ZUTPHEN
(Sutphania nei docc. medievali)
Città dei Paesi Bassi (prov. Gheldria), situata alla confluenza del torrente Berkel nel fiume IJssel.Anticamente parte della regione storica dello Hamaland, compare menzionata per la prima volta nel 1107 come capoluogo della contea omonima; dopo un breve periodo di dominazione da parte del vescovo di Münster, fu incorporata, probabilmente nel 1138, nella contea di Gheldria (dal 1339 ducato), al cui interno il territorio di Z. era indicato come Kwartier van Zutphen.La città si andò formando nel sec. 11° intorno al castello dei luogotenenti del re di Germania. La concessione dei diritti comunali a Z., caso tra i più precoci dei Paesi Bassi settentrionali, è stata fatta risalire tradizionalmente al 1190, ma recenti ricerche l'hanno fissata al 1196-1197 (Harenberg, 1989). La città godé di grande prosperità nel sec. 14°, grazie al commercio con il Baltico, lungo il percorso di circumnavigazione dello Jutland detto Ommelandvaart. A partire dal sec. 15° tali commerci vennero meno, portando la città al declino economico.Negli anni 1946 e 1994-1997, tracce del castello reale sono state rinvenute sulla piazza antistante la chiesa di S. Walburga e anticamente detta Gravenhof (Renaud, 1950; Doornink-Hoogenraad, 1950). Si trattava di uno stretto edificio, lungo m 45 ca., affiancato su di un lato da due basse ali poco sporgenti. Tipologicamente affine a residenze imperiali tedesche quali quelle di Paderborn e Seligenstadt, il castello di Z. fu costruito verso il 1100. Nella prima metà del sec. 12°, fu realizzata una cinta difensiva a terrapieno, comprendente anche la vicina chiesa di S. Walburga (De Sint-Walburgskerk, 1999). A S e a O, il complesso era protetto dall'IJssel; solo più tardi il corso del fiume venne deviato interamente a O della città. L'insediamento urbano intorno al castello fu cinto da mura soltanto nel 14° secolo. Nel medesimo periodo l'espansione urbana verso E, la Spittaalstad (città dell'ospedale), fu circondata da un fossato; ciò nonostante, lo sviluppo urbano di questo quartiere rimase piuttosto lento. Diversamente, il nuovo quartiere di Barlheze, a N, menzionato per la prima volta nel 1272, che costituiva una parrocchia a sé, fu cinto da mura soltanto nel 15° secolo. Probabilmente, in questo quartiere si trovava in origine l'insediamento comitale, abbandonato alla fine del sec. 13°, quando i conti di Gheldria riuscirono a impadronirsi del castello reale (De Sint-Walburgskerk, 1999).Ci sono indizi che la chiesa collegiata di S. Walburga (Bastemeijer, 1997b) sia stata fondata dal vescovo di Utrecht Bernoldo (1027-1054). Nella sua pianificazione originaria di basilica su pilastri con transetto e coro - che, come le due cappelle laterali, era poligonale all'esterno e circolare all'interno -, la chiesa di fatto assomigliava fortemente alle chiese bernoldiane di S. Pietro e S. Giovanni a Utrecht (v.). Tuttavia, nulla di certo si può dire circa la parte occidentale. I ritrovamenti dei resti della cripta, effettuati nel 1895 e nel 1912, sono tali da permetterne la ricostruzione nelle forme di quelle di S. Lebuino a Deventer (v. Overijssel) e di S. Pietro a Utrecht (Bastemeijer, 1995).A partire dal 1225 fu avviata, dal coro, l'intera ricostruzione della chiesa, nello stile di transizione fra Romanico e Gotico tipico delle chiese renane, pur conservando la cripta e qualche parete in alzato della struttura precedente (Ter Kuile, 1958; De Sint-Walburgskerk, 1999). Di questa chiesa rimangono la navata centrale, l'incrocio, il transetto, il coro e l'abside. Il coro e la navata, appena successiva al primo, sono un tardo esempio di sistema alternato, composto da pilastri forti e pilastri più leggeri, come in alcune chiese tardoromaniche della Renania, per es. St. Aposteln e St. Kunibert a Colonia (v.). Del campanile, inglobato nella costruzione, il piano terreno funge da campata occidentale della chiesa; gli arconi nelle pareti laterali del campanile dimostrano che originariamente il corpo longitudinale era basilicale; inferiormente al cleristorio è da supporre l'esistenza di un triforio cieco. Le due estreme campate occidentali di ciascuna delle navate laterali facevano probabilmente parte di un corpo occidentale che all'esterno aveva la forma di uno pseudo-transetto sui lati del campanile (De Sint-Walburgskerk, 1999). Nello spessore della parete occidentale del campanile è stato ricavato, all'altezza della finestra tripartita, un passaggio con un'arcata su colonnine accoppiate con capitelli tardoromanici, che doveva condurre ai livelli superiori dello pseudo-transetto. Nonostante la sua origine renana - che si evince da un confronto con le facciate di St. Viktor a Xanten e St. Quirin a Neuss -, il concetto di muro a doppia parete deriva a Z. piuttosto dal duomo di Osnabrück (v. Vestfalia). Le volte delle campate duecentesche della chiesa sono cupoliformi, quelle delle due campate orientali della navata centrale sono anche esapartite, mentre le colonnette degli archi trasversali e a muro sono decorate da anelli. La copertura della navata centrale, lo pseudo-transetto occidentale e il quarto piano del campanile, quest'ultimo già in puro stile gotico, conclusero tale campagna edilizia.Fra il 1370 e il 1390 ca., fu costruito intorno al coro un largo deambulatorio con cappelle radiali rettangolari. Portando il deambulatorio all'altezza del presbiterio si arrivò a dar vita a uno Hallenchor del tipo che per la prima volta si riscontra alla fine del sec. 13° nel duomo di Verden an der Aller, in Bassa Sassonia. L'icnografia del coro tardogotico della collegiata di Z., caratterizzata dal perimetro continuo e dai contrafforti intrecciati, rimanda all'architettura parleriana della Heiligkreuzkirche di Schwäbisch-Gmünd (v. Parler). È molto verosimile che queste caratteristiche siano pervenute a Z. tramite il cantiere di Kampen, dove nel 1369 esse erano state introdotte dal maestro Ruggero di Colonia, di cultura parleriana (Meischke, 1964).In base ai documenti, si data al 1393 la fondazione della cappella della Vergine o del Consiglio (Raadskapel), a pianta poligonale e assai sporgente dalla campata centrale del deambulatorio; non è chiaro se la cappella fosse prevista nella sua forma attuale fin dall'inizio.Dopo l'incendio nel 1446 il campanile fu restaurato e sopraelevato di due ordini. Le navate laterali della chiesa tardoromanica furono sostituite in anni di poco successivi da navate alte e larghe come la centrale, trasformando l'edificio in una chiesa 'a sala'. Nel tardo sec. 15° fu costruito sul lato settentrionale della navata il decoratissimo portale di stile Gotico fiammeggiante, assai restaurato nel sec. 19°, subito seguito dalle due cappelle settentrionale e meridionale sotto forma di prolungamento di due campate del transetto, e con l'aggiunta della sagrestia e di ulteriori ambienti, a S. I lavori vennero poi conclusi con la costruzione della biblioteca sul lato sudorientale del coro. Il suo arredamento e i suoi libri si sono conservati integralmente.Per quel che riguarda la decorazione interna e gli arredi della chiesa, al 1200 ca. risale la probabile lastra tombale del conte Ottone I di Gheldria. La chiesa vanta un gran numero di pitture murali del tardo Trecento e del primo Quattrocento, per lo più assai restaurate; fra esse, la Messa di s. Gregorio, l'Incontro dei tre vivi e dei tre morti, sibille e, nel coro, le singolari raffigurazioni di Nabucodonosor, Mercurio, Virgilio ed Ermete Trismegisto.Grazie ai documenti pervenuti, il lampadario di ferro battuto con immagini figurate nella fascia inferiore, oggi nella navata meridionale, è ben databile al periodo 1389-1396; il manufatto era probabilmente destinato in origine alla cappella della Vergine, in quell'epoca appena iniziata (De Sint-Walburgskerk, 1999).Nel 1293 fu fondato a Z. il convento domenicano, forse sul luogo del primitivo insediamento comitale: il muro settentrionale del dormitorio comprende il resto di un edificio preesistente (Ter Kuile, 1958). La chiesa domenicana, Broederenkerk, interamente costruita in laterizio con l'eccezione di colonne, costoloni, colonnette e trafori, risale al 1300 ca.; essa adotta la tipologia, assai diffusa in Germania, di un corpo longitudinale basilicale con semplice coro allungato o Langchor. Le volte della navata centrale sono sostenute da archi rampanti. Il sistema parietale segue quello delle chiese mendicanti trecentesche in Germania, come la chiesa domenicana di Ratisbona; molto particolare a Z. è il fatto che gli arconi siano più alti delle loro colonne. L'ampia parete sotto il cleristorio è decorata da una nicchia in ciascuna campata. Un'altra peculiarità è l'attacco assai basso delle volte, molto al di sotto della soglia delle finestre del cleristorio. Le forme dei trafori di finestre e nicchie rimandano all'ambito coloniense. Il convento, conservatosi in gran parte, ospita oggi lo Stedelijk Museum.La chiesa parrocchiale del quartiere della Nieuwstad risale, limitatamente alla navata centrale e alla base del campanile, all'inizio del 14° secolo. Le forme dei trafori del campanile derivano dalla Broederenkerk. Un documento del 1439 si riferisce alla sopraelevazione del campanile (Ter Kuile, 1942). Nel 1459 fu completato il coro, seguito prima dalla navata meridionale, poi dalla controlaterale. Con l'aggiunta di una campata alle navatelle, sul lato orientale, si concluse la trasformazione della chiesa, originariamente a navata unica, in una chiesa 'a sala' di tre navate.Si è conservata parte della cinta muraria della città, comprese alcune torri. Particolarmente interessante è la porta d'acqua detta Berkelruïne ('rovina del Berkel'), ora in parte ridotta a rudere, ma sempre ben riconoscibile. Questa porta fu costruita intorno all'anno 1400 nel punto in cui il torrente Berkel passa attraverso le mura. Di tipologia affine al Pont des Trous a Tournai, del 1300 ca., è composta da tre larghi arconi, ostruibili dall'alto tramite grate e coronati da due cammini di ronda con torricini angolari sporgenti; dei posti di guardia su ambedue le rive si conservano resti sul lato settentrionale.Dietro facciate più recenti, molte case risalgono al 14° e 15° secolo. La casa in Raadhuissteeg, nr. 6, mostra tuttora una muratura del sec. 13° (Groothedde, 1994). Un complesso importante, di aspetto medievale anche all'esterno, è costituito, a E di S. Walburga, dal capitolo della stessa collegiata, con brani di muratura del 13° secolo. Di grande interesse è poi la casa in Beukerstraat, nrr. 65-67, risalente probabilmente al 14° secolo.Allo Stedelijk Mus. si conservano alcuni oggetti medievali. Il più importante, benché danneggiato, è il tardogotico altare della Passione, databile in base ai dati dendrocronologici a subito dopo il 1415; a giudicare dallo stile delle figure rimaste, l'autore, il maestro Francke, ebbe la sua formazione in Vestfalia, probabilmente nell'ambito di Conrad von Soest. Incerta resta però la provenienza dell'altare, tradizionalmente ritenuta da S. Walburga: essendovi raffigurata due volte la Maddalena è ben pensabile che provenga dal non lontano convento, a lei dedicato, di Isendoorn (Speklé, 1997).
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