KEMENY, Zoltan
Scultore ungherese, nato a Banica il 21 marzo 1907, morto a Zurigo il 14 giugno 1965. Studiò alla Scuola delle Arti Decorative di Budapest; tra il 1930 e il 1940 fu a Parigi come disegnatore di moda. Fu a Zurigo nel 1942 che iniziò la sua attività artistica, in un primo tempo come pittore e, a partire dal 1953, come scultore. Nel 1959 il Museo di Zurigo gli organizza una prima retrospettiva, seguita da quella della Kunsthalle di Düsseldorf (1962) e del Kröller-Muller di Otterlo (1963). Presente alla Biennale di Venezia nel padiglione svizzero nel 1964, ottiene in quest'occasione il Gran Premio Internazionale di scultura. Più recenti retrospettive sono quelle di Parigi (Museo d'Arte Moderna, 1966), di Bruxelles (Palais des Beaux Arts), di Londra (Tate Gallery) del 1967 e, nel 1972, della Fondazione Maeght a St. Paul de Vence.
Iniziata sotto l'influenza dell'Art Brut, i suoi primi bassorilievi uniscono al gusto per un materiale inedito ed eterodosso (per es. il materiale di scarto inserito nei primi collages in rilievo), un'ironica libertà di linguaggio riconducibile allo spirito dadaista. A partire dalla metà degli anni Cinquanta i suoi rilievi in metallo, montati su supporti di quadri ed eseguiti con un fantasioso repertorio di viti, chiodi, tubi metallici, ecc. appaiono come una personale traduzione di una cultura di marca surrealista. Arte a metà strada tra la tecnologia e il bricolage, ma con una rara capacità evocativa e poetica, le sculture di K. a partire dal 1963 assumono spesso dimensioni monumentali, veri pannelli decorativi o addirittura "oggetti" tridimensionali a tutto tondo.
Bibl.: M. Ragon, Z. Kemeny, Neuchâtel 1960.