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zolfo

Dizionario di Medicina (2010)
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zolfo


Elemento chimico, non metallo molto diffuso in natura, sia allo stato libero, sia combinato con altri elementi a formare numerosi composti inorganici e organici. L’importanza biologica dello z. è rilevante per la notevole quantità di solfati presenti sulla Terra; la mutua conversione ciclica dello z. e di diversi suoi composti si svolge in acque marine, salmastre o dolci, per via biologica e con processi non biologici.

Ruolo biochimico

Lo z. si trova in moltissime proteine (le albumine e le cheratine ne sono particolarmente ricche), alle quali è fornito dagli amminoacidi metionina e cisteina; la formazione dei ponti disolfuro (−S−S−) tra questi amminoacidi, presenti sia nella stessa catena polipeptidica (intramolecolari) sia in catene diverse in contatto tra loro (intermolecolari), ha un ruolo particolarmente importante nella formazione della struttura secondaria e terziaria delle proteine, in quanto ne determina la funzionalità. Lo z. è di fondamentale importanza anche perché costituisce il centro reattivo di molti enzimi, ai quali permette di svolgere la loro funzione catalizzatrice. Oltre alle proteine, contengono z. anche altre sostanze che svolgono importanti funzioni antiossidanti, come glutatione, taurina, omocisteina, cistationina, cistina, acido lipoico, tiammina e biotina.

Uso in medicina

Per le sue proprietà cheratolitiche, antisettiche e antifungine lo z. è impiegato in numerose malattie della pelle, parassitarie e non, oltre a essere utilizzato sotto forma di acque e fanghi solforati anche per la terapia delle artrosi e delle infiammazioni croniche delle vie respiratorie.

Avvelenamenti da zolfo

Stati di avvelenamento da z. si riscontrano soprattutto in connessione con malattie professionali. L’intossicazione da solfuro di carbonio (solfocarbonismo) avviene prevalentemente per via respiratoria, sia in forma acuta (caratterizzata da cefalea, eccitazione e confusione mentale, torpore, coma, epatite, nefrite, talvolta morte per blocco del centro respiratorio), sia in forma cronica (deficit neurologici sensitivo-motori, psicosi di diverso tipo, vasculopatie ipertensive, disturbi gastroenterici, renali ecc.). Il solfidrismo è invece l’intossicazione da idrogeno solforato, che può manifestarsi con gravi fenomeni respiratori (dispnea, cianosi, edema polmonare) e neurologici (midriasi, perdita della conoscenza), frequentemente mortali, e in forma cronica con sintomi respiratori (bronchite cronica), neurologici (cefalea), astenia, colorazione giallastra della cute. Altre intossicazioni sono dovute ad anidride solforosa (che può agire per via inalatoria, provocando irritazioni delle vie respiratorie o, quando sia in forma liquida, per contatto, agendo come congelante dei tessuti) e ad acido solforico (che può agire come vapore, sulle vie respiratorie, o per contatto, in forma liquida, o con altre modalità).

Vedi anche
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Vocabolario
zolfo
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zolfara, zolfare (e der.), zolfatara, zolfièro, zolfìfero: v. solfara, solfare, solfatara, solfiero, solfifero.
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