ZINGARESCA
. Si chiamano con questo nome (o con quello di zingane) certe poesie popolari, in cui sono introdotte le zingare a indovinare il passato e predire il futuro con l'esame delle linee della mano.
La predizione è di solito preceduta da versi, in cui la zingara per suscitare la pietà e procurarsi la benevolenza, descrive la sua vita raminga e tribolata per il destino che pesa su lei e le sue compagne, esalta la bellezza della donna cui farà la predizione, e dopo questa finisce col chiedere l'elemosina. Le zingaresche, salvo rare eccezioni, hanno sempre lo stesso schema metrico (v. canto, VIII, p. 801). Esse fiorirono principalmente nella prima metà del sec. XVII e si stampavano, come altre composizioni popolari, in opuscoletti ornati con xilografie. Oltre alle zingaresche spicciole, si ebbero anche raccolte che formavano un vero repertorio per le maschere che volevano recitarle nel carnevale. Il genere vive ancora in Toscana, con contenuto assai vario; oltre che delle arti della zingara canta anche argomenti religiosi e di altro genere. Alcune zingaresche, lasciata la forma lirica, si sono trasformate nel contrasto e nella rappresentazione drammatica.
La zinganetta è una specie di farsa campestre che si canta e si recita all'aperto nella Lucchesia, nel Pistoiese e nell'Aretino. Originariamente deve essere stata una pantomima, nella quale i musici contadini accompagnavano i mimi con zampogne e flauti, e sarebbe stata appresa da una compagnia che ai primi del Settecento si portò in Cavriglia. La zinganetta rispecchia la comune vita di campagna, dalla sementa al raccolto, e tocca inoltre la vita paesana con i suoi tipi: il medico, la serva padrona, il sagrestano, e via dicendo. I dialoghi si svolgono anche in rima, ma più spesso in prosa.
Nella zinganetta di Cavriglia sono evidenti derivazioni cittadinesche, un che di letterario assimilato dai libri e confuso nel genere popolaresco alla maniera dei contadini: eroi, stregoni, buffoni, amanti, la virtù alfine premiata, la perfidia definitivamente debellata col trionfo dell'innocenza. La zinganetta in genere si svolge in parte senza musica e dialogando. Nella parte musicale i cantori vengono accompagnati il più delle volte dalla sola fisarmonica, con accordi prolungati, cadenze, ripresa della melodia con un certo sviluppo.
Questa melodia è di una zinganetta moderna di Cavriglia: mentre le parole affermano essa interroga, chiudendo, con grazia, sopra una cadenza melodica femminile. Il contrasto fra melodia e parola si spiega con l'uso della musica fissa, laddove le parole si spostano nelle mutevoli espressioni e situazioni, il che si riscontra specialmente nel canto popolare destinato alla rappresentazione.
Anche la seconda melodia è di Cavriglia: l'oscillazione fra il maggiore e il minore, in luce e ombra, le conferisce un contrapposto simpatico.
Bibl.: E. Lovarini, in Canzoni antiche del popolo italiano riprodotte secondo le vecchie stampe a cura di Mario Menghini, I, Roma 1891, fasc. 5-6, pp. 117-128; 138-144. V. pure Arch. d. tradizioni popolari, XVI, p. 110; A. Bonaccorsi, Il teatro delle campagne toscane: La Zinganetta, in Lares, 1935, fasc. 1-2.