aborrire
(ant. e tosc. abborrire) v. tr. e intr. [dal lat. abhorrēre, comp. di ab «da» e horrēre «avere in orrore»] (io aborrisco, tu aborrisci, o io abòrro, tu abòrri, ecc.). – 1. tr. Avere in orrore, in avversione, detestare: a. il tradimento, la falsità, la superstizione; a. ogni forma di violenza; uno stato di disperazione che fa a. perfino la vita. 2. intr. (aus. avere) Rifuggire da cosa che ripugna: a. dal sangue, o dalla vista del sangue; ho sempre aborrito da ogni forma di ostentazione. ◆ Part. pres. aborrènte, con valore verbale, non com.: è un uomo onesto e aborrente da ogni ingiustizia; sono aborrente dai pettegolezzi. ◆ Part. pass. aborrito, frequente come agg., avversato con orrore, detestato: ricacciare l’aborrito nemico; Fin la vecchiezza, L’aborrita vecchiezza, avrei sofferto Con riposato cor (Leopardi).