ZULULAND (Paese degli Zulu, v.; A. T., 120)
Lo Zululand costituisce dal 1897 la parte settentrionale della provincia del Natal nell'Unione Sudafricana. L'area, incluso l'Ingwavuma e l'Amathongaland, è pari a 27.000 kmq. Lo Zululand è un territorio di forma irregolare, bagnato a est dall'Oceano Indiano partendo dall'Oro Point presso l'estuario del Kosi fino alla foce del Tugela, il cui corso segna poi per lungo tratto il limite sud-occidentale del paese rispetto al Natal propriamente detto. A occidente il confine, rispetto all'Orange e al Transvaal, decorre prima lungo il ciglio dell'altipiano fino a Wakkerstroom, poi scende diritto a levante lungo il Pongola fino alla località dello stesso nome; di qui esso segue la cresta dei Monti Ubombo fino a Umligiza, separando il distretto di Ingwavuma (incorporato nel 1895) dallo Swaziland. Da Umligiza a Oro Point il confine con l'Africa Orientale Portoghese corre in linea retta attraverso la larga fascia litoranea.
Data l'analogia di posizione dei due territorî, la costituzione fisica dello Zululand risulta simile a quella del Natal: montuoso e accidentato a ovest, dove tocca i 2000-2300 m., il territorio scende prima bruscamente, poi con un dedalo di monti, di poggi, di valli fino alla fascia collinosa litoranea, che va rapidamente dilatandosi da sud a nord, e che è orlata da vaste lagune comunicanti col mare, indicate spesso sulle carte col nome improprio di baie. Generalmente queste lagune non sono che gli estuarî dei corsi d'acqua che hanno le loro origini nella regione montana: così dopo il Tugela, che si origina dalle più elevate creste del Drakensberg e si apre direttamente in mare, l'Umhlatuzi sfocia nella lagunetta della Richards Bay, l'Umfolozi, formato dalla confluenza dei due rami bianco e nero, penetra nella Baia di Santa Lucia alla sua estremità meridionale, mentre l'Umkuzi fa capo all'estremità settentrionale; l'Inyaluzi sbocca in quel curioso diverticolo della stessa laguna che prende il nome di False Bay; più a nord invece la Baia di Sordwana, quella di Sibaya e quella di Kosi pare non corrispondano all'estuario attuale di corsi d'acqua importanti, tutte le acque essendo drenate dal Maputo (Usutu) e dall'Umfuzi verso la Baia di Delagoa. Geologicamente il paese è costituito in gran parte dalle formazioni dette del Karru (v.); nella zona bassa e media affiorano, al disotto di questa, i graniti antichi e il "sistema del Capo" (Paleozoico) direttamente ricoperti dal calcare del Cretacico. Il clima è subtropicale: salubre e abbastanza temperato nelle alture occidentali, diviene più caldo e umido nella regione intermedia, la cosiddetta mist belt o zona della nebbia, nella quale l'umidità mantiene una valorosa vegetazione anche di boschi, che dànno ricetto a copiosa fauna selvaggia; esso è addirittura malarico nella parte bassa del paese, dove i corsi d'acqua divagano e le acque ristagnano. Qui infierisce anche il nagana, tripanosomiasi trasmessa da una mosca (glossina) e deleteria al bestiame. L'allevamento di questo e le colture, specialmente di mais, canna da zucchero, cotone e tabacco sono le principali risorse del paese, che per ora è poco colonizzato. Sono segnalati giacimenti di carbon fossile e d'oro.
Storia. - Quando, nel 1756, la nave inglese Doddington naufragò sulle coste del Natal, gli uomini dell'equipaggio, riusciti a toccar terra, stabilirono i primi contatti fra il mondo civile e gli Zulu. Questi formavano allora una tribù secondaria poco numerosa il cui capo Senzangakona dipendeva dal gran re degli Umtetwa, Dingiswayo, noto per avere stretto relazioni commerciali coi Portoghesi; quando però, nel 1783, morto in battaglia Dingiswayo, fu acclamato suo successore Chaka, figlio di Senzangakona, gli Zulu conseguirono una vera egemonia su gran parte dell'Africa sud-orientale, assimilando e imponendo il loro nome a molte tribù limitrofe. Nel 1824 il tenente F.G. Farewell della marina britannica ottenne da Chaka, per fondarvi una colonia, alcune terre del Natal spopolate dalle continue razzie. Il capo degli Zulu si comportò sempre amichevolmente con gli Europei; fu suo fratello Dingaan, successogli nel 1828, a cambiare atteggiamento. Quando infatti i Boeri, costretti dalle vessazioni inglesi a spostarsi verso il nord, entrarono in contatto con gli Zulu, questi si opposero alla loro avanzata con una guerra senza quartiere, cominciata col massacro di settanta coloni venuti col loro capo Pieter Retief al kraal di Dingaan per stringere relazioni d'amicizia (1838). Dopo due spedizioni sfortunate - di cui una guidata da Piet Uys fu respinta e l'altra affatto sterminata -, una terza, di cui fecero parte anche gl'Inglesi per vendicare un'invasione Zulu nel Natal, riportava un buon successo presso il Blood River (1838); la guerra non finì però se non nel 1840, quando i Boeri aiutarono Mpande in una ribellione contro il fratello ed ebbero in premio dal nuovo capo gran parte del Natal. Nel 1856 sorse fra Cetewayo e Umbulazi figli del sovrano una contesa per la successione; morto Umbulazi in una battaglia sul Tugela, Cetewayo assunse il potere nel 1861. A capo di un popolo ardito e numeroso, e confinato in un territorio sempre più angusto dalla continua espansione delle libere repubbliche del Natal, del Transvaal e dell'Orange, il nuovo re chiese e ottenne più volte l'intervento degl'Inglesi per questioni di confine con i Boeri; ma, sempre scontento, divenne così turbolento e pericoloso da costringere l'Inghilterra a organizzare contro di lui una grande spedizione.
Nel gennaio del 1879 il generale Thesiger (divenuto poi lord Chelmford) ebbe ordine d'invadere il territorio degli Zulu.
Le forze inglesi ammontavano a 6500 Bianchi e 12.000 indigeni (1400 Bianchi e 3000 indigeni dovevano però rimanere a protezione della linea di confine). Gli Zulu avevano messa insieme una massa di circa 40.000 armati.
L'avanzata inglese si effettuò su tre colonne partenti rispettivamente: dal basso Tugela (colonnello Pearson), da Rorke's Drift (colonnello Glyn), da Utrecht (colonnello E. Wood). Obiettivo comune: il kraal reale di Ulundi. Una quarta colonna (colonnello Durnford) avrebbe dovuto, in un secondo tempo, avanzare tra quella centrale e quella di destra.
La colonna centrale che fin dall'11 gennaio era passata sulla sinistra del Buffalo, non poté riprendere l'avanzata su Ulundi che il 22; ma il successivo 23 venne attaccata a Isandlana da preponderanti forze avversarie e quasi completamente distrutta. Nel frattempo la colonna di sinistra, partita da Utrecht, era giunta il 10 a Bembas Kop; ripreso il movimento il 18, il colonnello Wood (informato il 24 della disfatta di Isandlana) decise di ripiegare sul forte Tinta. Contemporaneamente - sulla destra - la colonna Pearson veniva bloccata da numerose forze avversarie a Eshowe dove era giunta il 23 gennaio.
La disfatta di Isandlana indusse Lord Chelmsford a sospendere l'avanzata su Ulundi in attesa di rinforzi, che giunsero solamente verso la metà di aprile, portando gli effettivi inglesi a circa 25.000 uomini.
In questo frattempo non si ebbero fatti degni di rilievo a eccezione dello sblocco di Eshowe, per opera di una colonna di soccorso agli ordini diretti del comandante in capo. La colonna Pearson ripiegò sul Tugela.
Prima di riprendere le operazioni, il comando inglese provvide a una nuova riorganizzazione delle forze che vennero suddivise su tre colonne: alla destra la 1ª divisione (generale Crealock) sul basso Tugela; al centro la 2ª divisione (generale Newdigate) a Doornberg; alla sinistra la colonna autonoma Wood a Kambula. Il quartier generale era a Durban.
Secondo il nuovo piano ideato dal generale Chelmsford, la divisione Crealock doveva risalire dal basso Tugela verso nord lungo il litorale, mentre le altre due colonne avrebbero dovuto puntare decisamente su Ulundi. L'avanzata, malgrado la scarsa resistenza avversaria, si effettuò però molto lentamente per il cattivo funzionamento dei servizî; soltanto il 10 maggio la divisione Newdigate poté concentrarsi a Dundee, raggiungendo alla fine del mese Blood River. Contemporaneamente la colonna Wood si era portata a Munhla Hill.
Il 10 giugno la colonna centrale passato il Blood a Koppie Allain riprese la marcia verso oriente: in questa giornata durante una ricognizione cadde ucciso il principe Luigi Napoleone. Il 3 giugno la colonna sostava alla confluenza del Tombokala con l'Ityotyosi, dove venne raggiunta dalla colonna Wood. Sulla destra la colonna Crealock che il 18 giugno aveva iniziato il movimento, giunse il 25 a Port Durnford.
Il 2 luglio arrivò a Port Durnford sir Garnet Wolseley, inviato dal governo inglese ad assumere il governo della colonia del Natal e il comando del corpo di spedizione. Impossibilitato a sbarcare per le pessime condizioni del mare, sir Garnet Wolseley dovette dirigersi su Durban ove giunse il 4 luglio, lo stesso giorno cioè che il generale Chelmsford sferrava la sua azione decisiva su Ulundi.
Infatti il 22 giugno il generale Chelmsford alla testa delle due colonne Wood e Newdigate, aveva ripresa l'avanzata, giungendo il 28 a circa 26 km. a nord-ovest di Ulundi dove aveva iniziato trattative di pace con Cetewayo. Fallite queste, aveva ripreso il movimento il 2 e 3 luglio, ma lentissimamente per le grandi difficoltà opposte dal terreno; il 4 luglio a circa 4 km. da Ulundi egli veniva attaccato da ingenti masse di Zulu. Il combattimento accanito finì con la disfatta di Cetewayo.
Assunto il comando delle truppe, sir Garnet Wolseley impartì subito disposizioni perehé l'azione fosse continuata fino alla completa distruzione delle forze avversarie. Vennero a tal uopo organizzate due colonne agli ordini dei tenenti colonnelli Clarke e Baker Russel. Il 10 agosto, dopo che molti dei suoi capi erano già stati costretti ad arrendersi, re Cetewayo venne catturato e inviato prigioniero a Città del Capo.
Il 10 settembre un'assemblea di capi zulu, riunita ad Ulundi, accettava le condizioni imposte dall'Inghilterra per una nuova organizzazione dello Zululand.
Ordinamento questo che causò disordini e guerriglie tanto che nel 1882 il governo inglese credette opportuno restituire il trono allo spodestato sovrano; ma il capo Zibeb (Usibefu) che si era costituito in pochi anni un formidabile esercito, combatté aspramente Cetewayo e dopo numerosi scontri invase il suo kraal massacrandone gli abitanti (22 luglio 1883). Cetewayo, riuscito a fuggire in territorio britannico dove morì l'anno seguente, fu vendicato dal figlio Dinizulu che, con l'aiuto dei Boeri, sconfisse l'usurpatore. Quando però il nuovo sovrano si trovò in serio imbarazzo, reclamando i suoi alleati, come ricompensa stipulata, quasi tutto lo Zululand centrale, intervenne il governo del Natal, che divise la zona contesa in due parti, assegnando quella a nord-est alla repubblica del Transvaal e annettendo l'altra (1897).
Da questo momento lo Zululand, che fu teatro durante la guerra anglo-boera delle sconfitte di Buller a Colenso, allo Spionkop e a Waalkrantz, cessa di avere una propria storia: l'ultima impresa guerresca degli Zulu fu infatti la ribellione del 1906, facilmente domata.
Bibl.: Gentinson, The Zulus, Their past history, customs and language, Londra 1882; Haggard, Cetewayo and his white neighbours, ivi 1896; Mc Call Theal, History of the Boers, ivi 1887; id., History and ethnography of South Africa (1486-1872), II, ivi 1907-20; J. Stoye, L'Angleterre dans le monde: formation et expansion de l'Empire Britannique, Parigi 1935; E. Canevari, La conquista inglese dell'Africa, Roma 1935.