s. m. Atteggiamento discriminatorio e pregiudizialmente svalutativo verso le persone con disabilità. ♦ Chiamo «abilismo» il razzismo verso quelli come me e Pistorius. In tanti anni di sport non ho mai visto un'ostilità simile contro il doping. (Sarah Reinertsen, in un articolo di Corrado Arrigoni con la collaborazione di Benedetta Mangiante, Corriere della sera, 10 febbraio 2008, p. 38, Eventi) • All'Oberlin College, in Ohio, è circolata invece una proposta che chiedeva ai professori di inserire degli allerta nella descrizione dei loro corsi. «Siate consapevoli del razzismo, del classismo, del sessismo, dell'eterosessismo, del cissessismo (riguardo i transessuali), dell'abilismo (riguardo chi usa sedie a rotelle) e di altre tematiche di privilegio e oppressione», si legge nella proposta, «e rendetevi conto che ogni forma di violenza è traumatica, che prima delle vostre lezioni gli studenti hanno avuto una vita e hanno un vita fuori dell'aula: esperienze che voi potreste non immaginare né comprendere». (Jennifer Medina, Repubblica, 21 maggio 2014, p. 32, R2 Mondo; traduzione di Marzia Porta) • Nell'elenco delle parole che indicano mancanza di pari opportunità, 'abilismo' è un termine per lo più sconosciuto che indica le discriminazioni verso le persone disabili. A porre l'attenzione non per un fatto linguistico ma di ingiustizie subite dai disabili è 'Liberi di Fare', una rete di attivisti nata nel 2017 che si batte per il diritto alla libertà delle persone disabili attraverso l'assistente personale. Lo spiega Elena Paolini, una delle fondatrici della rete, composta in gran parte da persone disabili: "Il problema è che si parla poco di abilismo quando si pensa alla giustizia sociale: la disabilità non è considerata come un'identità sociale e politica ma solo come condizione medica. Il concetto di abilismo, in inglese 'ableism', non è diffuso dai media che non offrono rappresentazioni realistiche della disabilità, privilegiando storie strappalacrime". (Agnese Malatesta, Ansa.it, 10 novembre 2018, Cronaca) • Dopo mesi di emendamenti, discussioni e rinvii a causa della pandemia di Covid-19, il disegno di legge (ddl) Zan per il contrasto all’omolesbobitransfobia, alla misoginia e all’abilismo – ossia, rispettivamente, gli atteggiamenti discriminatori verso la comunità lgbt+, le donne e le persone disabili – è stato approvato dalla Camera dei deputati. Il testo è stato votato a scrutinio segreto, ottenendo 265 voti a favore, 193 contrari e un'astensione, passando quindi al Senato. (Camilla Lombardi, Wired.it, 4 novembre 2020, Politica) • L’approvazione della legge sulle unioni civili prima, l’ampio risalto mediatico, ma con fine ingloriosa, del ddl contro omolesbobitransfobia, misoginia e abilismo (più noto come lo Zan) poi, hanno consolidato nella pubblica opinione e in larga parte del variegato universo rainbow la narrazione di un Partito democratico unico promotore e vindice dei diritti delle persone Lgbti+. Narrazione che, oltre a certi comprensibili entusiasmi, presenta numerosi elementi di fondatezza. Ma, non di meno, andrebbe sfrondata di molti allori e ridimensionata. (Francesco Lepore, Linkiesta.it, 17 gennaio 2022, Italia).
Derivato dall’agg. abile con l’aggiunta del suffisso -ismo, sul modello dell’ingl. ableism (a sua volta derivato da able ‘abile’).
Già attestato nel 2006, secondo quanto attesta Luisa di Valvasone nel sito dell’Accademia della Crusca.