abbreviazione
abbreviazióne s. f. [dal lat. tardo abbreviatio -onis]. – 1. a. Atto, effetto dell’abbreviare: a. di un percorso, di un itinerario, di un corso di studî; in diritto penale, a. di termini, disposta dal giudice in determinati casi (per es., i termini di comparizione, la vendita di cose sequestrate deteriorabili, ecc.). b. In partic., riduzione grafica di parole per guadagnare tempo e spazio (per es., s. per santo, prof. per professore, c. p. per codice penale, s. m. per sostantivo maschile, FF.AA. per forze armate, v. per vedi, cfr. per confronta, dev. mo per devotissimo, f e ff in musica per forte e fortissimo, ecc.); concr., la parola stessa abbreviata: sciogliere, leggere un’a.; «c. m.» è l’a. di «corrente mese». L’abbreviazione grafica, oltre che per troncamento o per sigla, si può avere, spec. in epigrafia e paleografia, anche per contrazione, quando in una parola siano soppresse lettere o sillabe intermedie; di norma, la contrazione viene indicata da segni generici o particolari (punto, apostrofo, e più spesso una lineetta o altro segno soprascritto, per es. Ᾱ per santo o sancto), detti segni d’abbreviazione. 2. a. In linguistica, l’uso della forma ridotta d’una parola in luogo della forma piena, nonché la forma ridotta stessa, come per es. foto per fotografia, bici per bicicletta, moto per motocicletta, ecc. b. In fonetica, riduzione della quantità di una vocale lunga.