uova, vanno a deporle in tutti i luoghi in cui si potranno sviluppare le rispettive larve, e quindi sopra o presso l'acqua; ma certi Aëdes che depongono le uova all'asciutto sanno scegliere le depressioni del terreno o le cavità che saranno allagate e sommergeranno le uova stesse al momento opportuno. Certe uova (terminato in esse lo sviluppo embrionale) possono resistere lungamente alla siccità e al disseccamento.
Le larve rompono il guscio dell'uovo con uno speciale e provvisorio processo del capo e cominciano immediatamente la loro attività, che si svolge unicamente nell'acqua. Questa può essere commessa negli ambienti più disparati, verso i quali le singole forme presentano una specializzazione più o meno spinta. Così sono abitate dalle diverse specie di zanzare non solo le paludi, gli stagni, gli acquitrini, le lagime salmastre e l'acqua di mare (sia pure fortemente concentrata) lasciata dall'alta marea nella terra o dalle onde sulle scogliere, i fossi e i fossati, i canali e le scoline nei campi, le risaie, le marcite, i prati inondati, le vasche dei giardini, ma anche le acque tranquille ai margini dei fiumi e nei torrenti montani, le pozzanghere temporanee più o meno ampie formatesi con gli acquazzoni o col fondersi delle nevi, i bacini nell'intemo di grotte e di miniere, o le condotte anche a parecchi metri dal suolo, la poca acqua ferma nelle impronte di piedi e di zoccoli, quella trattenuta da grandi foglie cadute a terra o dall'ascella delle foglie di altre piante (come Bromeliacee, banani, ananassi, ecc.), da culmi troncati di bambù, da cavità cariate di tronchi d'albero, da gusci di noci di cocco, ecc. Specialissimi ambienti sono forniti dalle tane di certi granchi esotici nella sabbia, o dalle aurne (ascidî) delle piante insettivore (Nepenthes, ecc.) indispensabili alla vita di parecchie strane zanzare carnivore tropicali. Le forme cosiddette "domestiche", perché si trovano quasi sempre a prolificare nelle vicinanze delle costruzioni dell'uomo (Culex pipiens, Theobaldia annulata, Aëdes fasciatus, ecc.), utilizzano qualunque acqua di scolo, spesso oltremodo impura, ma anche quella che possono trovare in cisterne, botti, mastelle, vasi, bottiglie rotte, vecchie scatole di conserve, persino (Aëdes fasciatus) quella dei vasi da fiori nelle stanze o delle bacinelle che in paesi caldi si usano mettere sotto ai piedi dei mobili per impedire l'invasione delle formiche; nelle chiese si moltiplicano nelle acquasantiere, e spesso le grondaie dei tetti, otturate dalla polvere e da detriti, offrono ambiente ideale alla riproduzione dei molesti visitatori. Tutti i sopra indicati habitat sono dotati di particolari caratteristiche ecologiche più o meno stabili, cui corrispondono adatti comportamenti delle larve che li popolano e quindi a seconda della specie in questione la moltiplicazione vi sarà possibile o meno.
Oltre al pH (concentrazione degli ioni idrogeno) dell'acqua, alla vegetazione, alla temperatura, all'aerazione, all'illuminazione, ecc., è coefficiente essenziale nella vita delle larve delle zanzare la presenza del cibo particolare a ciascuna di esse. Molte di queste si tengono appese al pelo dell'acqua e si nutrono del plancton microscopico, di alghe, diatomee, batterî, protozoi, ecc., e di tutti i minutissimi detriti di origine vegetale e animale sospesi nel liquido, che esse convogliano alla bocca, senza muoversi altrimenti, con l'attività dei ciuffi boccali provocanti una corrente d'acqua; l'assunzione del cibo è continua e non s'interrompe nella notte. Altre specie si tengono sul fondo del bacino d'acqua a ricercarvi gli stessi o simili alimenti. Alcune larve sono invece carnivore e predatrici e hanno l'apparato boccale appositamente trasformato (e talvolta, come nei Caoborini, anche le antenne prensili); si cibano di piccoli Crostacei e Insetti, ma soprattutto di altre larve di zanzare, anche della loro stessa specie, riuscendo un importante fattore di limitazione di molte forme pericolose.
Altra necessità di tutte le larve di zanzara è di giungere frequentemente alla superficie per respirare l'aria atmosferica. Le pseudobranchie anali sono di grande aiuto a diverse specie, le quali fruiscono inoltre di una limitata respirazione tegumentale in acque molto aereate e pertanto vengono a galla a periodi più lunghi. In condizioni di vita rallentata (certe larve ibernanti possono anche rimanere coperte dal ghiaccio) i bisogni respiratorî naturalmente diminuiscono. Sempre più pesanti dell'acqua, devono sollevarsi attivamente nel liquido, vincere la resistenza opposta dalla tensione superficiale e poi restare appese, per merito di questa, al pelo dell'acqua. Gli Anofelini, privi di sifone respiratorio, si tengono orizzontali alla superficie, mantenutivi dall'azione di speciali setole palmate del dorso. I Culicini e gli Aedini, che invece hanno l'ottavo urite provvisto di un vistoso e più o meno lungo sifone, al cui apice si aprono, con speciali valvole, gli stigmi, rimangono appesi obliquamente. Fanno eccezione le Mansonia (Taeniorhynchus) e generi affini, la cui larva (e così pure la pupa) conficca appena nata lo speciale aguzzo sifone nei canali aeriferi delle radici di varie piante acquatiche, estraendolo solo per eventuali spostamenti e per le mute e metamorfosi, e non ha bisogno di riaffiorare. Lo stesso si dica delle trasparenti larve dei Caoborini (o Coretrini), le cui trachee trasformate in organi idrostatici consentono loro di rimanere costantemente affondati, perché la loro respirazione è completamente tegumentale. I Dixini infine hanno larve anfibie, che si tengono preferibilmente fuori dell'acqua, vicino alla superficie, in una caratteristica posizione a Λ. Come le larve, anche le pupe hanno assoluto bisogno (fuorché nei Caoborini) dell'ossigeno atmosferico, e non abbandonano la superficie che in caso di pericolo, ma contrariamente alle larve sono più leggiere dell'acqua e quindi risalgono passivamente. Le metamorfosi (Dixini esclusi) si compiono sempre nell'acqua.
Le zanzare, appartenenti a numerosi generi, di cui solo pochi presenti in Italia, sono distribuite generalmente nelle sottofamiglie: Dixinae, Chaoborinae, Anophelinae, Aëdinae e Culicinae, a loro volta suddivise in tribù. Tutte sono rappresentate in Europa. Le forme fossili più antiche sono dell'Eocenico del Wyoming (es. Culex damnatorum) e dell'Oligocenico dell'Isola di Wight, anch'esse appartenenti a generi sopravvissuti.
V. tavv. CXLI e CXLII.
Per l'importanza delle zanzare come trasmettitrici di agenti patogeni, v.: dengue; febbre gialla; filarie e filariasi; malaria.
Bibl.: E. Hegh, Les moustiques. Mœurs et moyens de destruction, Bruxelles 1921; E. Séguy, Les moustiques de France, Parigi 1923; id., Les moustiques de l'Afrique mineure, ivi 1924.