ZWETTL
Cittadina dell'Austria Inferiore, lungo il fiume Kamp, nei pressi della quale, in una conca boschiva, sorge un'importante abbazia cistercense.L'abbazia nacque come filiazione dell'abbazia di Heiligenkreuz (v.), fondata nel 1133 dal margravio Leopoldo III di Babenberg, che, alla fine del 1137, inviò a Z. dodici monaci, guidati dall'abate Ermanno (Buberl, 1940, p. 2).L'ultimo giorno dello stesso anno ebbe luogo la fondazione del monastero a opera di Hadmar I di Kuenring: lo stesso personaggio fece tracciare le fondamenta del monastero secondo una pianta semplice ma solida, definendo gli ambienti destinati ai monaci, cioè la sala capitolare, il dormitorio e il refettorio (Buberl, 1940, p. 2). Quale data di consacrazione della chiesa viene tramandata quella del 18 settembre 1159 (Buberl, 1940, p. 5).Dell'edificio originario si sono conservati soltanto il transetto meridionale e la parete della navata laterale corrispondente, con il portale dei monaci. Le illustrazioni contenute nel Liber fundatorum (Zwettl, Arch., 2/1, c. 8 r), numerose vedute storiche dell'abbazia nei secc. 17° e 18°, nonché i risultati degli scavi archeologici del 1978 e del 1979 permettono inoltre di avere un'idea dell'aspetto originario del complesso. Doveva trattarsi di una basilica a pilastri, a impianto cruciforme a tre navate, con transetto sporgente dotato su ciascun lato di un'abside orientale ad arco segmentato e con coro rettangolare con abside semicircolare. Le lesene segnate su una pianta del 1722, con membrature a semicolonna all'interno delle pareti d'ambito delle navate laterali, indicano inoltre che già l'edificio originario era coperto da volte (Zwettl, Arch., Baupläne, nr. III). Secondo un'indicazione del Liber fundatorum, nell'anno della consacrazione dovevano essere completati anche alcuni degli ambienti monastici, mentre altri dovevano essere in avanzato stato di costruzione (Das Stiftungsbuch, 1851, p. 55).Direttamente addossata alla parete meridionale del transetto si innalza la sala capitolare, di pianta pressoché quadrata, concepita come ambiente a sostegno unico. I costoloni a fascia, longitudinali e diagonali, delle quattro volte a crociera terminano in un fascio di otto corte semicolonne, sostenute dalla colonna centrale leggermente rastremata verso l'alto. Essa trova corrispondenza funzionale, agli angoli dell'ambiente, in colonne a tre quarti, cui si aggiungono, nelle pareti sud e nord, pilastri fiancheggiati da colonnine e, nelle pareti est e ovest, delle mensole.Completata al più tardi nel 1182 (sepoltura di Alberone III; Buberl, 1940, p. 6), quella di Z. costituisce dunque la più antica sala capitolare conservata di un monastero cistercense: essa assume quindi un'importanza storico-architettonica sovraregionale sia per la sua conformazione di ambiente a quattro campate su sostegno unico sia come precoce costruzione coperta a volte. Per la storia dell'architettura romanica in Austria è invece rilevante la fronte riccamente articolata - portata a termine già verso il 1160 - con cui l'ambiente si apriva sull'ala orientale del chiostro.Rispetto alla sala capitolare, gli altri ambienti pertinenti alla fondazione originaria si sono conservati in misura ridotta, come nel caso di un secondo ambiente a sostegno unico, in origine utilizzato come dormitorio o noviziato, la cui decorazione architettonica si limita a semplici mensole. A esso seguiva, secondo evidenti criteri funzionali, il necessarium, di cui rimane la sostruzione, in forma di una doppia serie di arcate poste sopra la gora artificiale che portava l'acqua al mulino. Questo edificio, singolare per l'Europa centrale, insieme con la canalizzazione e con il ponte sul Kamp, costituisce una delle più antiche testimonianze conservate dell'architettura idraulica dei Cistercensi in Austria e in Germania. Al sec. 12° dovrebbe inoltre essere datato il calefactorium, con il sottostante ambiente per il riscaldamento.Uno sguardo d'insieme all'impianto monastico del complesso originario di Z. chiarisce come l'abbazia costituisca, anche in un contesto sovraregionale, uno degli esempi meglio conservati e dal carattere più unitario della prima architettura cistercense.Per volontà di Hadmar II di Kuenring - che, per le sue generose donazioni, è considerato un vero e proprio secondo fondatore - intorno al 1210 venne iniziata la costruzione del chiostro destinato a sostituire quello ligneo originario. Per motivi di ordine funzionale si iniziò con l'ala settentrionale, adiacente al corpo longitudinale della chiesa. Caratteri distintivi di questo edificio sono la pianta allungata delle campate, la notevole articolazione architettonica dei gruppi di finestre e delle superfici murarie, la presenza di ricchi capitelli, che hanno per l'Austria un carattere del tutto innovativo, e l'uso di false volte esapartite.Con lo sviluppo del cantiere di costruzione, che avanzò in senso antiorario, si ebbero una progressiva riduzione della decorazione plastica e una semplificazione della struttura delle campate, che presentano una pianta quadrata. Il completamento del chiostro, intorno al 1240, coincise con la costruzione del lavabo sull'ala meridionale.Il più importante intervento architettonico del sec. 14° fu la ricostruzione del coro della chiesa. Nel 1343, la prima pietra fu posta da Ludovico di Öttingen, cognato di Alberto II, come rappresentante dei signori della regione (Buberl, 1940, p. 66). Dieci anni dopo, nel 1353, a Z. avvenne un importante incontro tra l'imperatore Carlo IV, Alberto II e suo figlio Rodolfo IV (MGH. SS, IX, 1851, p. 693). Poiché sono tra l'altro attestate generose donazioni per il completamento del coro, è stato ipotizzato che il superamento della tradizionale terminazione del coro rettilinea - come ancora era stata realizzata a Heiligenkreuz (consacrazione nel 1295) e a Neuburg (fondazione nel 1327) - si debba all'influenza di questi potenti secolari. Tuttavia va sottolineato come l'idea di un coro a deambulatorio poligonale con cappelle radiali fosse, in ambito cistercense, già affermata da circa due secoli, risalendo al 1154, anno in cui un impianto di questo genere venne per la prima volta realizzato nell'abbazia di Clairvaux (consacrazione nel 1174), da dove ebbe poi una rapida espansione anche all'interno dell'Ordine. Non innovativa era la forma del coro 'a sala', dove l'altezza delle campate che circondano il coro interno raggiunge quella del presbiterio; alcune forme che appaiono peculiari di Z. possono infatti in realtà costituire la sintesi di un coro 'a sala' con una tipologia planimetrica di origine francese. Nel 1348 la peste interruppe i grandiosi lavori, che poterono essere ripresi soltanto nel 1360 per essere infine conclusi nel 1383, anno della consacrazione dell'altare maggiore.Intorno al 1500 nel monastero si ebbe un quarto periodo di attività edilizia. Negli ultimi anni del sec. 15°, sotto l'abate Colomano Bauernfeind, fu innanzitutto ampliato il coro dei monaci e vennero dotate di vetrate l'intera chiesa e l'ala nord del chiostro: di questo insieme si è conservata soltanto la vetrata con l'Incoronazione della Vergine nell'abbazia. Per ospitare il patrimonio manoscritto, che si era fortemente accresciuto nel corso dei secoli, in sostituzione dell'ala dei laici venne eretta una biblioteca. Infine, con Volfango II Örtl (abate dal 1495 al 1505) si ebbe la costruzione della cappella di S. Bernardo, destinata a luogo di devozione privata dell'abate e posta nell'area occidentale dell'abbazia.Tra le ricchezze maggiori dell'abbazia medievale vanno indubbiamente annoverati i codici, spesso finemente decorati, scritti e miniati quasi per intero nel locale scriptorium e conservati nella bibl. dell'abbazia. I primi manoscritti, realizzati per lo più per uso liturgico, risalgono ancora al sec. 12°; nel sec. 13° tale patrimonio si ampliò ulteriormente ed è attualmente costituito soprattutto da testi teologici, agiografici, storici e giuridici. All'inizio del sec. 14° si data la più importante testimonianza storica di Z., il citato Liber fundatorum, che per la sua legatura è detto anche Bärenhaut ('pelle d'orso') e che venne concepito come ordinato registro delle fonti importanti per il monastero cistercense a partire dall'epoca della fondazione, senza lacune sia per quel che riguarda la storia, sia per i possedimenti, sia per gli aspetti giuridici.Tra gli oggetti di oreficeria medievale conservati nell'abbazia vanno citati soprattutto: la c.d. croce di Z., opera salisburghese del 1230 ca., con integrazioni successive; il pastorale dell'abate, opera italiana del sec. 13°; la Madonna d'avorio, citata dal Liber fundatorum, che l'abate Bohuslaus (1248-1258) avrebbe portato a Z. dalla Francia settentrionale (Das Stiftungsbuch, 1851, p. 142).
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