abbracciare
v. tr. [der. di braccio] (io abbràccio, ecc.). – 1. Cingere, afferrare, serrare con le braccia una persona, per lo più in segno di affetto: a. i genitori, la sorella, ecc.; talora riferito a cose (come compl. oggetto): vedrete Mendico un cieco ... brancolando Penetrar negli avelli, e abbracciar l’urne (Foscolo). Con la particella pron. (nelle forme intr. pron. e rifl.) ha lo stesso senso ma indica maggior impeto o effusione: si abbracciò stretto al collo della mamma; il figlio si abbracciò con il padre; abbracciarsi a qualche cosa, afferrarsi, sostenersi: mi abbracciai all’albero per non cadere; la vite s’abbraccia ai rami del pioppo. Nel rifl. reciproco, stringersi con le braccia l’un l’altro: si abbracciarono calorosamente. 2. fig. a. Avvolgere, estendersi per: il fossato abbraccia tutto il campo; la vista abbraccia largo tratto di campagna; dalla vetta si abbraccia con lo sguardo l’intera vallata; per quante Abbraccia terre il gran padre Oceàno (Foscolo); quanto d’aere abbraccia Questa cupola bella del Vignola (Carducci); prov., chi troppo abbraccia (o, più com., vuole), nulla stringe, chi vuole avere troppo, finisce col non avere niente. b. Comprendere, contenere in sé (con riferimento a contenuti astratti): una scienza che abbraccia varî rami dello scibile; la mente non può a. troppe cose insieme. 3. fig. A. una professione, dedicarsi a questa, iniziarne l’esercizio; a. un’idea, una religione, seguirla, convertirsi a essa; a. un partito, diventarne seguace e iscritto; a. una causa, farsene sostenitore e propagandista. 4. Sostantivato all’infinito, nell’uso ant. e letter., abbracciamento, abbraccio, amplesso: quanti piacevoli baci, quanti amorosi abbracciari, ... avemmo ne’ lieti tempi (Boccaccio); e in senso fig.: insensati alberi, i quali, da le care viti amati, dimorano continuamente con quelle in graziosi abracciari (Sannazzaro). ◆ Part. pres. abbracciante, anche come agg. (v. la voce). ◆ Part. pass. abbracciato, anche come agg. (v. la voce).