abbandonologo
s. m. Chi perlustra il territorio alla ricerca di borghi abbandonati, edifici pubblici e privati in rovina, strutture e attività dismesse (luna park, orti, giardini, stazioni, ecc.), di cui documentare l'esistenza e studiare la storia. ◆ Si chiama Carmen Pellegrino, fa l’abbandonologa. Giovane, molto bella, vive a Napoli. Leggo i suoi post su facebook, sono drammatici oppure evocativi. Racconta di luoghi mai visti, galleggiano nella sua stranissima percezione del mondo. […] Però nel suo balcone brillano al sole semi di viole o di margherite. Intanto cerca quel che resta, l’abbandonologa, i lutti nelle cose. Lei dice: “Provo una specie di premura per i ruderi. Come per le cose che hanno perduto la destinazione d’uso, e ora stanno e non attendono nulla, se non la parola che sgorghi dal fondo di chi le guarda. Non ci sono spettri, spiriti delle infestazioni”. (Veronica Tomassini, Fatto Quotidiano.it, 1° giugno 2014, Blog) • [tit.] Carmen Pellegrino, professione abbandonologa (Huffington Post.it, 23 giugno 2014) • Per definirla correttamente c'è voluto addirittura un neologismo. Perizia di un accademico? No, trovata di un bambino (un po' linguacciuto). La racconta spesso. Sembra una fiaba, ma – assicura – è tutto vero: «Ero in libreria, sfogliavo un libro sulle rovine. “Che leggi?” mi chiese. Gli risposi, lui rimase zitto un momento. Poi, piuttosto compiaciuto: “Allora sei un'abbandonologa?”» (Andrea Cirolla, Corriere della sera, 20 luglio 2014, La Lettura, p. 11).
Derivato dal s. m. abbandono con l'aggiunta del confisso -(o)logo.