Zhang Huan
– Artista concettuale e performer cinese (n. An Yang 1965). Dopo un’educazione classica in pittura all’Accademia di belle arti di Pechino, agli inizi degli anni Novanta del 20° sec. ha preso parte alla scena avanguardista dell’‘east village’ della città dedicandosi all’arte della performance come pratica artistica radicale. Profondamente legato alla filosofia orientale, usa il proprio corpo, rigorosamente nudo, mettendone alla prova la capacità fisica ed emozionale di resistenza, come nella performance che lo ha reso famoso, 12m2 (1994), nella quale con il corpo ricoperto di miele rimane immobile per un’ora in un bagno pubblico infestato da mosche. Il corpo è la prova della sua identità ma anche una modalità di linguaggio, di espressione e comunicazione immediata. Dal 1998, anno in cui si trasferisce a New York, le sue performance divengono più elaborate, metaforiche e rituali, ampliandosi a un numero sempre maggiore di partecipanti con i quali affrontare in maniera collettiva la problematica dell’identità culturale, del dialogo Oriente-Occidente: nel 1999 My America (hard to acclimatize), nel 2003 Fifty stars, nel 2004 My Sidney e nel 2005 My Rome. Nel 2005 si ritrasferisce in Cina, a Shanghai, e comincia un’altra fase del suo lavoro rinunciando alla performance e dedicandosi alla progettazione di installazioni su grande scala come 100 sages in a bamboo forest (2008) e Dawn of time (2009); a progetti di arte pubblica, tra cui Three heads six arms realizzata a Hong Kong nel 2011; alla pittura degli Ash paintings, quadri dipinti con la cenere dell’incenso raccolto nei templi.