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MORICZ, Zsigmond

di Giulio de Miskolczy - Enciclopedia Italiana (1934)
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MORICZ, Zsigmond (Sigismondo)

Giulio de Miskolczy

Romanziere e drammaturgo ungherese, nato il 30 giugno 1879 a Csécse. Fu dapprima impiegato ministeriale, e passò poi al giornalismo, diventando redattore della rivista letteraria Nyugat (Occidente).

M. rimane nelle numerose opere il poeta della sua razza magiara, della vita del suo popolo. La sua arte è legata per lo più a certi ambienti e personaggi tipici, determinati dalla vita soffocante del villaggio e della piccola città, vita che egli cerca spesso di caratterizzare con un crudo naturalismo erotico. I più notevoli lavori di tale genere sono i romanzi Sararany (Oro puro, 1910) e A galamb papné (La dolce moglie del predicatore, 1912). Questi romanzi rivelano il talento dell'autore nell'osservare il mondo con realismo obiettivo, privo di quell'esagerazione romantica nel disegno dell'ambiente, che si nota nelle sue prime opere, specie in Hét krajcár (Sette soldi, 1909). Più tardi M. preferisce scene piene di selvagge energie, di figure sottomesse alla forza irresistibile dell'istinto, come nel Kerek Ferkó (F. K., 1914), A fáklya (La fiaccola) e Isten háta mögöt (Ai confini del mondo, 1911).

Più spiccati pregi artistici hanno il romanzo idillico Pillangó (Farfarella, 1925), il romanzo storico Tündérkert (Il giardino incantato, 1922) e il commovente romanzo, ricco di poesia, di uno scolaro, Légy jó mindhálalig (Sii buono fino alla morte, 1923). Fra i romanzieri ungheresi contemporanei M. si distingue per il suo talento robusto e il temperamento appassionato, per la forza elementare di caratterizzare e di raccontare, e per il linguaggio puro e potente. Meno riuscite sono le sue opere drammatiche (A vadkan, Il cinghiale, 1927; Búzakalász, Spiga), ma molto successo ebbe la commedia Sári bíró (Il giudice S.).

Bibl.: N. Várkonyi, A modern magyar irodalom (La letteratura moderna ungherese); Pécs s. a., con ricca bibliografia; B. Halmi, M. Zs., az iró és az ember (S. M. lo scrittore e l'uomo), Budapest 1930.

Vedi anche
Budapest Città dell’Ungheria (1.759.497 ab. nel 2018), capitale e capoluogo della contea di Pest; sorge sul Danubio, a 104 m s.l.m., ed è nata dall’unione (1873) di tre città distinte, Buda e Óbuda, in collina sulla destra del fiume, e Pest, in piano sulla sinistra. In seguito all’aggregazione (1950) di alcuni ... Ungheria Stato interno dell’Europa orientale, confinante con la Slovacchia a N, l’Ucraina a NE, la Romania a E, la Serbia e la Croazia a S, la Slovenia e l’Austria a O. 1. Caratteristiche fisiche Il territorio ungherese si presenta per lo più pianeggiante (per oltre il 70% della superficie totale), con rilievi ... naturalismo arte e letteratura Genericamente, la tendenza a riprodurre quanto più fedelmente possibile, nell’opera d’arte, la natura o il reale: lo scrittore tenta di vietare a sé stesso, più o meno radicalmente, ogni intervento personale o passionale; analogamente, l’artista mira a rappresentare la realtà oggettiva ...
Tag
  • UNGHERESE
  • BUDAPEST
  • PÉCS
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    Enciclopedia on line
    Scrittore ungherese (Tiszacsécse 1879 - Budapest 1942), redattore della rivista Nyugat ("Occidente") e direttore della Kelet Népe ("Popolo d'Oriente"). Il suo talento robusto e il suo linguaggio vigoroso lo portano verso un naturalismo obiettivo, non privo di un divertito senso umoristico. Uno dei suoi ...
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