accesso
accèsso s. m. [dal lat. accessus -us, der. di accedĕre «accedere»]. – 1. a. L’atto, il fatto, e anche la possibilità o la facoltà di accedere, cioè di avvicinarsi o di entrare in un luogo: dare, concedere, impedire l’a. (a un luogo); chiudere tutte le vie d’a. (a una zona); vietato l’a. agli estranei; la scalinata di a. al salone; il corridoio che dà a. alla biblioteca; luogo di facile, di difficile accesso. Talora col sign. di «via d’accesso», cioè via per la quale si accede a un luogo: chiudere tutti gli a.; controllare a vista ogni a.; frattanto, gli a. e i contorni del convento formicolavan di popolo curioso (Manzoni). Nel linguaggio giur. e forense: a. sul luogo, formalità processuale attraverso cui l’autorità procede all’osservazione giudiziale diretta sul luogo per avere la possibilità di assumere ogni mezzo di prova (ispezione di una località, esperimento giudiziale, perquisizioni, sequestri, ricognizioni, confronti); a. al fondo altrui, possibilità concessa al proprietario di un fondo di entrare e passare nel fondo altrui per riparare o costruire un’opera propria o comune, o per riprendere la cosa o l’animale proprî che vi si trovino accidentalmente. b. Frequente con senso più astratto, per indicare ammissione a luoghi, ambienti, condizioni, possibilità di partecipare a qualche cosa, e sim.: titolo di studio che dà a. a tutte le facoltà universitarie; concorso che apre l’a. alla carriera diplomatica; la fama di cui aveva goduto gli facilitava l’a. ai circoli più esclusivi della città; chiedere, ottenere l’a. a un canale d’informazione radiofonica, televisiva (cioè a quelli che sono appunto chiamati programmi dell’accesso); fig., persona di facile a., che si può avvicinare e a cui si può parlare facilmente (riferito di solito a persona di una certa autorità). c. Nella tecnica dei calcolatori elettronici, insieme di operazioni necessarie per ricercare un dato in una memoria (o per ottenerlo da altra unità) periferica; tempo di accesso, l’intervallo di tempo intercorrente in media tra l’istante in cui il dato viene richiesto e l’istante in cui esso è pronto per l’uso nella memoria centrale (a seconda della loro struttura e organizzazione, le memorie periferiche si distinguono in memorie ad a. immediato, ad a. diretto o casuale, ad a. sequenziale). Sistemi ad a. multiplo, sistemi in cui un’unità centrale di elaborazione e di smistamento è connessa con più terminali remoti (unità video, telescriventi, unità d’ingresso, ecc.), che accedono ad essa secondo la modalità della «divisione (o ripartizione) di tempo» (v. time sharing). 2. Adesione; soprattutto come termine del linguaggio ecclesiastico, nel quale indica uno speciale modo di suffragio (abolito dal pontefice Pio X nel 1904) che permetteva ai cardinali in conclave di dare il loro consenso all’elezione di un cardinale diverso da quello designato sulla propria scheda, che avesse ottenuto un numero di voti elevato ma non ancora sufficiente, onde renderne possibile l’elezione senza dar luogo a una successiva votazione (elezione d’accesso). 3. a. In medicina, qualsiasi perturbazione dell’organismo, di carattere patologico e con insorgenza e cessazione repentine: a. febbrile, asmatico, epilettico, ecc. b. Impeto, impulso improvviso: a. di follia, a. d’ira; avere un a. di gelosia; in un a. di furore, la colpì selvaggiamente; scherz.: in un a. di generosità.