abortismo
s. m. Posizione propria di chi sostiene la liceità dell’aborto. ◆ Ma come si fa a ingoiare un cocktail con dentro tutto e il contrario di tutto? Difesa della vita e abortismo sfrenato, attenzione alla famiglia e legalizzazione di ogni sorta di convivenza, droga di Stato e lotta al dilagare di sostanze stupefacenti tra i giovani, mercato senza regole e solidarietà, assistenzialismo sciupone ed efficienza, ipergarantismo degli occupati e promesse di lavoro per chi non ce l’ha e non lo trova, tanto per indicare le contraddizioni più vistose. (Leonardo Zega, Stampa, 23 febbraio 2000, p. 1, Prima pagina) • Strano, o forse mica tanto, che nella sede di Sociologia, mentre il sabato va a imbrunire, compaiano volantini di contestazione: «Fuori dall’aula 20 della Facoltà di sociologia vengono esposti testi inneggianti al neonazismo, all’antiabortismo» (sic! - sapevate che l’«abortismo» era un’ideologia?) «e all’antisemitismo». (Paolo Ghezzi, Adige, 8 febbraio 2004, p. 1, Prima pagina) • Alfonso López Trujillo, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, in occasione della presentazione del volume su «Famiglia e procreazione umana» che si è tenuta ieri all’Università Urbaniana […] paragona l’abortismo all’apartheid, celebra la relazione fra «democrazia e diritto alla vita», citando gli scritti di Alexis de Tocqueville. L’aborto è peggio della pena di morte, perché la vittima del primo è «innocente», la sua pena capitale è bianca, legalizzata, resa indifferente. (Foglio, 16 gennaio 2008, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal s. m. aborto con l’aggiunta del suffisso -ismo.
Già attestato nella Repubblica del 4 luglio 1989, p. 3 (Orazio La Rocca).