ẒIYĀ Pascià, ‛Abd ul-Ḥamīd
Poeta e uomo politico ottomano. Nacque nel 1825 a Kandïllï, sul Bosforo, presso Costantinopoli, studiò secondo i metodi e gli usi del tempo, acquistando buona conoscenza della letteratura araba e persiana e componendo presto poesie apprezzate in turco. Protetto da Reshīd Pascià, fu nominato nel 1855 segretario nella cancelleria privata del sultano. Studiò la lingua francese e assimilò idee occidentali. Avversato dal ministro ‛Ālī Pascià, fu allontanato da Costantinopoli e mandato mutaṣarrif a Cipro e ad Amasia. Nel 1865 ritornò a Costantinopoli e nello stesso tempo entrò nel gruppo di pochi liberali che avevano formato l'associazione patriottica dei Giovani Turchi; nel 1867 fuggì in Europa su una nave francese e si stabilì con altri profughi a Parigi e poi a Londra, dove collaborò ai periodici Mükhbir "L'informatore" e Ḥurriyyet "La Libertà". Morto ‛Ālī Pascià e concessa dalla Porta l'amnistia ai profughi nel 1871, Ẓiyā Pascià fece ritorno a Costantinopoli, collaborò alla redazione della costituzione del 1876, fu vālī di Qōnia e di Adana; mori in questa città nel maggio del 1880 e fu ivi sepolto.
Egli è autore di un'antologia di poesie di diversi poeti arabi, turchi e persiani in tre volumi, intitolata Kharābāt (La Taverna), con una introduzione in versi contenente notizie autobiografiche e un elenco di poeti (Costantinopoli 1292 eg. = 1875-76). Tradusse in turco il Tartuffe di Molière con il titolo Riyāniṅ engiāmï (ivi 1298 eg.); l'Émile di Rousseau; una storia di Spagna e una storia dell'Inquisizione. Scrisse inoltre in prosa Verāset risālesi, trattato sul diritto successorio nella dinastia ottomana, litografato in Europa e stampato a Costantinopoli nel 1910.
Una sua raccolta di poesie fu pubblicata nel 1881 con il titolo Esh‛ār-i Ẓiyā; compose inoltre tre brevi poemetti d'argomento filosofico nella forma poetica del tergī-bend e terkīb-bend e un poemetto satirico (ẓafernāmeh) contro ‛Ālī Pascià.
Bibl.: E. J. W. Gibb, History of Ottoman Poetry, V; Ismā‛īl Ḥabīb, Edebî Yeniliǧimiz, I; Ismā‛īl Ḥikmet, Ziya Paşa, Costantinopoli 1932.