zecca
Officina governativa in cui si coniano le monete (➔ coniazione; moneta ).
Alla proclamazione del Regno d’Italia nel 1861 esistevano 8 z., delle quali 3, e cioè quelle di Bologna, Firenze e Genova, furono soppresse in quello stesso anno, e le altre 3, Torino, Venezia e Napoli, nel 1870, restando in attività solo quelle di Roma e di Milano, tenute in appalto dalla Banca Nazionale fino al 1874, anno in cui passarono completamente sotto il controllo dello Stato. Nel 1892 fu soppressa anche la z. di Milano e la fabbricazione delle monete fu concentrata nella sola z. di Roma, posta alle dipendenze del ministero del Tesoro. L’inaugurazione ufficiale avvenne il 27 dicembre 1911 sotto il regno di Vittorio Emanuele III.
Dal 1978 la z. italiana, prima operante come azienda statale, unendosi al Poligrafico dello Stato ha assunto la forma di ente di diritto pubblico, controllato dal Tesoro, adottando la denominazione di Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (➔). Con l’abolizione dell’oro dalla circolazione monetaria, l’attività della z. si è progressivamente concentrata nella coniazione di monete, generalmente in oro o argento, da collezionismo o di carattere commemorativo. In ognuno dei grandi Stati europei esiste una sola z. di Stato. Nel 1982, quella italiana è stata la prima z. a coniare monete bimetalliche, con un procedimento di cui detiene il brevetto. Dall’ottobre 2002 ha assunto la forma giuridica di S.p.a. con azionista unico il ministero dell’Economia e delle Finanze. L’istituto, che coniava le lire italiane, sammarinesi e vaticane, con l’ingresso dell’Italia nell’euro è passato a coniare le monete e i francobolli in euro. Si occupa, inoltre, delle pubblicazioni ufficiali dello Stato, quali la «Gazzetta Ufficiale», e opera nel settore dell’anticontraffazione di sicurezza sulle carte d’identità elettroniche, passaporti elettronici e permessi di soggiorno elettronici, nonché nella stampa di targhe per veicoli e in servizi internet, per es. realizzando e gestendo siti istituzionali e banche dati.