ZĀWIYAH (fr. zaouïa; it. nella Libia, záuia, zavia)
Parola araba il cui primo significato è quello di angolo, dal quale, verosimilmente sotto l'influsso del greco cristiano γωνία (angolo, indi cella monastica), si svilupparono, almeno già dallo scorcio del secolo III eg. (IX d. C.), anche altri sensi attinenti alla vita religiosa soprattutto ascetica: cella per clausura di ṣūfī (v. ṣūfismo), piccolo oratorio a sé stante ovvero entro case private, camera speciale per insegnamento o per studio in una moschea, dimora isolata d'un eremita. Tali sensi si manifestano anche nella toponomastica di varie regioni, avendovi dato origine a denominazioni di villaggi; p. es., in Egitto il dizionario geografico di A. Boinet Bey (Cairo 1899) registra 39 località chiamate con il nome di zāwiyah seguito da un epiteto o da un nome proprio di santo o di persona o d'altro.
Nel Maghreb (Africa settentrionale a occidente dell'Egitto) e nella Spagna l'accezione religiosa del vocabolo si fece più larga a causa di peculiari condizioni sociali di quei paesi; nel sec. XIII zāwiyah vi è l'eremitaggio abitato non soltanto da un pio asceta ma anche dai suoi discepoli ascetico-mistici e dai devoti che si consacravano al suo servizio in modo permanente; la zāwiyah dunque vi diventa un gran centro di vita e cultura religiosa, a base di ṣūfismo, in regioni scarsamente popolate, talora quasi desertiche, lungi dalle città. La grande fioritura delle confraternite religiose musulmane nel Maghreb moltiplicò il loro numero e ne accrebbe di molto la grandezza, l'importanza e le funzioni; nel sec. XIV la zāwiyah maghrebina nei territorî fuori mano divenne un complesso di fabbricati contenuti entro un gran muro di cinta rettangolare, dove si trova una moschea, spesso una cupola separata sormontante la tomba d'un santo o di persone pie venerate, qualche camera per l'insegnamento elementare e altre per gli studî teologico-giuridici, abitazioni per insegnanti e per studenti, alloggi per viandanti, magazzini, mentre il vasto cortile serve al ricovero delle bestie delle carovane di passaggio. La zāwiyah in quelle regioni è dunque un centro attivissimo di vita religiosa e di traffici commerciali, un elemento d'ordine sociale e talvolta anche un fomite d'azione politica, come appare da alcuni periodi di storia del Marocco (principalmente sec. XVII-XVIII) e delle zone interne dell'Algeria e della Cirenaica. Tipiche le zāwiye senussite del retroterra cirenaico e fino presso il Lago Ciad, soprattutto le due maggiori: quella di Giarabub e quella di et-Tag nelle oasi di Cufra. V. senussi.
Nell'uso degli Italiani nella Libia si dà il nome di zavia anche ai singoli gruppi d'affiliati a una qualsiasi confraternita religiosa musulmana, quando appaiano in processioni pubbliche o altre cerimonie solenni.