Vedi ZARA dell'anno: 1966 - 1973 - 1997
ZARA (v. vol. VII, p. 1247 e s 1970, p. 942)
Gli scavi condotti nell'area del Palazzo del Capitan Grande, alla periferia SE di Z., hanno aggiunto nuovi elementi ai tentativi finora attuati di ricostruzione del prospetto della città antica; alle due porte già note (la prima detta Porta Media, la seconda fiancheggiata da torri á pianta quadrata), se ne aggiunge una terza, a giudicare dai resti, a tre fornici e a sua volta fiancheggiata da torrioni esagonali. L'intero percorso delle mura era costruito in opus quadratura·, sicuramente a esso si riferisce la nota iscrizione nella quale Augusto figura come parens coloniae, alla quale diede mura e torri. Dalle tre porte si dipartono le vie principali della città antica: in particolare dalla porta a tre fornici prendeva avvio il decumanus maximus (corrispondente alla via nota con il nome; popolare di Calle Larga) che costeggiava il foro. Il cardine massimo doveva corrispondere all'attuale Calle dei Papuzzeri.
Scavi eseguiti sotto le vie attuali hanno confermato che l'impianto regolare della città risale alla rete stradale antica, di cui sono stati ritrovati tratti pavimentati con grandi lastre calcaree a c.a 1,3 m sotto il livello attuale, con marciapiedi, canali e cloache. La rete dei cardini e dei decumani delimita gli isolati della città, formando un tessuto molto regolare, nel quale il rapporto 2:1 delle lunghezze e delle larghezze appare costante. In tale ambito si inserisce organicamente il Capitolium, il quale non si trova al centro della città, ma alla sua periferia nord-occidentale. Il lastricato del foro, contornato su tre lati da una scalinata a due gradini, misura 90 x 45 m: anche qui il rapporto è di 2:1. Un portico a due ordini, con colonne di marmo cipollino, circonda su tre lati il foro. Sui due lati lunghi vi sono file di tabernae·, prima sull'uno, poi sull'altro vennero edificate basiliche. Della più antica (NO) non si è in grado di dire molto, mentre quella situata sulla parte opposta (SE), più grande, con tribunali semicircolari, presentava un «matroneo» sopra le navate: queste ultime erano scandite da massicce colonne di granito egiziano. Nell'insula SE del foro si trovava un ninfeo, con un pozzo rotondo alimentato dall'acquedotto, e una latrina con il pavimento in opus spicatum. Nella parte nordoccidentale del foro, infine, si ergevano due colonne monumentali, sopra le basi piramidali a gradini, una delle quali si trova ancora in situ.
A NO dell'area forense era dunque il Capitolium che poggiava su un piano 1,20 m più alto del livello del foro. Lo spazio che gli era riservato era chiuso su tre lati da un períbolo, formato da due file di colonne; vi si accedeva dal foro mediante gradinate laterali, la cui disposizione subì modifiche nel corso dell'età imperiale. Il tempio presentava una cella tripartita, nella quale si trovavano le tre basi per le statue della triade capitolina (oggi se ne vedono solo le fondazioni nel pavimento), basi che si trovano reimpiegate nella chiesa di S. Donato e recano le iscrizioni con dedica a Io vi Augusto, Iunoni Augustae e Minervae Augustae. Il tempio era prostilo esastilo, con sei colonne scanalate, una delle quali è oggi visibile presso la chiesa di S. Simeone. Davanti al pronao del tempio fu trovata in situ un'ara sacrificale. Numerosi elementi architettonici: capitelli, architravi, cornici, decorazioni costituite da protomi di Medusa, Satiri, Menadi, Ninfe offrono dati cronologici ben ricostruibili, di recente confermati da indagini stratigrafiche. L'edificio più antico è il Capitolium, mentre la modifica delle gradinate e l'erezione del períbolo rappresentano le fasi posteriori. Il porticato attorno al foro si deve far risalire all'epoca dei Flavi, mentre più tarda è la grande basilica lungo il lato sud- orientale.
Sono stati inoltre rinvenuti i resti di molti altri edifici urbani: terme situate vicino alla Basilica di S. Crisogono e nei pressi del foro, parte del lastricato dell'emporio non lontano dalla Porta Marina, cloache urbane delle quali quella conservata nelle migliori condizioni è posta sotto il cardo maximus. Resti assai consistenti di muri, presso l'emporio, appartengono probabilmente agli horrea. Vari elementi di case romane (peristili, atri, tabernae, ecc.), rinvenuti in differenti siti, sembrano confermare uno schema di urbs quadrata.
Nell'air della colonia Iulia Iader, Sulla terraferma e sull'isola di Ugljan (il cui nome deriva forse da un praedium) è tuttora visibile il sistema della centuriazione, con proporzioni che corrispondono perfettamente a quelle dell'agro di Pola e dell'agro di Salona. La città antica possedeva due acquedotti, uno dei quali (costruito da Traiano) partiva da una sorgente lontana 40 km. Iader non era direttamente collocata sulla grande strada costiera, ma era efficacemente collegata con tutti i centri della Liburnia centrale (Aenona, Nedinum, Asseria, Varvaria, Scardona) e con il castrum legionario sito a Burnum. Le necropoli si estendevano lungo le vie che anche oggi sono in uso: dalle tombe provengono moltissimi importanti oggetti, soprattutto vetri, esposti nel museo archeologico.
Nella demografia cittadina l'elemento autoctono, già dall'inizio dell'impero, non ha lasciato molte tracce; la maggioranza della popolazione proviene dall'Italia settentrionale, da Aquileia e dintorni, ma anche da Salona e da altri centri della provincia. Molto numerosi sono inoltre gli elementi orientali. Oltre ai culti relativi a divinità del pantheon romano, sono presenti anche culti orientali, in particolare di Cibele (i resti di un metròon sono stati rinvenuti non lontano dal foro, con frammenti di affreschi), di Iside, di Serapide, di Mithra e di altri. Già nella seconda metà del IV sec. Iader aveva il suo vescovo urbano; ricerche organizzate a partire dal dopoguerra hanno offerto un sensibile contributo alle conoscenze sulla diffusione del Cristianesimo. Origini paleocristiane sono state accertate non solo per la chiesa di S. Anastasia, descritta da Costantino Porfirogenito (metà del X sec.), ma anche per quelle di S. Simeone (facciata laterale con bifore), di S. Tommaso (muro laterale e pianta dell'interno) e per quella più piccola di S. Pietro Vecchio.
Bibl.: M. Suić, Il Capitolium di Zadar: sviluppo e rapporto col nesso urbano, in Atti del Congresso internazionale per il XIX centenario della dedicazione del Capitolium e per il 150° anniversario della sua scoperta, Brescia 1973, II, Brescia 1975, p. 141 s.; B. Ilakovac, Rimski vodovodi Zadarskog područja («Acquedotti romani nella regione zaratina»), in Zadarski vodovodi, Zara 1976, pp. 12-20; M. Suić, Antički grad na istočnom Jadranu («Una città antica sull'Adriatico orientale»), Zagabria 1976; id., Zadar u starom vijeku («Zara nell'evo antico»), Zara 1981.
(M. Suić)