ZEBÙ (d'etimologia supposta d'origine africana dal Buffon che adoperò per primo il termine zébu; ma effettivamente dal tibetano mdzopo; lat. scient. convenzionale Bos indicus Linneo, 1766; fr. zébu; ted. e ingl. Zebu)
Vasto gruppo di razze bovine domestiche, che hanno origine comune con tutte le altre (v. uro); esse sono ottimamente differenziate nelle loro forme più caratteristiche, ma si confondono con le locali razze di tipo ordinario, quando le une e le altre sono poco o male selezionate.
Ciò sembra essere il caso un poco dappertutto in Africa, benché anche qui abbondino i nomi raziali: fra questi torna spesso per gli zebù il nome di sanga, mentre nelle regioni del Giuba si parla di due razze principali chiamate, secondo gli autori, Macièn e Gasara, rispettivamente Giddù e Boran. Per quanto gli zebù siano figurati tra i più antichi disegni preistorici su pietra nell'Africa meridionale e, secondo lo Zürn, veri zebù esistessero in Mesopotamia più di 3000 anni avanti l'era volgare, si può tuttavia argomentare che essi siano stati gradualmente selezionati in varie località in mezzo a bovini riferibili a razze del "gruppo della steppa", buoni camminatori, provvisti di corna generalmente voluminose. In Asia gli zebù sono diffusi in tutto il mezzogiorno fino nel Giappone. Le varie razze sono straordinariamente differenti tra di loro: variano da m. o,90 d'altezza alla nuca a m. 1,80 e oltre. Sono buoni, talvolta ottimi, camminatori e spesso anche corridori da tiro, da soma e da sella, resistono molto al caldo, hanno sulla spalla una gobba adiposa, la quale non è però nemmeno accennata nel neonato. In quanto al rendimento di carne, latte, lavoro duro e in quanto a docilità, gli zebù restano tuttavia assai al disotto delle razze bene selezionate di bovini di tipo comune. Con queste producono naturalmente incroci fertili, ma in tesi generale poco consigliabili. Tra le razze più notevoli ricordiamo gli indiani: Gujarat, grandi, pesanti, con orecchi pendenti; Nellore, robusti e ben proporzionati; Mysore, agili e veloci.