abisso
s. m. [dal lat. abyssus, gr. ἄβυσσος «senza fondo», comp. di ἀ- priv. e βυσσός «fondo2»]. – 1. Grande e smisurata profondità: gli a. della terra, del mare; quindi burrone, precipizio: precipitò dalla montagna nell’a.; con riferimento al mare è più com. al plur.: esplorare gli a. marini; la nave sprofondò negli a. dell’oceano; fig., l’abisso De l’etterno consiglio (Dante), l’impenetrabile giudizio divino. Con sign. più determinati in geografia: a. Pozzo naturale scavato nelle rocce calcaree dall’azione dissolvente delle acque, con profondità notevoli; gli abissi hanno per lo più tratti a perpendicolo ai quali s’intervallano ripiani o brevi gallerie inclinate a forte pendenza; spesso al loro fondo si ha un torrente sotterraneo. b. Grande profondità marina, più propr. detta fossa; questo sign. si conserva nell’aggettivo abissale, mentre abisso si usa per indicare la parte più depressa della fossa. 2. letter. L’inferno (anche al plur., gli a.): lo spirito dell’a., il demonio; le potenze degli a.; lo spirito d’abisso si partia, Vota stringendo la terribil ugna (V. Monti); che il profumo dell’incenso scenda negli a. e salga in cielo fino a Dio Onnipotente (Luigi Malerba). 3. fig. a. Perdizione morale, o rovina economica: essere sull’orlo dell’abisso. b. Distanza grandissima tra due fatti di ordine morale, intellettuale, o tra due persone: fra Dante e i suoi imitatori c’è un abisso. c. Misura enorme, con riferimento a qualità negative; soprattutto nell’espressione essere un a. d’ignoranza. 4. In araldica, punto centrale dello scudo, detto anche cuore: se vi è posta una figura, questa è detta in abisso o in cuore.