ZVART' NOC'
Toponimo, che propriamente significa 'delle forze vigilanti', ovverosia 'degli angeli', con il quale vengono indicati i resti di un complesso monumentale, formato da una chiesa e da un palazzo, situato a breve distanza dalla cittadina di Ejmiacin (v.), nell'od. Rep. di Armenia, nella regione storica dell'Ayrarat.L'insieme fu voluto da Nersēs III l'Edificatore, kat῾ołikos dal 642 al 662 (secondo altri fino al 652), e costruito in quegli anni dallo stesso personaggio, il quale, stando alla tradizione, era anche architetto di straordinarie capacità.Il complesso, distrutto da un terremoto tra il 930 e il 1000, è stato oggetto di scavi dal 1900 al 1907, nonché, soprattutto per quel che riguarda la chiesa, di lavori di restauro e di consolidamento dal 1945 al 1970.La chiesa, che appartiene al raro ed elaboratissimo tipo del tetraconco con deambulatorio, avrebbe conservato le reliquie di s. Gregorio l'Illuminatore, il cristianizzatore dell'Armenia. Le conche, a eccezione di quella corrispondente all'abside, erano aperte alla base da arcate su colonne libere, mentre la parte superiore dell'edificio (di cui esistono diverse ipotesi ricostruttive) era sorretta da quattro robusti piloni, dalla inconsueta pianta a cuneo, su cui si impostava una cupola. Il muro esterno, il cui andamento si avvicina in pianta a un poligono con molti lati, era aperto da almeno cinque porte, di cui quella occidentale risultava in asse con un angusto corridoio del palazzo patriarcale. Un duplice ambiente rettangolare, posto dietro l'abside, costituisce forse un'aggiunta posteriore.La ricchissima ma sobria decorazione scultorea, concepita unitariamente alla struttura architettonica, sottolineava arcate cieche, finestre e oculi, alternando figure geometriche a elementi fitomorfi di chiaro significato simbolico (rami carichi di grappoli d'uva) e a figure animali di ispirazione classica (imponenti aquile ad ali spiegate sui capitelli), in una ricerca di forme tendenzialmente naturalistiche che ben si adattano agli orientamenti filoellenici del kat῾ołikos. Vanno ricordate anche le effigi in rilievo di maestri costruttori, rappresentati con gli strumenti del mestiere e accompagnati in certi casi dall'indicazione del nome: tra questi è Yohan, considerato da alcuni l'architetto dell'edificio.Il complesso residenziale costituito dal palazzo patriarcale, costruito anch'esso da Nersēs III, probabilmente dopo il 650, era assai articolato, con una serie di ambienti disposti a L. Comprendeva, oltre alla c.d. sala delle udienze, una cappella privata, terme, bagni, magazzini e locali per attività di tipo agricolo, con grandi bacini per la raccolta del mosto.
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