abito
àbito s. m. [dal lat. habĭtus -us, der. di habere nel senso di «comportarsi»]. – 1. a. Sinon. generico di veste, vestito, soprattutto con riguardo alle sue caratteristiche, al modo di vestire: a. da uomo, da donna; a. da lavoro; a. da inverno, da mezza stagione; a. da pomeriggio, da sera, da gran sera, da cerimonia (in questo senso, anche assol.: occorre l’a. nero; ci vuole l’a. scuro per l’occasione?); a. militare, civile; farsi un a. nuovo; tagliare, cucire un a., riferito al sarto; un taglio (o uno stacco) d’abito, la stoffa occorrente per farlo. A. ecclesiastico o talare, quello portato ordinariamente (distinto perciò dalle vesti liturgiche) dai sacerdoti e dai religiosi, per differenziarsi dai laici; in questo senso anche assol.: prendere, vestire l’a.; lasciare l’a.; gettare l’a. alle ortiche, abbandonare lo stato ecclesiastico; prov., l’a. non fa il monaco, l’apparenza spesso inganna. b. In zoologia, sinon. di livrea, soprattutto con riferimento al piumaggio degli uccelli: a. nuziale o di nozze; a. maschile, femminile. 2. Scapolare (con questa accezione, è molto piu com. abitino): colla mano sulla stanga, e l’a. della Madonna fra le labbra (Verga). 3. a. Attitudine acquisita per qualche cosa: ormai ha fatto l’a. al vizio; ha l’a. mentale del ragionatore; Natura inchina al male, e viene a farsi L’a. poi difficile a mutarsi (Ariosto); Dolce paese, onde portai conforme L’a. fiero e lo sdegnoso canto (Carducci). b. letter. Abitudine: si viene a fare nell’animo un certo a. di diffidenza perpetua, ch’è uno de’ maggiori diavoli che possano cacciarsi nel corpo (G. Gozzi); gli a. in me sono radicati per modo, che niuna forza gli può svellere (Leopardi). c. letter. Portamento, aspetto della persona: L’a. in vista sì leggiadro e novo (Petrarca). d. Nella filosofia aristotelica (come traduz. del gr. ἕξις), disposizione ad essere o ad agire in una certa maniera; si distingue dall’abitudine perché comporta un impegno attivo, estraneo invece alla semplice ripetizione di comportamenti propria dell’abitudine. e. In medicina costituzionalistica, il complesso dei varî caratteri della forma generale del corpo, in quanto rivelino caratteristiche fisiologiche e fisiopatologiche dell’individuo: a. astenico, atletico, tisico, apoplettico, ecc. f. In biologia, il complesso dei caratteri determinanti (detto anche portamento, o, con voce latina, habitus) di un animale, di una pianta, di un organismo, ecc.; così per es. in botanica si parla di a. arbustivo, di a. arboreo, ecc. g. In cristallografia, la forma semplice predominante in un cristallo: a. cubico, prismatico, bipiramidato, ecc.; e con riferimento al prevalente sviluppo di un certo numero di facce d’una forma semplice: a. tabulare, filiforme, ecc. ◆ Dim. abitino, anche con accezione partic. (v. la voce); vezz. e spreg. abitùccio; pegg. abitàccio.