KODALY, Zoltán (XX, p. 239)
Compositore, etnomusicologo e didatta ungherese, morto a Budapest il 6 marzo 1967. Il prestigio di K., che negli anni fra le due guerre mondiali fu più volte compromesso, specialmente in Ungheria, dai suoi orientamenti politici di sinistra, ha acquistato una grande risonanza in patria e all'estero dopo il 1946, come testimoniano i suoi numerosi viaggi attraverso l'Europa, l'invito in URSS nel 1947 e la permanenza negli Stati Uniti nel 1965. Presidente dell'Accademia di Scienze e del Consiglio nazionale delle belle arti di Budapest, diresse la pubblicazione del Corpus musicae popularis hungaricae, il cui primo volume apparve nel 1951. Insignito di alte onorificenze della Repubblica popolare ungherese, festeggiato solennemente con la pubblicazione di Festschriften (per i sessanta, settanta, settantacinque e ottant'anni), nel 1962 fu nominato presidente dell'International Folk Music Council, succedendo a R. Vaughan Williams.
Il suo stile di compositore, nato dalla perfetta acquisizione del linguaggio della musica popolare di Ungheria, è rimasto sempre caratterizzato da una personale naturalezza melodica, da una coralità e da una piacevolezza nelle quali sono diventate sempre meno riconoscibili le influenze ricevute in gioventù dalla musica occidentale e in particolare dall'impressionismo francese. Il che ha tuttavia assicurato alle sue composizioni una grande diffusione nel pubblico internazionale. Ma il contributo di Kodály è stato di estrema importanza soprattutto nel campo della didattica musicale, alla quale ha fornito un organico ed enorme patrimonio di canti, esercizi e saggi pedagogici. Negli ultimi anni della sua lunga vita fu convinto assertore del ("realismo socialista", con conseguenti prese di posizione che ebbero evidenti riflessi anche nella sua attività di compositore e che lo fecero apparire alle generazioni più giovani della musica europea in una fase d'involuzione della sua originaria freschezza creativa.
Si ricordano le più importanti composizioni dell'ultimo trentennio. Per il teatro: Czinka Panna, Singspiel (B. Balász, Budapest 1948). Per orchestra: Minuetto serio (da Czinka Panna, 1953); Sinfonia in do maggiore, 1961. Per coro e orchestra: Missa brevis con soli (1944, anche per coro e organo); Vértanuk sirjánál ("Sulla tomba dei martiri", 1945); e inoltre: Kallai kettös ("Danza doppia da Kálló"), con orchestra popolare, 1950; Molnár Anna per voce e piccola orchestra (1942; rev. 1959); Honvéd diszinduló per fiati ("Marcia da parata", 1948). Numerose composizioni corali, per coro misto, coro maschile, coro femminile, oltre a esercizi corali con e senza testo e canti popolari. Musica da camera: Sonatina per violoncello e pianoforte (1965-66); Gyermektáncok ("Danze infantili" per pianoforte, 1945); 24 piccoli canoni sui tasti neri per pianoforte (1945); Csendes mise ("Messa bassa" per organo, 1942). Importanti sono anche le sue pubblicazioni di critica e metodologia musicologica: Die Ungarische Volkmusik, Budapest 1956; Mein Weg zur Musik. 5 Gespräche mit Lutz Besch, Zurigo 1966, oltre a numerosissimi saggi e articoli; A zene mindenkié ("La musica è un bene pubblico", Budapest 1954), Visszatekintés ("Sguardo retrospettivo", ivi 1964).
Bibl.: A. Szőllősy, K. müvészete, Budapest 1943; E. Haraszti, Z. Kodály et la musique hongroise, in La revue musicale, Parigi 1947; J. S. Weissmann, Kodály späte Orchesterwerke, in Musik der Zeit, 1954; L. Eősze, Z. Kodály, Londra 1962; P. M. Young, Z. Kodály. A Hungarian Musician, ivi 1964; L. Eősze, Z. Kodály, Budapest 1967; H. Stevens, The coral music of Kodály, in The musical quarterly, New York 1968.