ZENODORO
Scultore del primo secolo dopo Cristo, forse greco d'Asia. Fu anche cesellatore. Divenne celebre come autore di statue colossali, quale il Mercurio del santuario gallico degli Arverni (Puy-de-Dôme), per l'esecuzione del quale dovette impiegare dieci anni. Chiamato da Nerone a Roma, fece il simulacro dell'imperatore di 119 piedi di altezza, che, alla morte del principe, venne consacrato al dio Sole (Plin., Nat. Hist., XXXIV, 45-46). L'altezza varia d'un solo piede (120) nelle indicazioni di Svetonio (Suet., Nero, 31). La statua in un primo tempo fu posta nel vestibolo della Domus aurea; sotto Adriano fu trasportata nella valle fra l'Anfiteatro Flavio e il tempio di Venere e Roma. Infine Commodo le diede la propria effigie e il proprio nome sotto figura d'Ercole.
Abile nella toreutica, Z. imitò in modo perfetto due coppe di mano di Calamide (Plin., Nat. Hist., XXXIV, 47).
Come S. Ferri prospetta, non è improbabile che le qualità stilistiche di Z. si possano direttamente riconoscere attraverso lo studio dei prodotti della scultura fiorita nelle Gallie durante il sec. I d. C., particolarmente in Avallon.
Bibl.: J. Overbeck, Die antiken Schriftquellen, Lipsia 1868, nn. 2185, 2273-2276; H. Brunn, Geschichte der griechischen Künstler, 2ª ed., I, Stoccarda 1889, pp. 420-421, par. 603; C. Huelsen, in Pauly-Wissowa, Real-Encyclopädie, IV, col. 589; S. Reinach, Bronzes figurés de la Gaule romaine, Parigi 1894; S. Ferri, Il "Numen Augusti" e la probabile attività di Zenodoro nelle Gallie, Roma 1933.