abitare
v. tr. e intr. [dal lat. habitare, propr. «tenere», frequent. di habere «avere»] (io àbito, ecc.). – 1. tr. Avere come propria dimora: a. una bella casa; allora abitavo una camera al terzo piano. Anche, a. una regione, un paese, avervi stabile dimora: le popolazioni che abitavano il Lazio nell’8° secolo a. C. 2. intr. (aus. avere) Avere dimora, risiedere, o avere l’abitazione, cioè la propria casa, in un luogo o in una zona: a. in un quartiere centrale, in campagna; a. in periferia, al mare, sulle montagne (e precisando: abita a Milano; abito sul Lungotevere; abitavo allora in piazza Mazzini, ecc.); a. in famiglia, con i genitori, da un parente; a. in una gran bella casa; Con questi grandi abita eterno (Foscolo, dell’Alfieri in S. Croce); Abito in una piccola città del Sud: per questo dimentico gli ombrelli (Francesco Piccolo); fig., Dio abita nel cuore dei giusti. 3. s. m., ant. Abitazione: i rotti avanzi di nobili abitari (Giordani). ◆ Part. pres. abitante, con valore verbale: le famiglie abitanti nel palazzo; per l’uso come sost., v. la voce. ◆ Part. pass. abitato, frequente come agg. e s. m. (v. la voce).