acchiappalettori
(acchiappa-lettore), agg. Che tende a catturare l’attenzione e l’interesse dei lettori. ◆ Ecco la trovata: [Rocco] Pinto ha chiesto a personaggi molto diversi tra loro di dare un suggerimento per una lettura estiva e di corredarlo con motivazione scritta. Due, cinque, dieci righe, una frase. Dopodiché, libro e commento approdano in vetrina, leggibili da tutti. Può sembrare un espediente acchiappalettori (il che, vista la scarsità cronica dei suddetti, non sembrerebbe comunque deprecabile), ma non è tutto qui. Pinto con il suo staff, infatti, ha pensato di estendere l’iniziativa a largo raggio e sull’intero suolo italiano. (Silvia Francia, Stampa, 19 giugno 2001, p. 46, In Città) • Il secondo [ingrediente del rapporto del Censis] è il sensazionalismo tipico dei settimanali che lanciano le mode e le tendenze di stagione con titoli e copertine acchiappalettori del tipo: quest’anno siamo tutti individualisti, quest’anno gli abiti si portano scollati, anzi casti; oppure, contrordine, quest’anno va di moda il cinismo, no l’idealismo. (Marcello Veneziani, Giornale, 7 dicembre 2003, p. 9, Interni) • Non è un caso la scelta di «Jolanda», romanzo di sicuro effetto, storia classica, con incipit acchiappa-lettore («Quella sera la taverna El Toro, contrariamente al solito, brulicava di persone...»), colpi di scena, agnizioni, battaglie, personaggi cattivi-cattivi (il capitano Valera), cattivi che diventano buoni (il conte di Medina) e buoni che sembrano cattivissimi (i compari Carmaux e Wan Stiller), macchiette comiche (don Raffaele), una protagonista fanciulla, fragile e scatenata (a volte sviene, a volte squarta caimani), un climax in cinemascope (l’assalto dei pirati a Panama) e l’ovvio happy end (nozze dell’eroina col masnadiero Morgan). (Michele Smargiassi, Repubblica, 20 gennaio 2006, p. 1, Prima pagina).
Composto dal v. tr. acchiappare e dal s. m. lettore.
Già attestato nel Corriere della sera del 3 maggio 1992, p. 20 (M. La.).