accarezzare
v. tr. [der. di carezza 1] (io accarézzo, ecc.). – 1. Far carezze, lisciare con la mano una persona (o un animale) per dimostrazione d’affetto: a. un bambino; la mamma gli accarezzò i capelli, o lo accarezzò sui capelli; a. un cane, un gatto; estens.: accarezzarsi la barba, lisciarsela con la mano; iron.: a. le spalle, il groppone a qualcuno, bastonarlo: soldati spagnoli, che ... accarezzavan di tempo in tempo le spalle a qualche marito, a qualche padre (Manzoni). Per estens., riferito talora all’azione lieve del vento, dell’acqua scorrente o del mare: la brezza le accarezzava i capelli; il ruscello accarezzava le sponde fiorite. 2. fig. a. Vezzeggiare, trattare con amorevolezza: accarezza troppo il nipotino; gli uomini si hanno o a. o assicurarsi di loro (Machiavelli). b. A. con lo sguardo, con l’occhio, guardare con espressione di tenerezza, d’amore, o anche di desiderio. c. Lusingare: a. l’amor proprio, la vanità di uno; a. una persona, cercare di trarla a sé. d. Di scrittore, di artista e sim., rifinire l’opera con cura amorevole: non cessava di a. il suo quadro, l’articolo, ecc. e. Vagheggiare: a. un’idea, un proposito; un sogno lungamente accarezzato. ◆ Part. pres. accarezzante, anche in funzione di agg., che accarezza, carezzevole: gli parlava con voce accarezzante; le rivolgeva sguardi accarezzanti.