Zanzibar
Isola dell’Oceano Indiano, forma con Pemba e isole minori un arcipelago di fronte alle coste del Tanganica, col quale si è fusa politicamente nel 1964, dando origine alla Repubblica di Tanzania. Centro di cultura swahili, ha una popolazione in gran maggioranza africana, una consistente minoranza araba e comunità indiane. Importante mercato nell’Oceano Indiano fin da tempi remoti, vide dal 10° sec. una presenza persiana, che lasciò profonde tracce (molti degli abitanti si definiscono ancor oggi shirazi, dal nome della città iraniana), insediamenti di mercanti arabi (sec. 11°) e si islamizzò. Alleata dei portoghesi che vi furono presenti fra il 1503 e la fine del 17° sec., cadde sotto il controllo dell’Oman e nel 18° e 19° sec. fu il principale mercato per avorio e schiavi in Africa orientale. Nel 1840 il sultano omanita Said ibn Sultan vi trasferì la propria capitale, ma nel 1861 Z. fu eretta in sultanato indipendente sotto un ramo della dinastia. Sbocco delle principali linee di traffico dell’Africa centrorientale, Z. vantava estese dipendenze continentali, che a fine secolo furono rilevate e spartite fra Germania, Gran Bretagna e Italia. Protettorato britannico nel 1890, il sultanato si scontrò con gli inglesi nel 1896 e fu sconfitto, ma la monarchia e la minoranza araba-omanita mantennero un primato interno e il controllo sulla maggioranza africana. Piantagioni di riso, banane, noci di cocco furono coltivate da manodopera coatta africana fino al 1897, quando la schiavitù fu abolita. Nel 1963 il sultanato riacquisì la propria indipendenza, ma all’inizio del 1964 una rivolta della maggioranza africana, accompagnata da stragi di arabi, pose fine alla monarchia. Un governo rivoluzionario accettò la fusione con il Tanganica di J.K. Nyerere (1964), ma nella nuova Repubblica di Tanzania Z. conservò una certa autonomia, assemblea e governo propri. Nel 1979 ebbe una nuova Costituzione. Velleità separatiste riemersero costantemente, in particolare dalla fine degli anni Ottanta, con ricorrenti crisi politiche. La crisi dell’economia di piantagione ha favorito anche più strette sinergie con i Paesi arabi del Golfo, specie l’Oman. Z. aderisce all’Organizzazione della conferenza islamica.