ZOOTECNIA (XXXV, p 1014; App. II, 11, p. 1140; III, 11, p. 1148)
L'evolversi della z. è strettamente correlato con la storia e le vicende umane per cui nel periodo posteriore alla seconda guerra mondiale la z. più di altre attività dell'agricoltura ha risentito del progresso tecnologico-industriale e delle mutate condizioni socio-economiche delle popolazioni, specialmente dei paesi più avanzati e a economia libera. Tra questi l'Italia è probabilmente quello nel quale sono maggiormente mutate le condizioni di vita di una vasta percentuale di popolazione passata dall'attività agricola a quella industriale e commerciale e che ha comunque abbandonato la campagna. La presenza dell'uomo è indispensabile per quella dell'animale mentre non avviene lo stesso per numerose produzioni vegetali.
Parallelamente, il tenore di vita è mediamente migliorato con conseguente aumento di richiesta delle produzioni animali: il consumo di carne pro capite è passato per es. in Italia dai 28 kg/anno del 1961 ai 65 kg nel 1976. È purtroppo vero che si è fatto e si sta facendo fronte all'aumentato fabbisogno con massicce importazioni e conseguente esborso di valuta, ma è pure vero che la nostra z. cerca di adeguarsi alle necessità incrementando le produzioni, pur non riuscendo a coprire i fabbisogni eccessivi anche per l'elevata densità di popolazione.
Gl'incrementi di produzione sono stati possibili con i progressi che si sono verificati nelle tecniche di allevamento, con una diversa impostazione della selezione genetica e con le acquisizioni scientifiche e tecniche dell'alimentazione del bestiame.
Per alcune specie si può parlare di industrie dell'allevamento o allevamento senza terra. Ci si riferisce in particolare al pollame, ai suini, ai conigli. Trattasi di allevamenti in ambiente chiuso non legati al clima né necessariamente alle produzioni aziendali.
I notevoli progressi della meccanizzazione e dell'ingegneria agraria permettono gli allevamenti intensivi delle specie nominate in ambienti che offrono le maggiori garanzie igieniche possibili come cubatura, aerazione, condizionatura della temperatura e dell'umidità. La distribuzione degli alimenti avviene automaticamente nelle dosi volute, ed ugualmente automatica è l'eliminazione delle deiezioni. Una sola persona può accudire a migliaia di capi con vantaggio nel rendimento dell'impresa oltre che per il minimo carico di mano d'opera pro capite, anche perché gli animali sono meno a contatto con il personale, guadagnandone in tranquillità e in igiene con conseguente aumento delle produzioni. Anche nell'allevamento dei bovini e degli ovini si risentono i vantaggi dei progressi tecnologici.
I vitelli vengono normalmente allattati automaticamente con latte artificiale preparato in apposite centraline dalle quali viene distribuito ai box degli animali. Parimenti meccanizzate sono le operazioni che riguardano l'allevamento dei vitelloni. Gli agnelli vengono allattati con madri artificiali, grossi recipienti termostatati muniti di numerosi capezzoli, nei quali viene tenuta in agitazione la soluzione di latte in polvere sciolto alla percentuale voluta. Le bovine da latte sono oggi normalmente allevate in stalle all'aperto con ricoveri a cuccetta o lettiera permanente e mungitura meccanica in sala di mungitura. Pure in questo caso i vantaggi si riscontrano nello stato igienico sanitario del bestiame e nell'economicità dell'impresa, con in più una maggiore garanzia igienica per il latte munto. La mungitura meccanica va diffondendosi anche nel settore ovino, pure se con qualche resistenza da parte dei pastori, tradizionalmente conservatori, ma sarà proprio la sempre minore reperibilità di questo genere di mano d'opera a incoraggiare le imprese verso la meccanizzazione della mungitura. Vi possono essere difficoltà di natura genetica perché non tutte le razze e, nella stessa razza, non tutti i soggetti sono idonei all'applicazione dell'apparecchio per la forma delle mammelle, ma si tratta di problema che, ove esiste, troverà una risposta nella selezione.
Negli ambienti sopra menzionati vengono allevati animali geneticamente idonei a fornire elevate produzioni con indici di conversione convenienti. Il miglioramento genetico si è indirizzato, negli ultimi decenni, non soltanto verso l'aumento del valore individuale del singolo soggetto (campione o campionessa) ma specialmente verso l'efficienza del sistema produttivo e riproduttivo, aumentando produttività e profitti delle popolazioni. È necessario stabilire gli obiettivi che si vogliono raggiungere e di conseguenza individuare i caratteri da sottoporre a miglioramento.
La produttività di un allevamento può essere aumentata, per quanto riguarda gli animali, mediante la selezione in purezza o mediante l'incrocio. La selezione in purezza viene adottata specialmente negli allevamenti delle bovine da latte, e ha trovato un valido supporto nella tecnica dell'inseminazione artificiale che permette la diffusione del seme di tori miglioratori a distanza di migliaia di chilometri e anche per molti anni dopo la morte del toro, perché il seme bovino si conserva ottimamente alla temperatura dell'azoto liquido. L'inseminazione artificiale aumenta anche la variabilità genetica disponibile, cosa che permette la scelta del riproduttore secondo gli ambienti ed evita i rischi della consanguineità troppo spinta.
Per la produzione della carne bovina si lavora in selezione nelle razze specializzate e mediante gl'incroci con tori di razza da carne su femmine di scarto degli allevamenti da latte. Alcuni allevatori svezzano e ingrassano i loro soggetti, ma si va diffondendo la costituzione di centri di svezzamento e di centri d'ingrasso nei quali confluiscono rispettivamente i soggetti scolostrati (che hanno terminato di utilizzare il colostro) o svezzati, i quali vengono sottoposti a tecniche di allevamento e di alimentazione che consentono economie di gestione e condizioni igieniche ottimali.
Nel campo della suinicoltura ha assunto grande diffusione per il rendimento economico delle produzioni la formazione degl'ibridi, intendendo con questo termine gl'incroci scelti da popolazioni di genitori allevati appositamente e in modo particolare. È stato sperimentalmente provato che gli effetti positivi dell'eterosi si manifestano specialmente nelle caratteristiche meno ereditabili quali la resa all'allevamento e lo sviluppo degli animali giovani. Quella della formazione degl'ibridi è diventata una vera e propria industria che ha selezionato in purezza soggetti di razze diverse esaltando nelle femmine ottenute dal loro incrocio le caratteristiche materne (fecondità, prolificità, capacità di sostentamento delle nidiate nella fase di allattamento) e nel verro le caratteristiche dello sviluppo corporeo, della velocità di accrescimento e della qualità della carcassa. Il modello più completo di questa tecnica è costituito da nuclei di selezione, centri d'incrocio e di moltiplicazione e centri d'ingrassamento. Ai centri d'ingrasso pervengono i cosiddetti parents (genitori), maschili e femminili, i quali danno luogo al prodotto finale che manifesta durante l'allevamento e al macello le migliori caratteristiche (performances).
In Italia questa produzione rappresenta ancora una percentuale modesta del patrimonio e prende origine dall'importazione dall'estero degli ascendenti (grand-parents). Il prodotto ibrido che maggiormente viene impiegato è dato viceversa dall'incrocio tra le due razze Landrace e Large White.
La tecnica dell'inseminazione artificiale è, nel suino, ancora a livello artigianale perché, non potendosi congelare il seme, offre prospettive diverse da quelle sui bovini. Lo stesso può dirsi per quanto riguarda gli ovini nei quali potrà trovare pratica applicazione soltanto se associata alla sincronizzazione dei calori mediante trattamenti ormonali attualmente non consentiti dalla legge italiana.
Anche negli ovini come negli animali da cortile la genetica si è sforzata di produrre soggetti mediamente alti produttori e dall'elevato rendimento, ossia capaci di produrre bene e a bassi costi.
La z. si trova perciò a operare in larga misura su soggetti e in ambienti molto diversi da quelli tradizionali e naturali, per cui anche l'alimentazione si è dovuta adeguare allo stesso modo che il carburante deve adeguarsi alle esigenze di macchine più perfezionate che corrono su piste che permettono elevate prestazioni. A ciò va aggiunta la considerazione che l'alimentazione incide per il 50% sulle produzioni animali in termini di produttività e in misura ancora maggiore sui costi di produzione, per cui è necessario che l'allevatore si comporti nella maniera più oculata possibile.
Quella dell'alimentazione è diventata una vera e propria scienza e la tecnica applicativa si giova delle conoscenze sempre più approfondite sulla fisiologia e biochimica degli animali delle differenti specie. La conoscenza dei fabbisogni alimentari alle diverse età, per i diversi allevamenti e per le specifiche produzioni zootecniche consente di raggiungere i migliori rendimenti e di evitare possibili sprechi di sovrabbondante somministrazione quali-quantitativa di alimenti. L'industria produce alimenti completi per i monogastrici atti a coprire razionalmente le esigenze, e le materie prime vengono scelte in modo da bilanciare reciprocamente le carenze insite in ciascun componente. I mangimi vengono spesso integrati da vitamine, macro e micro elementi minerali e a volte anche da alcuni aminoacidi essenziali.
Si è andata diffondendo da parte dell'industria la produzione di integratori per fornire agli allevatori, a elevata concentrazione, quelle sostanze di cui le razioni costituite da prodotti aziendali sono di norma carenti per costituzione, e la produzione di nuclei (ossia di mangimi concentrati proteici e/o minerali) da diluire con alimenti energetici, per es. granturco.
Attraverso l'alimentazione si cura anche l'aspetto sanitario degli allevamenti di massa con sostanze medicamentose somministrate a dosi profilattiche o terapeutiche. In particolare si ricordano le farine lattee per vitelli o per agnelli addizionate di disinfettanti intestinali per evitare disturbi gastro-enterici e i mangimi per animali da cortile con sostanze cocciodiostatiche o antistomoniache per prevenire appunto quelle malattie assai frequenti e dagli effetti drammatici negli ambienti confinanti degli allevamenti di massa. Anche la terapia di massa avviene attraverso l'alimentazione o l'acqua da bere sotto il controllo veterinario. Idonee garanzie per il consumatore sono stabilite in sede nazionale e internazionale per evitare la presenza di residui o di metaboliti nelle derrate alimentari autorizzando l'impiego soltanto delle sostanze che non destano preoccupazioni e fissando tempi di sospensione della loro somministrazione prima della macellazione degli animali.
Sono questi gli orientamenti della moderna alimentazione degli animali allevati a fini economici, dettati, oltre che dalle acquisizioni scientifiche, anche dalla necessità di contenere le spese e di evitare sprechi, per mantenere un margine di redditività all'impresa zootecnica i cui costi e le cui difficoltà negli ultimi tempi sono in continuo aumento, anche per le trasformazioni socio-economiche del paese.
Produzione zootecnica. - Il patrimonio zootecnico italiano, secondo i dati ISTAT al 1° dicembre 1977, è risultato il seguente: bovini e bufali, capi 8.568.000; suini, capi 9.420.000; ovini, capi 8.694.000; caprini 960.000; equini, capi 523.000 (cavalli 264.000, asini 151.000, muli e bardotti 108.000). Si aggiungano circa 440 milioni di volatili domestici (polli, tacchini, ecc.) e circa 71 milioni di conigli.
Il patrimonio zootecnico dei principali paesi del mondo - a prescindere dalle specie da cortile - risulta espresso in migliaia di capi dal prospetto precedente, insieme con la produzione di carne, espressa in migliaia di quintali di peso morto.
I prodotti che si ricavano annualmente dall'industria zootecnica italiana sono rappresentati da circa 28.304.000 q di carne, così ripartiti per specie: bovini 8.580.000, suini 8.566.000, ovini 359.000, equini 159.000, pollame 9.161.000, conigli e selvaggina 1.479.000; da 96.085.000 q di latte; da 6.332.000 q di uova da consumo; da 121.048 q di lana.
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