ZIGGURAT
. È il nome che di solito si dà alle torri templarie dei Sumeri, Babilonesi e Assiri. Non conosciamo ancora esattamente l'ortografia e l'etimologia della parola. Va scritto correttamente forse ziqqurratu o siqqurratu. La radice semitica della parola - è poco probabile che il termine vada ricondotto al sumero - potrebbe essere śqr. Le ziqqurratu erano alte torri a gradini che fiancheggiavano i templi più importanti della Valle dei Due Fiumi. Esse erano probabilmente imitazioni di monti. Il numero dei gradini delle torri varia assai. Ve ne erano di quelle che non avevano che quattro gradini, altre ne avevano sette, senza dubbio in corrispondenza al numero dei sette dei principali (dei planetarî). Una scala a rampa soleva condurre dalla piattaforma del tempio fino all'ultimo gradino o spiazzo della torre. In questo spiazzo sorgeva un piccolo tempio con un simulacro del dio cui era dedicato il tempio. Gli angoli delle torri non erano sempre orientati secondo i punti cardinali. Come i templi così anche le loro torri portavano nomi speciali, diversi da quelli del tempio, e così come nel periodo neobabilonese si prestava adorazione anche al tempio stesso, si venerava e si sacrificava anche alla torre. Nella Valle dei Due Fiumi vi erano alcune torri che erano famose anche oltre i confini del paese. Fama mondiale godeva la torre del tempio Esagil di Babele, tempio del dio nazionale Marduk. Essa portava il nome significativo di É-temen-an-ki, che in sumero vuol dire "Casa del fondamento del cielo e della terra". Recentemente è stata scoperta l'antica torre di Uru, di costruzione un po' diversa dal tipo comune. Come nel tempio così anche sulle torri si svolgevano cerimonie religiose. A Uruk ogni anno una solenne processione passava con la fiaccola sacra per il sentiero che conduceva sulla piattaforma della torre del tempio principale della città. La grandezza della torre di Babele diede esca al formarsi della leggenda della confusione delle lingue presso gli Israeliti.
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