abissare
v. tr. e intr. [der. di abisso], ant. – 1. Inabissare, sprofondare nell’abisso, e per estens. sprofondare, in senso proprio e fig.: Iesù, speranza mia, abissame en amore (Iacopone); V. S. Illustrissima ... non annuncia il foglio del ‘Caffè’ senza abissarlo con un censorio sorriso in quella oscurità di cui lo giudica clementissimamente degno (Il Caffè). 2. intr. Inabissarsi, sprofondare, per lo più in senso fig.: Di tal strida e furore è l’aria pieno, Che par che il mondo abissi e venga meno (Boiardo); se per disaventura egli in questo mi si mostrasse ritroso, io di vergogna abisserei (Bandello). Con altra accezione (per cui v. anche nabissare), infuriarsi, imperversare, tempestare: il canonico ... così saltabellando faceva un abissar grandissimo e suffolava fieramente (Bandello).