abbondanza
(ant. abondanza) s. f. [lat. abundantia, der. di abundare «abbondare»]. – 1. Grande quantità (e spesso anche disponibilità) di determinate cose: a. di mezzi; quest’anno c’è stata grande a. di uva; raccontare con a. di particolari. Assol., quantità grande di viveri e di denaro: nuotare, affogare, sguazzare nell’a.; e contrapposto a carestia: fu un’annata di a.; evviva l’a.!; ora che viene un po’ d’a., godiamola in santa pace (Manzoni). Con accezione partic., la frase con a. di cuore (traduz. del lat. ex abundantia cordis), con pieno convincimento e sentimento: parlava con a. di cuore (De Sanctis). Locuz. avv., in abbondanza, in gran quantità. Per il corno dell’a., v. corno 1, n. 3 a. 2. Nel medioevo e nell’età moderna: a. La quantità di derrate alimentari, e soprattutto di cereali, necessaria a una città o a uno stato. b. Il magazzino ove si ammassavano e conservavano le derrate e soprattutto i cereali destinati all’alimentazione pubblica. c. La magistratura (ufficiali o signori dell’a., o assol. abbondanza) che sovrintendeva al magazzino e aveva l’incarico di fissare il prezzo del pane, e tutti gli altri ufficiali che erano incaricati di disciplinare il mercato dei cereali, di reprimere le operazioni d’incetta, di evitare o attenuare le carestie, assicurando il rifornimento, l’equa ripartizione e prezzi ragionevoli. 3. Nel linguaggio scient., il termine è talora adoperato con valore relativo, per indicare la presenza percentuale di determinati oggetti rispetto all’ambiente, o a un campione; si esprime mediante un indice o un percento: per es., a. isotopica o a. relativa isotopica, il rapporto tra il numero di atomi di un certo isotopo di un elemento e il numero totale di atomi dell’elemento presenti nel campione in esame. Analogam., in fitogeografia, e con riferimento a cenosi vegetali, il numero (o la sigla) che rivela la presenza relativa d’una data specie su una determinata superficie; per es., in una macchia sempreverde si potrà riscontrare: corbezzolo 1, erica 3, laurotino 1, leccio 1, mirto 2, ecc. 4. Varietà di melo (e quindi anche di mele), coltivata estesamente nell’Emilia e nel Veneto: il frutto ha forma sferoidale, buccia di colore rosso intenso, polpa bianca, compatta e poco succosa, moderatamente dolce. In questo sign., la parola è invar., e usata anche con funzione appositiva (un’a., le abbondanza; il melo o le mele abbondanza).