Vedi ZARA dell'anno: 1966 - 1973 - 1997
ZARA (Iader, Iadera, Διάδωρα, iug. Zadar)
Città della costa dalmata. Già abitato liburnico, sorto su una breve penisola, fu ascritto alla tribù Sergia ed ebbe da Augusto le mura (C.I.L., iii, 2907) e l'impianto regolare ad insulae assai lunghe (il cardo, orientato a NO-SE, è tuttora la via principale; il selciato romano è a 50 cm di profondità).
Alla cinta appartengono resti di due porte; di rilievo quella presso la Porta di Terraferma, di cui si vede l'impianto a tre fornici fra torri ottagone su base quadrata.
Sul compatto selciato del Foro - la cui conoscenza si è ampliata dopo scavi recenti in aree duramente bombardate - si affacciava da N il Capitolium, in corso di scavo, imponente costruzione, profonda ben 45 m, cui appartennero forse le due alte colonne erette in città. Il teatro fu distrutto per costruire una fortezza nel 1657.
L'Arheolõkj Muzej di Z. è in ordinamento. Fondato nel 1830, fu a lungo sistemato nella chiesa carolingia di S. Donato. Dal 1960 ha avuto più adatta sede. Vi si riuniscono i reperti della Dalmazia settentrionale (Aenona, Scardona, Asseria, ecc.) oltre che di Zara. Notevolissimi gli oggetti provenienti da Aenona (le ricche tombe di Età del Bronzo finale, i "cippi liburnici" - arette rotonde con cuspide conica squamata - i variati ed integri vetri romani e quattro imponenti statue imperiali). Qualche buon pezzo di arte barbarica.
Bibl.: C. Cecchelli, Zara, Roma 1932; R. Valenti, Il Museo nazionale di Zara, Roma 1933; M. Suić, Muzeji i Zbirke Zadar, Zagabria 1954; J. Bradford, Ancient Landscape, Londra 1957, pp. 178-183. Per le scoperte si veda: Bollettino di Archeologi e Storia Dalmata e poi Vjesnik za archeologiju i historiju delmatinsku, passim, e la rivista Diadora (dal 1959), passim.