abboccare
v. tr. e intr. [der. di bocca] (io abbócco, tu abbócchi, ecc.; come intr., aus. avere). – 1. tr. e intr. Afferrare con la bocca: i pesci abboccano l’amo (più com. all’amo); la mula ... abboccava ... avidamente nella bica dell’orzo, povera bestia, un manipolo ogni strappata (Verga); nella caccia, con riferimento al cane, raccogliere la selvaggina uccisa o ferita, per il riporto. In usi fig., lasciarsi allettare, cadere in una trappola, in un inganno: gli fecero l’offerta e lui abboccò; a. alle lusinghe, alle lodi, a un tranello. 2. tr., non com. Riempire fino alla bocca: a. un fiasco, una damigiana. 3. a. tr. Far combaciare, far entrare uno nell’altro (due tubi, condotti o sim.); in chirurgia, mettere in comunicazione due organi cavi (v. abboccamento): a. un’ansa intestinale allo stomaco. b. intr. Congiungersi combaciando: i due tubi abboccano perfettamente. 4. rifl. a. Venire a colloquio: i due comandanti si abboccarono prima della battaglia; il sindaco si abboccò con il prefetto. b. ant. Affrontarsi in combattimento; imbattersi in qualcuno. 5. intr. e intr. pron. Di un’imbarcazione, inclinarsi su un fianco tanto da rasentare l’acqua o da lasciarla entrare fino a capovolgersi e affondare. 6. tr., region. Assumere un lavoro in appalto.